La pittrice Teresa Buttini Revelli

della Redazione di Antiqua

Non saremo mai abbastanza grati ai mercati d’arte che accompagnano gli oggetti proposti in rete con un corredo di belle immagini che, oltre a garantire una certa trasparenza e fornire una migliore consapevolezza al potenziale acquirente, sono d’ausilio per gli studiosi e, in qualche caso, di stimolo.
In questa circostanza ci riferiamo a due dipinti su pergamena di soggetto allegorico e mitologico, entrambi firmati Teresa Buttini Revelli e datati 1765.
Il primo è intitolato l’Educazione di Cupido ed è una copia dell’opera di Correggio, oggi conservata alla National Gallery di Londra [Figure 1, 1 bis, 1 ter]. Il secondo è intitolato Cupido fabbrica l’arco ed è una copia dell’opera di Parmigianino che si trova al Kunsthistorisches Museum di Vienna [Figure 2, 2 bis, 2 ter].

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Figura 1. Teresa Buttini Revelli, Educazione di Cupido, 1765, dipinto su pergamena, cm. 19 x 14 (cornice cm. 23 x 17), collezione privata, già mercato antiquario.

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Figura 2. Teresa Buttini Revelli, Cupido fabbrica l’arco, 1765, dipinto su pergamena, cm. 19 x 14 (cornice cm. 23 x 17), collezione privata, già mercato antiquario.

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Figura 1 bis. Dettaglio del dipinto di Figura 1.

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Figura 2 bis. Dettaglio del dipinto di Figura 2.

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Figura 1 ter. Firma di Teresa Buttini Revelli e data, dettaglio del retro del dipinto di Figura 1.

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Figura 2 ter. Retro del dipinto di Figura 2.

I due dipinti erano disponibili presso la galleria milanese Di Mano in Mano a cui si deve anche il merito di averli mantenuti in rete nonostante fossero stati venduti e dove si può ancora visionarli [vedi e vedi rispettivamente].
Non ci occupiamo in questa la sede di esaminare la tecnica impiegata e giudicare la qualità dell’opera, per altro ottima sul piano esecutivo.
Ci interessa l’autrice Teresa Buttini Revelli, la quale si firma sul retro in bella calligrafia, aggiungendo, nel caso del dipinto di Figura 1, anche la sigla TBR. Ci incuriosisce, infatti, che gli esperti di Di Mano in Mano non abbiano inserito nelle schede dei due dipinti alcuna notizia biografica.
Ci abbiamo provato noi, ma, da una ricerca abbastanza accurata fatta in rete, il nome della pittrice Teresa Buttini Revelli compare solo con riferimento alle due opere in questione!
Abbiamo reperito notizie a proposito di una pittrice saluzzese che si chiama Teresa Buttini, quasi certamente lei da nubile, in due fonti ottocentesche. La prima è Della letteratura saluzzese: Discorso recitato nel Reale Collegio di Saluzzo il XII Decembre M.DCCC.XLIII, di Edoardo Giacinto Trona (Lobetti-Bodoni, Saluzzo 1844, p. 103) in cui si parla, tra le glorie di Saluzzo, dell’ “ornatissima Teresa Buttini”, la quale “dipinse varie tavole assai lodate, ed alcune miniature, che esistono presso i nipoti di lei”. La seconda, che riprende alla lettera la prima, è il Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna compilato per cura del professore Goffredo Casalis, Volume 17, presso G. Maspero librajo e G. Marzorati tipografo, Torino 1848, p. 825 (nota 1).
Nessuna notizia della sua attività di pittrice dopo aver acquisito il cognome Revelli.

Applicando le regole del profiling stiamo cercando una signora che all’epoca dei due dipinti può avere circa 25 anni, quindi nata attorno al 1740, di buona famiglia con basi artistiche piuttosto solide che le provengono dalla frequentazione di una scuola o di un ambito di artisti, forse membri della stessa famiglia.
Il cognome Buttini è abbastanza diffuso nel Saluzzese, meno il cognome Revelli nonostante Revello sia un comune in provincia di Cuneo in Piemonte, già facente parte dell’antico Marchesato di Saluzzo. Pensiamo quindi che Teresa possa essersi sposata altrove, magari a Torino.
La ricerca effettuata nella Torino della seconda metà del Settecento ha fatto emergere diversi personaggi che animavano la scena artistica, ma anche culturale e scientifica.

