Lo Schiavone, Donatello … e i tarocchi Sola Busca
di Attilio Troncavini
É in corso presso la Pinacoteca di Brera, fino al 17 febbraio 2013, una bella mostra inaugurata il 13 novembre scorso, dedicata a un mazzo di 78 carte per il gioco dei tarocchi (il più completo fin ora noto), già appartenuto alla famiglia Sola Busca ed entrato a far parte stabilmente, dal 2009, del patrimonio di Brera.
Tra le opere esposte, quale testimonianza del clima culturale – nel caso specifico padovano – in cui può essere maturata l’esperienza dell’autore dei tarocchi (per la prima volta identificato nel pittore anconetano Nicola di maestro Antonio), vi è una Madonna con Bambino [Figura 1] di Giorgio Schiavone (1433/36-1504), proveniente dal Museo Correr.
Figura 1. Giorgio Chiulinovich, detto Giorgio Schiavone, Madonna con Bambino, Venezia, Museo Correr (foto Archivio fotografico Musei Civici Veneziani; fondazionezeri.unibo.it).
In un tabellone esplicativo che accompagna una delle prime sezioni della mostra (esattamente il numero 2) si afferma che il dipinto “… rielaborava una placchetta di Donatello (conservata al Victoria and Albert Museum di Londra) avendo presenti le più morbide Madonne di Filippo Lippi …”.
La nostra innata curiosità e la passione per le placchette in bronzo ci ha indotto immediatamente ad approfondire la questione, anche per corroborare la tesi che esempi di arti decorative, come sono le placchette, potessero aver influenzato opere appartenenti alle cosiddette arti maggiori, in questo caso la pittura.
Presso il Victoria and Albert Museum (VAM) troviamo due placchette in bronzo raffiguranti la Madonna con Bambino [Figure 2 e 3], entrambe attribuite alla bottega di Donatello, in cui ravvisare i possibili termini del confronto sopra suggerito.
Figura 2. Ambito di Donatello, Madonna con Bambino, bronzo, Londra, VAM, Inv. A.406-1910 (lascito Salting).
Figura 3. Ambito di Donatello, Madonna con Bambino, bronzo, Londra, VAM, Inv. 7474-1861. N.B. A solo scopo di confronto, quest’immagine è resa con le figure che guardano verso sinistra.
Non pare che nella prima (Figura 2) si possa riconoscere alcuna particolare analogia col dipinto dello Schiavone, quanto piuttosto nella seconda, con particolare riferimento alla figura del bambino, a patto che la si consideri in controparte, ossia con la Madonna che guarda verso sinistra (Figura 3).
Nell’originale londinese, infatti, sia la Madonna che il Bambino guardano verso destra. La rivediamo, orientata nel verso corretto, messa a confronto con un rilievo in stucco appartenente alla stessa collezione del VAM (Inv. A.45-1926), probabilmente ricavato da una versione della stessa placchetta [Figura 4].
Figura 4. Ambito di Donatello, Madonna con Bambino, rilievo in stucco, Londra, VAM, Inv. A.45-1926.
Insomma, alla luce di questa verifica, ci pare che il riferimento alla placchetta di Donatello, per quanto correttamente espresso e pertinente per epoca e ambito culturale, non sia del tutto puntuale (nota 1).
Ci si chiede allora come considerare due riferimenti proposti per altrettanti tarocchi facenti parte del mazzo Sola Busca.
Nel primo, la posa di Carlo Magno per la carta del re di spade rimanderebbe a quella di Marte della Serie E dei cosiddetti Tarocchi di Mantegna (nota 2); in mostra vediamo la versione a penna realizzata, probabilmente a ricalco, dal Lazzarelli per il suo De Gentilium deorum imaginibus (nota 3).
Nel secondo, la fisionomia di un personaggio raffigurato di profilo nella carta del sette di spade sarebbe tratta, “forse per il tramite di un disegno o un bassorilievo”, da una moneta romana del tipo di quella in mostra: un aureo di Nerone del 64-65 d.C. (Raccolta numismatica del Castello Sforzesco di Milano in deposito dalla Pinacoteca di Brera).
Lasciamo al lettore il compito di recarsi in mostra (che come già detto merita una visita) e constatare e giudicare di persona quanto sopra.
NOTE
[1] Segnaliamo a questo proposito che la stessa placchetta di Donatello viene indicata come modello per la Madonna con Bambino (Berlino, Gemäldegalerie) dipinta da Francesco Squarcione, presso la cui bottega matura l’esperienza di vari artisti tra i quali lo Schiavone (Leggi).
[2] Si tratta di un insieme di 50 carte di contenuto enciclopedico, che illustrano le condizioni e le attività umane, le Muse con Apollo, le Arti, le Virtù, i Pianeti, di cui ancora gli studiosi dibattono per luogo e data di realizzazione (Tratto da una tabella esplicativa in mostra)
[3] Ludovico Lazzarelli (San Severino Marche 1447-1500), De Gentilium deorum imaginibus, codice manoscritto membranaceo (incompleto), 1471-77 (San Severino Marche, Biblioteca Comunale).
Prima pubblicazione: Antiqua.mi, dicembre 2012
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