Angelica Kauffmann e il mobile neoclassico lombardo

di Andrea Bardelli

Nell’ambito delle ricerche sulle fonti iconografiche dei mobili neoclassici (nota 1) fa la sua irruzione Angelica Kauffmann (1741-1807) e non poteva essere diversamente, poiché la pittrice svizzera di origine austriaca, naturalizzata italiana, è considerata un’icona del neoclassicismo (nota 2). Esamineremo, qui di seguito, alcune scene intarsiate su mobili neoclassici lombardi, riconducibili a sue opere o, meglio, a incisioni tratte da esse.

Scena di sacrificio
Uno dei soggetti che maggiormente ricorre è quello che potremmo, per ora, definire genericamente Scena di sacrificio, in cui si vedono dei personaggi femminili porre una corona d’alloro sulla testa di un busto in pietra collocato su un cippo [Figura 1].

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Figura 1. Scena di sacrificio, intarsio, particolare di un cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia XVIII-XIX secolo, mercato antiquario.

Troviamo questo medaglione in numerosi esemplari di qualità media eseguiti tra Sette e Ottocento da una bottega non meglio identificata, se non con il nome del tutto convenzionale di “Bottega delle cornucopie” [Figura 2].

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Figura 2. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia XVIII-XIX secolo, Boetto 27.2.23 n. 60.

Riscontriamo lo stesso medaglione sul piano chiuso di un tavolino da gioco conservato a Londra presso il Victoria and Albert Museum dove viene attribuito ad artefice ignoto [Figure 3 e 3bis, nota 3], mentre abbiamo ragione di ritenere che possa essere attribuito all’ebanista milanese Francesco Preda (nota 4), senza che si possa avanzare alcuna pretesa di associare Preda alla produzione della “Bottega delle cornucopie” di cui sopra.

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Figure 3 e 3bis. Francesco Preda (attr.), Tavolino da gioco neoclassico intarsiato, Lombardia XVIII-XIX secolo, Londra, Victoria and Albert Museum, inv. 632-1868.

Evidentemente, più botteghe si servivano degli stessi modelli e tra questi si annovera proprio un’incisione tratta da Angelica Kauffmann dal titolo Ninfe sacrificano a Mercurio [Figura 4].

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Figura 4. Giuseppe Dall’Acqua (da A. Kauffmann), Ninfe sacrificano a Mercurio, 1787, incisione, cm. 25 x 32, editore Remondini Bassano del Grappa (Vi), San Giovanni al Natisone (Ud), Museo pinacoteca comunale di Villa de Brandis, inv. n. 46.

Come ci informa la bella scheda redatta nel 1997 da Alessandro Giacomello per il Catalogo Regionale del Patrimonio Culturale della Regione Friuli-Venezia Giulia (nota 5), l’incisione faceva parte di una serie di quattro che comparivano nei cataloghi dell’editore stampatore Remondini dal 1791, descritte come “quattro rami per traverso ovadi rappresentanti li sacrificj delle Ninfe in foglio reale tratti dagli originali della Kauffman ed intagliati dal Dall’Acqua, cioè: Nymphs Sacrificing to Love – Nymphs Sacrificingto Mercury – A Nimphs Sacriphicing – HarmonyLe Ninfe che sacrificano a Cupido, Le Ninfe che sacrificano a Mercurio, Una Ninfa sacrificante, l’Armonia”.

Ninfa (?)
L’incisione intitolata Armonia – che appartiene alla serie di quattro di cui abbiamo appena riferito – viene spesso abbinata a un’altra incisione in cui si vede un personaggio femminile (una Ninfa?) che si accosta a un Cupido che suona l’arpa [Figura 5, nota 6].

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Figura 5.  Pietro Bettelli (da A. Kauffmann), Una Ninfa e Cupido (a sinistra) e Armonia (a destra), incisioni, mercato antiquario (Arena, Brooklyn, NY).

La medesima scena è stata intarsiata, in controparte, al centro della fronte di un cassettone attribuito a Francesco Preda, già pubblicato nell’articolo del dicembre 2023 citato nella nota 4 (ivi Figura 5), di cui mostriamo il particolare [Figura 6].

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Figura 6. Particolare di un cassettone neoclassico intarsiato attribuito a Francesco Preda, mercato antiquario (New York, Newel Gallery).

La stessa figura femminile che si approccia a Cupido è stata estrapolata dall’incisione e la vediamo intarsiata all’interno del medaglione che decora il piano di un tavolino di qualità piuttosto elevata che non è ancora stato possibile collocare con sufficiente precisione all’interno di una specifica bottega [Figure 7 e 7bis].

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Figure 7 e 7bis. Tavolino neoclassico intarsiato, Lombardia XVIII-XIX secolo, Boetto settembre 2011 n.1220.

Paride ed Elena
Prendiamo in esame un’altra incisione tratta dalla Kauffmann nota con il titolo di Paride ed Elena [Figura 8], che potrebbe raffigurare, in analogia con il dipinto della stessa Kauffmann che si trova all’Hermitage di San Pietroburgo, Venere che persuade Elena ad innamorarsi (nota 7).

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Figura 8. Francesco Pedro Figura (da A. Kauffmann), Paride e Elena, fine XVIII secolo, incisione, cm. 24 x 19, editore Nicolò Cavalli, Venezia, Tavagnacco (Ud), collezione privata.

La scena è riprodotta abbastanza fedelmente a intarsio sulla fronte di un cassettone pubblicato nel 1955 da Giuseppe Morazzoni come opera dei Revelli [sic] verso il 1780 [Figura 9, nota 8].