Il primo nome è quello del celebre pittore Claudio Francesco Beaumont (1694-1766).
Il profilo redatto da Andreina Griseri per il Dizionario Biografico degli Italiani (Treccani, 1970, vol. VII) [Leggi] non parla della sua famiglia se non alla fine in cui ricorda alcuni figli tra cui Vittoria, da cui, si scrive: “discese la famiglia Revelli, che a Grugliasco, presso Torino, fino al 1950, possedeva beni e ricordi del pittore, tra cui bozzetti”, nient’altro. Le notizie sui figli maschi, tra cui il pittore Carlo Emanuele (1715-1736) sono laconiche, ma più circostanziate (nota 2).
Nel sito delle chiese italiane (www.chieseitaliane.chiesacattolica.it ), nella scheda relativa alla chiesa di San Giovanni Evangelista, Chiaves, Monastero di Lanzo (To), si parla (tra le notizie storiche) della tela collocata nella seconda cappella a sinistra, raffigurante la Redenzione, eseguita nel 1816 dal pittore Vincenzo Antonio Revelli. Di lui si dice che il padre “originario di Monastero, era sposato con Vittoria Beaumont, figlia dell’insigne pittore Claudio” (nota 3).
Vincenzo Antonio Revelli (1764-1835) fu pittore, letterato e filosofo e le notizie che si possono trovare in rete su di lui sono piuttosto scarse (nota 4).
Il padre di cui si dice sopra, marito di Vittoria Beaumont, è il matematico Filippo Antonio Revelli (1716-1801), noto per essere stato maestro di quel Joseph-Louis Lagrange, nato Giuseppe Luigi Lagrangia (1763-1813), matematico e astronomo, sul cui teorema si sono affannate generazioni di studenti [Leggi](nota 5).

Tornando al pittore Vincenzo Antonio, abbiamo rintracciato la moglie riportata come Madame Revelli in un testo sui giacobini piemontesi. E così identificata: “Probabilmente una delle tante amanze [sic] di Labindo, moglie di V. A. Revelli, famoso per i suoi Quadri allegorici in prosa, in cui si scorge molta fantasia, un amore esagerato dei chiaroscuri, stile tronfio e strascicato, ma un certo buon senso politico. Era membro dell’<<Accademia Nazionale di Scienze, Lettere ed Arti>>, di quella degli <<Unanimi>>, e della <<Società libera d’Istruzione>> [n. d. tr.]” (nota 6).
È sicuramente Vincenzo Antonio il V. A. Revelli di cui si parla, anche se si cita solo la sua attività letteraria e non di quella artistica o filosofica, dal momento che è confermata la sua iscrizione all’Accademia delle Scienze di Torino dal 17 gennaio 1801 [vedi].
Labindo, al secolo Giovanni Fantoni (1755-1807), fu poeta e giacobino [vedi] e da una lettera a lui indirizzata nel 1805 scopriamo che Madame Revelli si chiamava Teresa (nota 7).
Purtroppo, ovviamente, non può essere lei la Teresa Revelli che cerchiano perché i dipinti su pergamena sono datati 1765 e il “marito” è nato nel 1764. I suoi dati anagrafici sarebbero stati compatibili con l’essere moglie di Filippo Antonio Rovelli, ma sappiamo che quest’ultimo era sposato con Vittoria Beaumont.

Per gli stessi motivi anagrafici, non può essere lei una delle due “sorelle Revelli” di Torino, ammesso che si tratti di pittrici, elencate in un volume dedicato alle artiste tra Otto e Novecento (nota 8).
Tuttavia, l’idea di una persona che si muovesse a Torino a metà Settecento sulla scia di Beaumont, non ci sembra un’ipotesi da scartare.
In attesa di qualche rivelazione da parte di studiosi che hanno già studiato l’argomento o della pubblicazione di documenti inediti, possiamo immaginare che la nostra pittrice Teresa Buttini, trasferitasi dalla natia Saluzzo, possa aver magari sposato un fratello del matematico Filippo Antonio Revelli e che quindi sia la zia del pittore Vincenzo Antonio.

NOTE

[1] Per la cronaca, Teresa Buttini è citata insieme alla “damigella Nani”, la quale “dipinse il crocifisso che si ammira nella cappella del ss. Sacramento nel duomo di sua patria: del suo pennello sono anche vari altri quadri che veggonsi nel palazzo del conte della Torre del Villar”.

[2] Per i documenti riguardanti i figli viene citato A. Baudi di Vesme in Schede Vesme-L’arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, vol. I, Torino 1963, ad vocem.

[3] Nella descrizione della chiesa, una tela di Antonio Revelli risulta collocata nella terza campata a sinistra sull’altare dipinto a finto marmo intitolato alle Anime del Purgatorio.

[4] Non esiste una voce sul Dizionario Biografico degli Italiani e la pagina su Wikipedia non è stata ancora create. Si può consultare il Dizionario degli artisti (a cura di Cristina Bonagura) in Pittori e pittura dell’Ottocento italiano, Redazione Grandi Opere, De Agostini, Novara 1996-1997 [vedi].

[5] In un sito di araldica si legge la genealogia della famiglia è rigorosamente provata fino ai tempi attuali da quando Giorgio Revelli, dopo essersi trasferito nelle Valli di Lanzo (a conferma di quanto sopra), sposò nel 1677 Anna Maria Barra da cui nacque Giovanni Giacomo, padre di Filippo Antonio [vedi].

[6] Giorgio Vaccarino, I giacobini piemontesi 1794-1814, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali Ufficio centrale per i beni archivistici, 1989, p. 569, ivi nota 4.

[7] Alessandra F. Celi-Simonetta Simonetti, Memorie nascoste. Carte di donne nel territorio apuano (secc. XVI-XX), s.d. p. 82).

[8] Eligio Imarisio, Donna poi artista: identità tra Otto e Novecento, Franco Angeli, Milano 1996, p. 173.

Marzo 2021

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