Giovanni Battista Del Frate intagliatore in trasferta
di Andrea Bardelli
Sorprende sempre riscontrare come anche gli artefici del legno fossero dotati di grande mobilità e come alcuni di essi si trasferissero anche a lunga distanza a caccia di committenze, si crede, ma le ragioni potrebbero essere diverse.
Il problema che ci interessa maggiormente – lo stesso che anche gli studiosi di pittura si pongono – è se l’artefice porta con sé lo stile della terra d’origine o se acquisisce lo stile locale. Certo dipende da dove e quando ha ricevuto la sua formazione, ma l’influsso del territorio dove si trova a operare può risultare determinante.
Desideriamo qui segnalare il caso di Giovanni Battista Del Frate, intagliatore milanese il quale, nel 1661, partecipa all’arredo dell’oratorio di Sant’Antonio da Padova a L’Aquila realizzando le porte di accesso alla sagrestia e alla torre campanaria [Figura 1] e due confessionali [Figura 2] che gli vengono saldati nel 1667 (nota 1).
Figura 1. G.B. Del Frate, porta, 1661 circa, L’Aquila, oratorio di Sant’Antonio da Padova.
Figura 2. G.B. Del Frate, confessionale (uno di due), 1661 circa L’Aquila, oratorio di Sant’Antonio da Padova.
La stessa fonte riferisce che, a distanza di vent’anni, Del Frate realizza la “scenografica” tribuna d’organo della badia morronese di Santo Spirito presso Sulmona (Aq) [Figura 3], ossia dell’Abbazia di Santo Spirito al Morrone.
Figura 3. G. B. Del Frate, Tribuna dell’organo, 1681 ca., Sulmona, Abbazia di Santo Spirito al Morrone.
Troviamo maggiori dettagli in un numero del 1910 della rivista Emporium, dove si conferma che Gio. Battista del Frate, milanese, disegna ed esegue nel 1681 “l’organo” per la badia morronese, aggiungendo però che l’opera era stata dorata nello stesso anno da Francesco Caldarelle di S. Stefano (probabilmente Santo Stefano di Sessanio presso l’Aquila). I pilastri e le mensole che sostengono la balaustra sono di fattura settecentesca, dorati nel 1754 da certo Benedetto De Luca di Caramanico (terme) in provincia di Pescara (nota 2).
Dal disegno di Del Frate per la balaustra dell’organo, è stata ricavata l’incisore Organo esistente nell’Abbazia Morronese di Sulmona, eseguita da Nicola Billy in data posteriore al 1706. Era costui un incisore, mercante di stampe e saltuariamente anche disegnatore di origine francese, operante a Roma dalla fine del Seicento alla prima metà del Settecento (nota 3).
Se l’attività di Giovanni Battista Del Frate viene registrata in numerosi centri della Marsica, è abbastanza sorprendente ritrovarlo in Lombardia. Infatti nel 1682, quindi subito dopo l’opera sulmonese, egli compare insieme a un certo Besozi (Besozzi?) tra gli intagliatori e doratori che hanno eseguito cornici per conto della famiglia Borromeo. Lo si deduce dai Libri di Cassa tra 1678 e 1690 (pagamenti cornici) conservati nell’Archivio Borromeo nell’Isola Bella sul Lago Maggiore (nota 4).
Resta ancora da domandarsi cosa ci sia di “milanese” nell’attività abruzzese di Giovan Battista Del Frate che dura almeno un ventennio (1661-1681), a meno che nel frattempo non avesse fatto la spola con Milano. E’ soprattutto nei confessionali aquilani (vedi ancora Figura 3), guardando le teste di angeli con le ali ripiegate, oppure le candelabre (“pendoni”) con sequenze di tralci fioriti e nastri annodati, che possiamo scorgere non poche affinità con quanto prodotto nelle chiese di Milano e dintorni da artefici come Carlo Garavaglia (1613 circa-1663) e, prima, dai membri della famiglia Taurino.
NOTE
[1] Biancamaria Colasacco, L’arredo ligneo nell’oratorio barocco di Sant’Antonio da Padova a L’Aquila, in AAVV a cura di G. B. Fidanza, L’arte del legno in Italia. Esperienze e indagini a confronto, atti convegno Pergola ottobre 2002, Quattroemme, Ponte San Giovanni (Pg) 2005, p. 193-200, ivi citato come Battista Del Frate.
[2] Emporium n. 184, aprile 1910, p. 305.
[3] Fabia Borroni, Billy Nicola, il Vecchio, Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani, Milano, ad vocem [Leggi).
[4] Ringrazio la storica dell’arte Patrizia Zambrano per la segnalazione.
Prima pubblicazione: Antiqua.mi, gennaio 2017
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