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Figura 9. Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia XVIII-XIX secolo (Morazzoni 1955, op. cit., tav. XC, Torino, collezione Accorsi).

Con tutto il rispetto per Morazzoni, siamo propensi ad escludere i Ravelli che sfoggiano uno stile ben diverso, facilmente riconoscibile (nota 9). Per altro, non è stato ancora possibile inserire questo mobile nell’ambito una bottega riconoscibile, sia essa lombarda o di altrove.
Ci limitiamo a segnalare che una coppia di cassettoni del tutto simili, con la stessa scena intarsiata sulla fronte, sono stati battuto in asta da Finarte a Roma nel maggio 2008 [Figura 10].

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Figura 10. Cassettone neoclassico intarsiato (uno di una coppia), Lombardia XVIII-XIX secolo, Finarte, Roma maggio 2008 n.761.

Giudizio di Paride
Evidentemente, la storia di Paride doveva aver colpito la fantasia della Kauffmann perché, oltre alle immagini con Elena protagonista che compaiono in diverse incisioni, l’artista ha raffigurato più volte il Giudizio di Paride.
Sebbene non sia stata individuata l’incisione o una sua opera da cui è tratta, possiamo ascriverle la scena intarsiata sulla fronte di un cassettone che si può inserire nell’ambito della produzione del cosiddetto Monogrammista FB [Figure 11 e 11bis, nota 10].

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Figura 11.Mongrammista FB, Cassettone neoclassico intarsiato, Lombardia XVIII-XIX secolo, Christie’s Roma 15.10.91 n. 214.

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Figura 11bis. Medaglione intarsiato con il Giudizio di Paride, particolare del cassettone di Figura 11.

La stessa scena è stata utilizzata anche per decorare la fronte di un comodino [Figura 12]. Questo mobile è stato classificato nell’ambito della vasta produzione riconducibile a un’altra bottega identificata solo con un nome convenzionale, quello di “Bottega dell’anforetta”, a ulteriore conferma dell’uso trasversale dei modelli inventati dalla Kauffmann.

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Figura 12. Comodino neoclassico intarsiato, Lombardia XVIII-XIX secolo, Meeting Art aprile 2013 n. 821.

Il motivo per il quale si fa risalire alla Kauffmann la scena del Giudizio di Paride di cui sopra è che la stessa è dipinta sul cavetto di un piatto prodotto dalla S.C.I. di Laveno (Va) [Figura 13], al cui margine destro si legge la scritta Angelica Kauffman in rosso [Figura 13bis].

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Figura 13. Piatto fondo color bianco decorato in policromia con scena mitologica nel cavetto e con motivi floreali sulla tesa, terraglia forte smaltata, diametro cm. 22, Società Ceramica Italiana (S.C.I.) di Laveno (Va), 1925, marchio (a tergo sul fondo, in verde): aquila ad ali spiegate e cartigli con iscrizione: VERBANUM STONE/ S. C. I./ LAVENO, Laveno-Mombello (Va), Museo Internazionale Design Ceramico, inv. 1250. A tergo su etichetta: SOCIETA’ CERAMICA ITALIANA/ LAVENO/ Merce cotta nella muffola/ Furbringer della Società/ Ceramica del Verbano/Novembre 1925 (fonte SIRBeC scheda OARL – VA240-00919).

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Figura 13bis. Particolare della Figura 13.

La stessa fonte citata nella didascalia della Figura 13 informa che queste scene tratte dal repertorio della Kauffmann sono state riprodotte già nel XIX secolo dalla ditta Carnelli, Caspani e Revelli di Laveno (nota 11).

NOTE

[1] Per i precedenti, si rimanda agli articoli Scene e personaggi intarsiati sui mobili neoclassici lombardi. Parte I (settembre 2021) [Leggi], Parte II [Leggi ] e Parte III (gennaio 2024) [Leggi].

[2] Le notizie in rete su Angelica (Angelika) Maria Anna Kaufmann sono numerose. Per tutte si veda la voce redatta nel 2004 da Simona Ciofetta per il Dizionario Biografico degli Italiani [Leggi].

[3] Si rimanda alla scheda del museo dove è citata la bibliografia relativa [Vedi].

[4] Su Francesco Preda si rimanda all’articolo Francesco Preda ebanista neoclassico milanese (luglio 2010) [Leggi] e al successivo Cassettoni neoclassici intarsiati attribuiti all’ebanista milanese Francesco Preda (dicembre 2023) [Leggi .

[5] [Vedi ].

[6] Per la scheda di Armonia [Vedi]; non sembra di poter identificare l’incisione Una Ninfa e Cupido con l’incisione Nymphs Sacrificing to Love (Le Ninfe che sacrificano a Cupido) di cui si è detto prima.

[7] [Vedi].

[8] G. Morazzoni, Il mobile Neoclassico Italiano, Gorlich, Milano 1955.

[9] Si rimanda all’articolo Aggiunte al catalogo dei Ravelli, ebanisti e intarsiatori vercellesi tra Sette e Ottocento (ottobre 2023) [Leggi] e alla bibliografia ivi indicata.

[10] Si veda l’articolo Cassettone neoclassico attribuito al monogrammista FB (novembre 2018) [Leggi].

[11] Raffaella Ausenda-Andrea Griffanti (a cura di), Storia della ceramica nel territorio di Varese dal ‘700 a ‘900, Museo Gianetti, Saronno 2007, p. 74.

Gennaio 2025

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