Cassettone barocchetto bergamasco
di Andrea Bardelli
Ci si è sempre chiesti come mai non sia registrata la presenza a Bergamo di mobili in stile Luigi XV, diversamente da altre province limitrofe come Brescia e Cremona, altrettanto decentrate rispetto ai principali centri di diffusione dello stile: Milano per un verso, Venezia per un altro.
La risposta più plausibile è che Bergamo abbia continuato a produrre, anche in pieno Settecento, i classici canterani stilisticamente riconducibili al secolo precedente (nota 1).
Rappresenta quindi una vera rarità la scoperta di un cassettone dalle linee mosse tipiche del barocchetto, verosimilmente collocabile, per le ragioni che andremo ad esaminare, in ambito bergamasco [Figura 1].
Figura 1. Cassettone lastronato, cm. 230 x 60, altezza 80, metà XVIII secolo, Bergamo (?), Alzano Lombardo (Bg), proprietà di un Ente religioso.
La fronte mossa è scandita da due grandi cassetti ed è delimitata in basso da una vistosa bavaglia mistilinea; gli spigoli sono marcatamente arrotondati e raccordano la fronte ai fianchi, altrettanto mossi, in cui si aprono due cassetti più piccoli; i piedi intagliati sono di tipo ferino.
È evidente l’attenzione con cui il mobile è stato realizzato: nella forma caratterizzata da curve e controcurve, nella festonatura del bordo inferiore (anche sui lati), nella cura con cui i piedi sono stati intagliati e, non da ultimo, nella scelta dei materiali, con particolare riferimento alla bella lastronatura in noce e radica di noce. La scheda dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) segnala che il piano superiore è stato modificato per servire da base al gruppo del Calvario visibile nell’immagine.
Il mobile presenta caratteri di eccezionalità per la forma insolita e le ragguardevoli dimensioni per cui riesce difficile considerarlo un mobile “normale” adattato allo scopo, ma anche un mobile fatto “ad hoc”. Infatti, vista la destinazione a reggere un gruppo del Calvario, si sarebbe sicuramente pensato a un modello più sobrio, a meno che il mobile non sia stato eseguito per una committenza privata e successivamente trasferito per donazione all’Ente religioso che lo possiede.
Passiamo ora ad esaminare le ragioni che inducono a ritenerlo bergamasco.
Il modello può essere genericamente riferito al Veneto anche se alcuni elementi come le dimensioni e gli spigoli arrotondati rimandano a un’ebanisteria profondamente influenzata dal Veneto come quella emiliana e, segnatamente, quella ferrarese. Inoltre, la particolarità del piano cosiddetto “al bordo”, ossia sporgenze, a filo rispetto alla fronte e ai fianchi, è riscontrabile nel Bresciano e nel Vicentino.
Si potrebbe quindi pensare a un mobile di committenza privata, come sopra ipotizzato, eseguito altrove e giunto ad Alzano Lombardo chissà per quali vie.
Eppure, si riscontra un particolare che induce a ritenere che il mobile sia stato eseguito proprio in ambito bergamasco: mi riferisco alla forma dei piedi.
Il piede del cassettone di Figura 1 è caratterizzato da un elemento irsuto da cui si protendono unghie stilizzate.
Questo piede è riscontrabile, seppur in diverse declinazioni, proprio nel mobile bergamasco di stampo seicentesco di cui si faceva cenno all’inizio, non altrove, qui riproposto in forma allungata per dare slancio al cassettone secondo i dettami settecenteschi.
Ne forniamo, qui di seguito, alcuni esempi, precisando che non si tratta di una trasposizione pedissequa, ma dell’adattamento di un’idea [Figure 2, 2a, 3, 3a, 4, 4a].
Figure 2 e 2a. Cassettone, Bergamo, XVII-XVIII secolo, collezione privata.
Figure 3. Cassone, Bergamo-Lecco, XVII-XVIII secolo, collezione privata
Figura 3a. Particolare del cassone di Figura 3.
Figure 4 e 4a. Cassettone (particolare inferiore di un doppio corpo), Bergamo, XVII-XVIII secolo, Farsetti novembre 2002 n. 239.
Nel cassettone di Figura 4 troviamo anche l’elemento irsuto, non riscontrabile nei due mobili precedenti, ma proprio per un cassettone di questo genere si discute, piedi a parte, se non possa essere veneto (bellunese, trevigiano) o friulano, anziché bergamasco (nota 2).
Tutto è possibile, ma pensare che il cassettone di Alzano Lombardo da cui siamo partiti possa essere di provenienza “friulana” sarebbe veramente troppo.
Piuttosto, vista la sua eccezionalità, potrebbe costituire un unicum non rappresentativo di un genere sviluppato a livello locale. Volendocela cavare con una battuta finale, trattandosi di un mobile pretenzioso, ma non certo raffinato, l’ebanista bergamasco che l’ha creato potrebbe aver pensato che era meglio fermarsi lì.
NOTE
[1] Sull’argomento si rimanda all’articolo Il canterano bergamasco, già pubblicato sulla rivista L’Esperto Risponde, Edimarketing, Milano [Leggi]. Sull’ipotesi che un cassettone a ribalta con alzata a cornicette nere possa essere bergamasco, più esattamente riconducibile alla bottega dei Caniana si rimanda all’articolo Trumò intarsiato del Settecento attribuibile a bottega bergamasca (Caniana?) (ottobre 2019) [Leggi].
[2] Sull’annosa questione si rimanda all’articolo Mobili bergamaschi o “friulani” tra Sei e Settecento (marzo 2020) [Leggi], a quelli che lo hanno preceduto, ivi citati, e al successivo articolo Bergamo, il Veneto e il Friuli, rapporti nel campo dell’arredo ligneo (dicembre 2020) [Leggi].
Dicembre 2024
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