Un servizio di posate d’argento “cresciuto” nel tempo

di Gianni Giancane

Una gentile lettrice ha sottoposto al nostro studio un servizio di posate in argento chiedendo lumi circa epoca ed autore.

L’insieme
La nutrita documentazione fotografica predisposta dall’interessata e pervenuta allo scrivente ha permesso un’ottimale lettura dei diversi pezzi consentendo di poter esaudire quanto richiesto.
Iniziamo col dire che si parla di un servizio interessante e di pregio e non soltanto per l’aspetto prettamente commerciale dell’intero set, sicuramente elevato visto anche il gran numero dei componenti (scanditi rigorosamente in gruppi da dodici per i pezzi standard: coltelli, coltellini, forchette, forchettine, etc.), ma anche per la compresenza di posate fabbricate da manifatture diverse e in differenti periodi storici (come stiamo per vedere) che, pur rendendo l’insieme non del tutto omogeneo, ne assicurano, nelle linee stilistiche comuni del motivo detto San Marco (nota 1), un ottimo livello qualitativo globale [Figura 1].

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Figura 1. Gruppo di posate modello San Marco (ad eccezione di quattro pezzi da portata) per un totale di circa 130 unità, argento, Milano, collezione privata.

Un esame preliminare delle punzonature apposte sui vari pezzi dell’intero servizio ha consentito il riconoscimento di due diverse manifatture argentiere, autrici pro-parte dell’intero set, entrambe attive in Italia, una a Milano [Figura 2] e l’altra a Casalecchio di Reno (Bo) [Figura 3].

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Figura 2. Il dorso di un cucchiaio con il merco dell’argentiere ed il punzone del titolo.

Nel cucchiaio presentato, facente parte di un primo gruppo di posate, compare a sinistra il merco dell’argentiere, costituito da l’insegna delle posate incrociate con le iniziali A e H per Anatolio Henin, importante bottega milanese, attiva con il suo nome sin dal 1866 ca (Donaver-Dabbene 1989, p. 220), a destra 800 in riquadro rettangolare, punzone della bontà del titolo pari appunto a 800/1000.
Tale coppia di punzoni (pur con una minima variante per l’800, come vedremo) è presente su tutti i pezzi di questo gruppo.
Passiamo ora all’altra marcatura, di differente tipologia, presente nel resto delle posate.

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Figura 3. Parte del dorso di una forchetta con la seconda punzonatura riscontrata nella restante parte del servizio (intervento grafico dell’autore).

Da sinistra a destra è possibile rilevare:
-il leone di San Marco, apposto in riferimento allo stile prettamente veneziano, settecentesco, delle posate;
-losanga con il numero distintivo della ditta (n. 1 per “Fabbrica di Argenteria Michelangelo Clementi & C.”, in seguito “Fabbrica Argenteria Clementi di Giovanni Mantel & C.” a Casalecchio di Reno), a sinistra; fascio littorio (freccia rossa) al centro; sigla provinciale (Bo) a destra;
-logo della manifattura “marca pressa” con ai lati le lettere M e C per Michelangelo Clementi;
-800 in contorno ovale attestante la bontà del titolo dell’argento, 800/1000.
In virtù di tali premesse e scanditi i pezzi in base alla paternità di esecuzione, scopriamo qualcosa in più sulle posate e sulle due manifatture coinvolte.

Le posate Henin
Abbiamo pertanto un primo insieme di 87 pezzi appartenenti alla manifattura di Anatolio Henin [Figure 4 e 4a] che costituiscono pertanto il nucleo più consistente dell’intero corpus.

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Figura 4.  Gruppo di 87 posate, ripartite tra cucchiai, forchette, forchettine, coltelli grandi e piccoli, cucchiaini e palettine da gelato, unitamente a un mestolo e due posate da insalata, manifattura Henin, Milano.

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Figura 4a. Le stesse posate viste dal retro.

Completano il quadro di tale manifattura quattro altre posate da portata, realizzate, tuttavia, con un differente motivo stilistico, il modello detto Dubarry [Figura 5].

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Figura 5.  Le quattro grandi posate da servito, modello Dubarry, già rintracciabili nell’insieme (vedi ancora Figura 1), manifattura Henin, Milano.

Tale modello, pur presentando un nome che evoca l’ultima favorita del Re di Francia Luigi XV, Madame Du Barry (nota 2), si ispira in realtà ai mobili Chippendale, in particolare al dorso di sedie e poltrone (nella parte specifica della cartella centrale), ed è comparso in Inghilterra tra la fine del periodo vittoriano ed i primissimi anni del XX secolo.
Anche questi quattro pezzi riportano al verso il merco della bottega Henin a Milano e il punzone 800 [Figura 6].

