Credenza fiamminga

dalla Redazione di Antiqua

Un’affezionata lettrice di Antiqua ci scrive di avere la possibilità di acquistare un mobile da cui è stata attratta, una credenza definita fiamminga o alto-renana del XVII secolo, precisando che “deve decidersi in fretta” [Figura 1]. Ci chiede un’opinione sulla qualità del mobile e, in particolare, dell’intaglio, prospettandoci l’eventualità, se di interesse, di farne un caso di studio.

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Figura 1. Credenza, rovere, arte fiamminga del XVII secolo (?), mercato antiquario.

Non siamo esperti di mobili fiamminghi e, causa la “fretta”, possiamo avvalerci solo di una documentazione fotografica nemmeno impeccabile.
La prima impressione è che non si tratti di un mobile antico, bensì di una riproduzione in stile o, meglio, di un mobile che equivale ai tanti manufatti neorinascimentali prodotti in Italia tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento.
Lo stato di usura non sembra compatibile con quello di un mobile antico anche se il legno di cui è fatto, il rovere, è particolarmente resistente e poco soggetto agli attacchi di insetti xilofagi.
Inoltre, i tagli dei legni sembrano troppo netti e regolari, per un verso, arrotondati in modo un po’ artificiale, per un altro.
Al di là delle sensazioni, è fondamentale trovare elementi per quanto possibile oggettivi su cui far leva. Iniziamo a riscontrane alcuni che hanno a che vedere con le parti metalliche.
Come di può vedere nell’immagine successiva [Figura 1a], le ante sono articolate alla struttura con cerniere del tipo “a pollice”, sconosciute nel XVII secolo (cerchio giallo) e la serratura dell’anta di sinistra (a destra per chi guarda) ha un meccanismo a molla incompatibile l’alta epoca ed essendo a incasso risulta improbabile sia stata aggiunta in seguito (cerchio verde).

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Figura 1a. Particolari rilevati nella credenza.

Purtroppo, non possediamo immagini dell’interno dei cassetti e delle parti non “a vista” al fine di analizzare incastri e chiodature, ma da una terza immagine si ricava un dettaglio costruttivo che aggiunge ulteriore verosimiglianza all’ipotesi di un mobile molto tardo [Figura 1b]. Lo schienale parrebbe costruito a telaio, sostenuto da un elemento centrale (freccia rossa), secondo criteri applicati solo dall’Ottocento inoltrato in poi.

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Figura 1b. Particolare dello schienale visto dall’interno del mobile.

Per ovviare alla difficile lettura dell’immagine, mostriamo una credenza italiana in stile neorinascimentale – di cui si diceva sopra – e il suo schienale con la costruzione a telaio sostenuto da un elemento centrale [Figura 2 e 2a].

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Figure 2 e 2a. Credenza, Italia, fine XIX secolo, mercato antiquario.

Applicare a un mobile di provenienza estera i criteri di analisi tecnico-stilistica che si utilizzano per i mobili taliani può essere discutibile.
Tuttavia, a conferma sia dell’origine fiamminga della credenza di Figura 1, sia del fatto che si tratti di un mobile molto tardo rispetto allo stile che vuole rappresentare, abbiamo reperito sul mercato un caso simile: un mobile anch’esso in rovere, definito “credenza di corte fiamminga del XVII secolo”, di cui però si denuncia, correttamente, la provenienza dalla Gran Bretagna e la metà circa del XIX secolo come epoca di produzione [Figura 3].

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Figura 3. Credenza in stile fiammingo del XVII secolo, rovere, Gran Bretagna 1850 circa, mercato antiquario (fonte 1ST DIBS).

Con malcelato orgoglio riportiamo il commento della lettrice che si era rivolta a noi: “… vi sono infinitamente riconoscente per avermi evitato una fregatura. Pensi che perfino [omissis], il più quotato esperto francese, avendo visionato le stesse fotografie non aveva dubitato della datazione secentesca del mobile, per non parlare di alcuni cosiddetti esperti di case d’asta italiane che l’avevano stimato prendendolo per buono”.

Febbraio 2025

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