Odette D’Albo (a cura di), Giovanni Stefano e Giuseppe Montalto. Due pittori trevigliesi nella Lombardia barocca, Scalpendi, Milano 2015, euro 25,00.

Non si riconoscerà mai abbastanza a lavori come questo il merito di far luce su figure di artisti, magari non di primissimo piano, ma assai laboriosi – loro e le loro organizzate botteghe – rendendo un prezioso servizio ai fini di identificare tanti dipinti anonimi, disseminati nelle parrocchie dei vari territori.
Ai fratelli Giovanni Stefano (1612-1690) e Giuseppe (1609-1690) Montalto, al secolo Donedi, pittori attivi prevalentemente in Lombardia durante il XVII secolo, è dedicato un bel volume che raccoglie gli atti del Convegno tenutosi a Trevoglio (Bg) il 12 aprile 2014, pubblicati quindi a tempo di record.
È un lavoro corale, abilmente ricondotto in termini di testo unitario dalla curatrice Odette D’Albo che firma l’introduzione e il saggio dedicato alle vicende dei due pittori e all’evoluzione della critica nei loro confronti. Altri contributi trattano la Treviglio del loro tempo, i loro esordi e gli artisti di maggior riferimento (tra tutti il Morazzone e Francesco Cairo), la loro fortuna presso committenti e collezionisti. Altri ancora si dedicano a loro opere, come gli affreschi per il Sacro Monte di Varallo o il ciclo di san Martino per la Basilica di Treviglio. Parlando di “loro” opere ci si riferisce a dipinti eseguiti da Giovanni Stefano Montalto, il più dotato e prolifico dei due, da solo o in compagnia di Giuseppe, autore anche in proprio, o della bottega alla quale è dedicato un capitolo specifico. Il quadro è completato dell’opera grafica di Giovanni Stefano e da alcune novità emerse dallo spolio dei documenti.
Diversamente da come accade talvolta nei testi che sono il frutto di un convegno, il rischio di ripetizioni è stato ridotto al minimo e non si registrano affermazioni contraddittorie.
Anzi, alcuni risultati si completano aprendo la strada a nuovi percorsi di ricerca come quello – che reputiamo molto stimolante – di mettere in luce l’attività di pittore di Giovanni Bellandi, già abilissimo scultore in marmo per il Duomo di Milano. Emergono di tanto in tanto alcune civilissime divergenze di opinioni sull’attribuzione di alcune opere, come sempre accade quando gli studi sono all’inizio e si tenta di formare un catalogo di un dato autore. Convegno a volume sono stati anche l’occasione per presentare sia dipinti che documenti inediti.

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