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Figura 6.  Pur non chiaramente nitido, è comunque leggibile a sinistra il merco di bottega Henin, con le posate incrociate e le inziali A e H ai lati per Anatolio Henin; a destra il punzone del titolo (800/1000).

Cenni storici sulla bottega Henin e punzonatura
La bottega prende avvio in quel di Milano con la Società Henin e Carlier (nella figura di Luigi per gli Henin) intorno al 1840, come fabbricanti di posate d’argento, per proseguire qualche anno dopo soltanto come Luigi Henin (1848). Ne fanno fede i diversi punzoni nei quali, nel primo caso, troviamo le iniziali H e C (per Henin e Carlier) e successivamente L e H (per Luigi Henin), sempre ai lati delle tre posate incrociate: forchetta, coltello e cucchiaio (Donaver-Dabbene 1989, p. 221).
Intorno al 1866 subentra Anatolio (nato a Milano nel 1831 e figlio di Luigi) che conserva il merco con l’insegna delle posate incrociate apponendovi le proprie iniziali, A e H ai lati, come già visto.
Tra il 1869 ed il 1873 egli tiene bottega al civico 13 di Via Soncino Merati, mentre dal 1874 al 1887 al n. 4 di Via delle Orsole (Donaver-Dabbene 1985, pp. 78-79) (nota 3), dove gli eredi di Anatolio permarranno anche nel XX secolo, almeno fino al 1970, quando la ditta trasferirà la propria sede al numero 10 di Piazza Borromeo per chiudere l’attività intorno al 1980.
In tutto il lungo periodo produttivo la manifattura ha sempre utilizzato il logo delle posate incrociate affiancato o meno, a seconda delle normative pro tempore vigenti, dai cangianti tipi del punzone di Stato attestanti la bontà del titolo, da quelli in uso nel regno Lombardo-Veneto sino all’ultimo punzone della Repubblica Italiana, tutt’ora in vigore (nota 4).
Nel nostro caso (vedi ancora Figure 2 e 6) l’800 in riquadro, affiancato dal merco dell’argentiere, è riferibile al periodo storico che va dal 1873 al 1934-35 (nota 5), ed essendo stata riscontrata tale punzonatura, così composta da soli due punzoni, su quasi tutte le posate del gruppo, possiamo sicuramente legare la realizzazione delle stesse a questo intervallo di tempo.
Dicevamo quasi tutte.
Infatti, il gruppo di dodici palettine da gelato e la coppia di posate da insalata, a differenza delle altre, presentano, oltre a quelli già descritti, un terzo punzone.
Partiamo dalle prime [Figure 7 e 7a].

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Figura 7.  Il dorso di una delle dodici palettine da gelato con i tre punzoni.

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Figura 7a. Dettaglio della Figura 7: in alto, a destra il merco dell’argentiere Henin, in basso l’800 in contorno ovale; a sinistra un altro punzone in contorno poligonale.

Si noti come, in realtà, il punzone del titolo sia contornato da un profilo ovale e non più rettangolare come visto in precedenza. È questa una differenza che potrebbe apparire di minima entità, ma come stiamo per vedere, abbastanza significativa …
Occupiamoci intanto dell’altro punzone, quello a sinistra [Figura 7b].

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Figura 7b. Forte ingrandimento del punzone che ne permette una sicura leggibilità.

Tale punzone presenta: la sigla provinciale MI a destra, il numero 42 distintivo dell’argentiere a sinistra e il fascio littorio al centro, il tutto racchiuso in losanga tronca ai vertici lungo l’asse maggiore dei lati.
Questa tipologia di punzone, unitamente al punzone 800 in contorno ovale a “profilo liscio” (non più rettangolare o a cifre libere), entra in uso sul territorio del Regno d’Italia dal 25 aprile del 1935 e avrà validità fino al 20 dicembre del 1944, mentre resterà in vigore fino al 25 aprile del 1945 nei territori della Repubblica Sociale Italiana (Donati 1999, pp. 107, 200) (nota 6).
Ora, l’associazione tra 42 e MI, secondo le normative che disciplinavano la fabbricazione dei metalli preziosi in vigore nel periodo sopra riportato, identifica a Milano la bottega degli Henin, i quali comunque continuavano ad apporre sui loro manufatti anche il loro vecchio logo all’insegna delle posate incrociate.
Pertanto, il gruppo di dodici palettine da gelato è stato sì realizzato dalla bottega degli Henin, ma tra il 1935 ed il 1945.
Anche le due posate da insalata [Figura 8 e 8a], presentando uguale punzonatura delle palettine da gelato, ubbidiscono a questo dettato composito-costruttivo, certificandone la realizzazione nello stesso periodo temporale.

