Giuseppe Fecit e figli, falegnami in cerca di opere

di Rolf Fauser

Mail del 10 ottobre 2024
Egregio Signor Bardelli
sto scrivendo un libro su un liutaio cremonese dell’Ottocento, Pietro Grulli (nota 1). Questo liutaio aveva relazioni con il liutaio ed ebanista Gaetano Antoniazzi e con l’ebanista Paolo Moschini.
Nella mia ricerca su quelle persone sono incorso nel vostro sito con gli eccellenti saggi su questi falegnami e sul loro lavoro (nota 2).
È stato una gioia particolare di vedere l’articolo sugli Antoniazzi e la relazione tra ebanisteria e liuteria. Nel mio libro voglio dire qualcosa su di lui e sul suo lavoro; mi sarebbe molto utile poter illustrare questo parte con alcune foto di questi lavori …

Mail del 13 ottobre 2024 (estratto)[…] Ho visto che la gente non sa la data di morte di Paolo Moschini, in genere si scrive “dopo 1850“. Ecco un’informazione per voi: Paolo Moschini morì il 20 marzo 1866 a Cremona.
Un’altra domanda: a Cremona viveva nell’Ottocento la famiglia dei falegnami Fecit, il padre Giuseppe e i figli Carlo e Gaetano. Per caso lei la conosce?

Mail del 17 novembre 2024 e seguenti (sintesi)
Ho incontrato il nome di Carlo Fecit in uno scritto su Pietro Grulli – che è il liutaio che sto studiando – nel Dizionario biografico dei musicisti e fabbricatori di strumenti musicali cremonesi di Giorgio Sommi Picenardi dove si legge: [Pietro Grulli] Imparò sotto Moschini Paolo (discepolo di Maffezzoli) per intagliarli e impellicciarli, e sotto Carlo Fecit l’intaglio (nota 3).
Carlo Fecit (1817-1874) era quindi intagliatore, mentre risultano falegnami il padre Giuseppe (1798-post 1877) e il fratello Gaetano (1820-1874) che sarebbe morto a Milano, sebbene residente a Cremona con tutti gli altri.
Alcune notizie su Giuseppe si ricavano nel sito lombardiarchivi.it, più precisamente nell’archivio del Comune di Annicco (Cr) in cui risulta, dalla documentazione relativa al periodo 28 settembre 1841-23 ottobre 1843, una delibera del Consiglio Comunale in merito all’acquisto di nuovi mobili per gli uffici comunali dal falegname Giuseppe Fecit di Cremona (nota 4).
Nel 1854 Giuseppe Fecit è elencato a Cremona come “Fecit, Giuseppe, Fabbricatore e Negoziante di mobili” in un indirizzario commerciale e aziendale relativo alle province dell’impero austriaco (Handels und Gewerbeaddressenbuch der österreichischen Monarchie, Theil II, Adressen von den Provinzen”, Wien, 1854).
Ancora Giuseppe Fecit è menzionato in una tesi di laurea sugli arredi della chiesa di San Domenico a Cremona [Figura 1], a proposito di una perizia redatta in data 30 ottobre 1866 sugli altari della chiesa dall’esperto d’arte Pietro Bottinelli e dallo stesso Giuseppe Fecit definito “molto competente nella lavorazione del legno” (nota 5). Ciò avveniva poco prima della demolizione della chiesa, avvenuta nel 1868, per far posto ai giardini pubblici della città (nota 6).

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Figura 1. Chiesa e convento di San Domenico a Cremona ante 1868.

NOTE

[1] Si veda, tra gli altri, l’archivio della liuteria cremonese [Vedi ].

[2] Si allude principalmente, per quanto riguarda Gaetano Antoniazzi all’articolo Gli Antoniazzi. Rapporti tra liuteria ed ebanisteria a Cremona (2020) [Leggi], per quanto riguarda Paolo Moschini all’articolo Un tavolino neoclassico di Paolo Moschini (novembre 2022) [Leggi].

[3] Giorgio Sommi Picenardi, Dizionario biografico dei musicisti e fabbricatori di strumenti musicali cremonesi (a cura di Cesare Zambelloni), Brepols, Turnhout (B) 1997.

[4] [Vedi].

[5] Cristina Pagliari, Pezzi di San Domenico. Un tentativo di ricostruzione mentale della basilica Cremonese, Venezia, Università Cà Foscari, tesi di laurea AA 2016/2017, p. 25.

[6] [Vedi].

Saremmo lieti di ricevere ulteriori notizie a proposito di Giuseppe Fecit e dei figli e possibilmente qualche immagine dei loro lavori.

Gennaio 2025

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