Ernesto Turati e la camera della contessa Casati
della Redazione di Antiqua
Nella ricca e prestigiosa asta di Cambi del 4 luglio 2024 è comparsa anche la riproduzione in miniatura “della stanza arredata della Contessa Casati nella villa di Arcore. 1907”.
La didascalia, che riportiamo per intero, recita: “Firmata Turati Ernesto fece, Monza, Novembre 1907. Il mobilio in miniatura in noce con intarsi in acero comprende, tra gli altri, un letto, un armadio, un cassettone con marmo, una toeletta con specchio, una cornice con ritratto della Contessa. Struttura della stanza in pioppo, esternamente rivestito con velluto. Boiserie interna laccata e decorata con filettature in oro, pareti rivestite in seta. Il pavimento intarsiato in mogano e acero reca la firma dell’esecutore” [Figura 1].
Figura 1. Turati Ernesto, “Riproduzione della stanza arredata della Contessa Casati nella villa di Arcore, 1907”, cm. 75 x 55, altezza 58, Cambi 4 luglio 2024 n. 327.
Non essendo specificata la provenienza dell’oggetto, non ci è dato di sapere come esso sia stato associato alla villa di Arcore, a meno che dal ritratto [Figura 1a] non sia stato possibile riconoscere il personaggio che la abitava nel 1907.
Figura 1a. Particolare della Figura 1 con il foto-ritratto della contessa.
All’epoca, la villa era abitata dal conte Alessandro Casati (1881-1955) del ramo dei Casati Stampa di Soncino, ai quali era pervenuta alla fine dell’Ottocento, per cui la “contessa” in questione non potrebbe che essere la moglie Leopolda (1873-1960), la quale era per altro marchesa, provenendo dalla famiglia Incisa della Rocchetta.
Sarebbe una delle rare, se non l’unica immagine di Leopolda Casati, mentre abbondano in rete quella della cognata, l’eccentrica Luisa Amman in Casati (1881-1957), la quale fu ritratta anche da Giovanni Boldini.
Certamente, lo stemma sul pavimento intarsiato in mogano e acero della camera in miniatura è quello dei Casati, come si può dedurre dal confronto con lo stemma pubblicato nell’opera di Felice Calvi sulle famiglie notabili milanesi nel 1885 [Figure 1b e 2, nota 1].
Figura 1b. Particolare della Figura 1 con lo stemma Casati.
Figura 2. Stemma Casati in: Felice Calvi, Famiglie notabili milanesi, Vallardi, Milano 1885.
Come anticipato sopra, l’oggetto reca la firma dell’artefice Ernesto Turati che lo ha eseguito a Monza nel novembre 1907 [Figura 1c].
Figura 1c. Particolare della Figura 1 con la firma dell’artefice.
Ernesto Turati non compare tra gli artefici censiti nei repertori di Antiqua, dove figura invece un Antonio Turati, titolare di fabbrica di mobili in Seregno (MB), come si deduce da un’etichetta [Figura 3] reperita su un cassettone di inizio Novecento, di cui non è possibile documentare l’immagine.
Figura 3. Etichetta della fabbrica di mobili Antonio Turati.
Possiamo presumere che Ernesto Turati sia anche l’autore dei mobili a grandezza naturale, ma non siamo in grado di dire se il diorama con i mobili in miniatura sia un modellino sottoposto ai committenti per indirizzarne la scelta o un omaggio successivo alla fornitura (nota 2).
Evidentemente, la contessa Casati era piuttosto tradizionalista nei gusti poiché, invece di commissionare una camera “alla moda”, in stile Art Nuveau, si fa costruire dei mobili di gusto barocchetto lombardo, per altro destinati ad avere anche in seguito un largo successo, soprattutto attorno alla metà del Novecento.
Si veda, ad esempio, una camera completa che con i suoi decori intarsiati del tipo “pel de rava” (pelle di rapa) si collega proprio alla tradizione lombarda di metà Settecento [Figura 4, nota 3].
Figura 4. Camera in stile barocchetto lombardo, metà circa XX secolo, mercato antiquario (definita “Chippendale”).
Le due camere hanno in comune anche la caratteristica di essere composte, salvo alcune varianti, dalle stesse tipologie di mobili, secondo una prassi di arredo destinata a protrarsi lungo tutto l’arco del Novecento. Ogni camera “completa” vantava almeno un letto matrimoniale, due comodini, un armadio con anta vetrata, un cassettone e una toilette con relativo sedile.
NOTE
[1] A conferma che lo stemma è lo stesso anche nel 1907, esso compare nell’Enciclopedia storico-nobiliare italiana di Vittorio Spreti, edita a Milano presso l’Unione Tipografica nel 1928 [Figura A].
Figura A. Stemma Casati in: Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, vol. II, Unione Tipografica Milano, 1928.
[2] Non pensiamo si tratti di un gioco tipo “casa di bambola” perché la contessa Casati, se di lei si tratta, aveva all’epoca 34 anni e la coppia non aveva figlie femmine. L’unico figlio maschio, Alfonso, era nato nel 1918 e morì in guerra nell’agosto 1944.
[3] Sui mobili “pel de rava” si rimanda all’articolo Mobili “pel de rava” (dicembre 2014) [Leggi]; vedi anche Mobili “pel de rava”: addenda al catalogo (marzo 2018) [Leggi].
Dicembre 2024
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