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Figura 8. Punzoni presenti su uno dei lati della forchetta da insalata, 800 in ovale liscio e merco storico degli Henin.

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Figura 8a. L’altro lato della forchetta da insalata con il nuovo punzone: 42, fascio e MI (quest’ultimo alquanto consunto, praticamente scomparso) in losanga.

Anche sul cucchiaio si riscontra la stessa punzonatura, pertanto ascriveremo la coppia di posate da servito al periodo 1935-1945, così come già rilevato per le palettine da gelato.

Le posate Clementi
I restanti pezzi, numericamente inferiori, costituiscono il secondo e non meno interessante nucleo del servizio, che è lecito pensare quale componente integrativa del primo.
Troviamo infatti la tipologia specifica delle posate da pesce non presenti nel gruppo “Henin” [Figure 9 e 9a].

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Figura 9. Gruppo di 36 posate da pesce e tre di servizio, coltello-paletta (non presente nella Figura 1), forchettone e pinza, manifattura Clementi, Casalecchio di Reno (Bo).

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Figura  9a. Le stesse posate viste dal retro.

Al gruppo appena documentato si aggiunge il mestolino (individuabile nella fascia centrale della Figura 1, a destra), sicuramente legato a queste posate come testimonia la punzonatura su di esso riscontrata [Figure 10 e 10a].

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Figura 10.  Mestolino in argento, manifattura Clementi (retro).

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Figura 10a. Punzonatura presente sul mestolino, perfettamente corrispondente nei componenti a quella della Figura 3.

Cenni storici sulla bottega Clementi e relativa punzonatura
Per le vicende storiche di questa importante manifattura italiana, attiva a Casalecchio di Reno in provincia di Bologna dal 1912 al 1987 circa, le sue origini e i legami artistico-commerciali con le argenterie tedesche Wilkens (dalle quali eredita il punzone marca pressa), la figura di Martin Wilkens (Brema, 10.02.1850 – Hemelingen, 03.01.1937), figlio di Diedrich W. (Brema, 11-10-1811 – Hemelingen, 09.05.1876) e pronipote del fondatore della Wilkens & Söhne, Martin Heinrich Wilkens (Brema, 21.11.1782 – Hemelingen, 08.05.1869), si rimanda a un dettagliato lavoro a mia firma: La Wilkens-Clementi a Casalecchio di Reno. Dai lineamenti storici della manifattura alle punzonature utilizzate nella marcatura degli oggetti d’argento (maggio 2020) [Leggi].
Si consiglia, in ogni caso, di far precedere tale estensione conoscitiva dalla lettura dell’altro lavoro già segnalato nella nota 4 e di fatto ad esso propedeutico.
In questa sede, a seguito della punzonatura riscontrata, confermiamo questo gruppo di posate della gentile lettrice essere state prodotte tra il 1935 e il 1944-45 (punzonatura in uso sino al 25.04.1945 nei territori della R.S.I.).
Solo due cucchiai del gruppo, presentando una marcatura leggermente diversa e senza il punzone in losanga, denunciano una fabbricazione precedente, ed esattamente tra il 1912, anno di avvio dell’opificio felsineo e il 1935, comunque prima dell’avvento della nuova punzonatura (25.04.1935, losanga con numero 1, punzone fascio) [Figure 11 e 11a].

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Figura 11.  Due dei dodici cucchiai con i punzoni sul retro, 1912-1935, manifattura Clementi, Casalecchio di Reno (Bo).

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Figura 11a. Dettaglio della Figura 11 con i punzoni ben leggibili.

In questo caso, infatti, oltre al leone di San Marco (a sinistra), troviamo al centro la marca pressa senza le iniziali M C di Michelangelo Clementi e, a destra, il titolo dell’argento, 800 in cifre riquadrate.
L’assenza del punzone in losanga, la diversa tipologia del logo originario della Wilkens (la pressa) e le cifre costituenti l’800 riportano la realizzazione di queste posate al periodo sopra riferito.

