Cassettone firmato Libero Rota 1892
di Andrea Bardelli
In un articolo apparso nell’edizione di giugno 2020 di Antiquanuovaserie dal titolo Il mobile Ottocento al tempo del Covid [Leggi] pubblicavo l’immagine di un cassettone firmato Rota Libero e datato 1892, ripromettendomi di ripresentarlo in un articolo ad esso dedicato [Figura 1].
Speravo nel frattempo di acquisire notizie sull’autore, ma non sono stato fortunato; tuttavia, è l’occasione per mostrare una gamma più completa di immagini, compresa quella della firma [Figura 1a] e fare alcune considerazioni aggiuntive rispetto a quelle a suo tempo sinteticamente espresse.
Figura 1. Rota Libero, Cassettone in massello di noce, 1892, Lombardia, collezione privata.
Figura 1a. Firma, particolare del cassettone di Figura 1.
Il cassettone si trova attualmente presso un commerciante nella zona di Bergamo ed è in quel territorio che è stato acquistato. Ho svolto pertanto una ricerca presso diverse botteghe gestite da famiglie con il cognome Rota, un cognome diffuso nella Bergamasca, nella speranza che fossero attive nella professione dalla fine dell’Ottocento e annoverassero un Libero tra i loro antenati (nota 1), ma purtroppo senza successo.
Ho potuto però reperire nei miei archivi l’immagine di un cassettone molto simile, attualmente in un’abitazione di Calvisano nella Bassa bresciana, che, a memoria dei proprietari, proveniva dalla vicina provincia di Cremona ed è sempre stato presso di loro almeno dall’inizio del Novecento [Figura 2].
Figura 2. Cassettone in massello di noce, fine XIX secolo, Lombardia, collezione privata.
Chi ha pratica del territorio sa che le distanze tra la Bassa bresciana, il Cremonese e la Bassa bergamasca sono tali da giustificare la “diffusione” in queste zone di un modello di cassettone abbastanza particolare, pur nella sua semplicità. Non penso vi sia un nesso, ma segnalo comunque che, proprio attorno al 1900, ad Acquanegra sul Chiese (Cr), un comune a poco più di 25 chilometri da Calvisano (Bs), vi era un parroco che si chiamava don Libero Rota, noto per aver redatto l’elenco di tutti i parroci dal 1442 (nota 2).
Indipendentemente dalla firma e dalla provenienza, è comunque interessante la presenza in un cassettone tardo ottocentesco degli stilemi caratteristici dello stile Impero, segnatamente il piede [Figure 1b e 2a], evidentemente giudicato ancora valido sia sul piano estetico, sia su quello funzionale.
Figura 1b. Particolare del cassettone di Figura 1.
Figura 2a. Particolare del cassettone di Figura 2.
Sarebbe stato comunque da escludere che si potesse trattare di esemplari Impero ritardatari – che nemmeno l’ambito provinciale in cui sono stati creati basterebbe a giustificare – per la scantonatura dello spigolo tipica dei cassettoni di epoca umbertina; si vedano altre immagini dei due cassettoni [Figure 1c e 2b] e questo dettaglio del piano del mobile di Figura 1 che riprende la scantonatura dello spigolo, consentendoci di apprezzare anche la costruzione “rustica” del bordo e la tavola in massello di noce impiegata senza risparmio [Figura 1d].
Figura 1c. Particolare del cassettone di Figura 1.
Figura 2b. Particolare del cassettone di Figura 2.
Figura 1d. Particolare del piano del cassettone di Figura 1.
Per concludere, i copri bocchette e “pomoli” applicati sulla fronte per aprire e chiudere i cassetti sono probabilmente frutto di una sostituzione, verificata nel caso del cassettone di Figura 2, ma risultano coerenti al tipo di mobile.
NOTE
[1] Per aver risposto alla mia inchiesta, ringrazio Paola della falegnameria Rota Luigi di Bergamo, la falegnameria Rota Luciano di Barzano (Bg) e la falegnameria Rota Defendente di Roncole (Bg).
[2] Questo per ora non ci induce a pensare che il parroco di Acquanegra facesse il falegname a tempo perso e nemmeno che la firma a matita sul cassettone di Figura 1 non sia in realtà quella dell’artefice, ma del possessore.