AAVV (a cura di L. Olivato e A. Zamperini), Il ritratto e l’elite, il volto del potere a Verona dal XV al XVII secolo, Osiride, Rovereto (Tn) 2012, 160 pagine formato 24 x 28, euro 20,00.
Chi non ha avuto modo di approfondire l’argomento, magari attraverso la lettura del testo di André Chastel (A. Chastel, Il donatore in abisso nelle pale, in Favole, Forme e Figure, Torino 1988, p. 190), può rimanere colpito e divertito dalla figura del “donatore in abisso”, ossia del donatore (o dei donatori), in primo piano e solitamente di profilo, dei quali si vede solo la parte superiore come se stazionassero nella buca di un teatro sul cui palco si svolge la scena principale.
Ne possiamo vedere un esempio in un dipinto di Francesco Bonsignori, intitolato La Vergine col Figlio, santi e donatrice Altobella Avogadro (1484), che si trova a Verona nel Museo di Castelvecchio.
L’immagine è riprodotta all’interno di un corposo saggio di Alessandra Zamperini contenuto nel volume citato in calce che desideriamo segnalare.
“Spetterebbe a Liberale da Verona l’introduzione del cosiddetto donatore in abisso, vale a dire la raffigurazione del busto dell’offerente nella parte inferiore del dipinto, solitamente ripreso di profilo in opposizione alla resa frontale delle figure sacre. Una delle prime applicazioni in pittura risale alla pala che Liberale lasciò nel duomo di Viterbo con il ritratto del vescovo Pietro Gennari (1472)”. Come si sostine in una nota, tuttavia, “la priorità del donatore in abisso è contesa con un rilievo di ambito donatelliano a Torrita di Siena” (L. Bellosi, Il ‘vero’ Francesco di Giorgio e l’arte a Siena nella seconda metà del Quattrocento, p. 61, in Francesco di Giorgio e il Rinascimento a Siena 1450-1500, catalogo della mostra, Siena, 25 aprile-31 luglio 1993, a cura di L. Bellosi, Milano 1993).
Abbandoniamo il donatore in abisso e la disputa sulla sua invenzione per parlare brevemente del volume nel suo complesso. Sebbene la materia venga circoscritta, come il titolo dichiara, a un ambito ristretto sia territoriale che sociale (le classi dominanti a Verona), siamo in presenza di una disamina molto attenta e competente della ritrattistica tra Rinascimento e Settecento, applicabile anche in altri contesti. Gli autori di diversa estrazione assicurano un approccio variegato che coinvolge vari aspetti: si parla di analisi critica svolta da alcuni pensatori moderni (A. Arcangeli), del ritratto inciso (L. Trevisan), oltre che del ritratto nei vari periodi (A. Zamperini, Quattro e Cinquecento; P. Bertelli, Seicento; P. Artoni, Settecento).
Francesco Bonsignori, La Vergine col Figlio, santi e donatrice Altobella Avogadro, 1484, Verona, Museo di Castelvecchio.
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