Considerazioni finali
L’insieme di manufatti oggetto del nostro studio, appartiene a quella nutrita serie di servizi di posate in argento dei quali i collezionisti, o committenti che dir si voglia, facevano aumentare nel tempo le diverse unità o per ampliamenti generici o, soprattutto, per colmare iniziali lacune quali la mancanza di pezzi destinati a un determinato utilizzo, resisi successivamente necessari e magari non contemplati in un primo momento.
Non è poi infrequente, anzi tutt’altro, che gli acquirenti, pur di soddisfare tali esigenze, arricchissero nel tempo il proprio set attingendo anche a manifatture differenti da quella della produzione primaria.
Nel nostro caso, ad un primitivo nucleo di posate realizzate a Milano da Anatolio Henin ed esattamente: dodici forchette, dodici cucchiai, dodici coltelli (tutti grandi), dodici forchettine, dodici cucchiaini e dodici coltellini (fabbricazione 1873 – 1934-35), si aggiunsero successivamente (tra il 1935-1945) dodici palettine da gelato e due posate da insalata.
In questo stesso periodo (1935-45) furono annesse le posate da pesce della manifattura Clementi a Casalecchio di Reno, comprendenti, oltre quelle da portata (forchetta, coltello, pinza e mestolino), dodici forchette, dodici coltelli e dodici cucchiai, due dei quali, però, erano stati realizzati alcuni anni prima del 1935 (come sopra riferito), probabili “giacenze di magazzino” liberate in fase di vendita dell’intero gruppo (come sovente accadeva).
Ora, pur composito e differenziato da due diverse manifatture, pressoché omogeneo nelle linee stilistico-formali, il servizio testimonia una lavorazione di ottimo livello qualitativo (come già riferito in apertura del presente lavoro), malgrado l’utilizzo di nuovi processi produttivi a vocazione semi-industriale o industriale più che artigianale, tipici del secondo Ottocento e in particolare del XX secolo, perfettamente in linea con i tempi, ma divenuti ormai prettamente seriali.

NOTE

[1] Lo stile San Marco, ispirato a prototipi tipicamente lagunari del XVIII secolo, è caratterizzato da coltelli con lame a sciabola e manico a pistola; le forchette sono a tre rebbi. Riproposto da alcune manifatture dell’area italiana (in particolare del Nord) nel secondo e terzo quarto del XX secolo, ebbe molto successo sia sui mercati nazionali che internazionali.

[2] Al secolo Marie-Jeanne Bécu (Vaucouleurs, 19.08.1743 – Parigi, 8.12.1793), andata in sposa nel 1768 al Conte Guglielmo du Barry e pertanto Contessa du Barry.

[3] Vedasi anche: Sambonet 1987, pp. 229-230.

[4] A proposito delle punzonature in uso in area italiana nel XIX e XX secolo, dagli Antichi Stati alla Repubblica Italiana passando per il Regno d’Italia, si rimanda a quanto già riferito dallo scrivente in un articolo dedicato all’argomento: Particolari punzonature in area italiana. Individuazione e metodi di indagine (aprile 2020) [Leggi].

[5] Fino al 1872 avremmo trovato il merco degli Henin, l’insegna delle posate incrociate, insieme ai punzoni del Regno Lombardo-Veneto e dell’Ufficio di Garanzia della città di Milano, rispettivamente il cosiddetto Mondo stellato (per lavori a 800/1000) e l’aratro (Donaver-Dabbene 2001 pp. 71-72, punzoni n. 63 e n° 71).

[6] Regolamento n° 2393 del 27 dicembre 1934 della legge 305 del 5 febbraio 1934.

Bibliografia citata

-V. Donaver – R. Dabbene, Punzoni degli argentieri milanesi dell’800, Edizioni San Gottardo, Milano, 1985.
-G. Sambonet, Gli argenti milanesi. Maestri, botteghe e punzoni dal XIV al XIX secolo, Longanesi, Milano, 1987.
-V. Donaver – R. Dabbene, Argenti italiani dell’Ottocento,Vol. I, Punzoni di garanzia degli Stati Italiani, Edizioni Malavasi, Milano, 2001 (1a Ediz. 1987).
-V. Donaver – R. Dabbene, Argenti italiani dell’Ottocento, Vol. II, Punzoni di argentieri italiani, Edizioni San Gottardo, Milano, 1989.
-U. Donati, Marchi dell’argenteria italiana, De Agostini, Novara, 1999.
-G. Giancane, Particolari punzonature in area italiana. Individuazione e metodi di indagine, Antiquanuovaserie, aprile 2020.
-G. Giancane, La Wilkens-Clementi a Casalecchio di Reno. Dai lineamenti storici della manifattura alle punzonature utilizzate nella marcatura degli oggetti d’argento, Antiquanuovaserie, maggio 2020.

Febbraio 2025

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