AAVV, Arcimboldo. Artista milanese tra Leonardo e Caravaggio (catalogo mostra), Skira, Milano 2011, 392 pagine f.to 24 x 27, euro 65,00.

Con questa mostra sull’Arcimboldo a Palazzo Reale, la giunta di Milano ha “calato il carico da undici”, come direbbe Andrea Camilleri. Ci sono voluti quasi tre anni di preparazione, in stretta collaborazione con la National Gallery di Washington; non quindi una semplice trasposizione dell’esposizione americana (settembre 2010-gennaio 2011), come sbrigativamente liquidato dai detrattori. Semmai, per entrambe, il debito è nei confronti delle mostre del 2007-2008 (Parigi, Musée du Luxembourg e Vienna, Kunsthistoriches Museum), curate da Sylvia Ferino-Pagden (anche allora con catalogo Skira). A questa studiosa, responsabile del Rinascimento italiano presso il Kunsthistoriches (da cui provengono numerosi oggetti esposti) è stata affidata anche la mostra milanese.
Giuseppe Arcimboldo (1527-1593) è stato pittore di fama, noto soprattutto per le sue teste composte, conteso tra la natia Milano e la corte austriaca, ma anche letterato, musicologo (alla ricerca di consonanze tra musica e colori), attento osservatore della natura, inventore di apparati di corte e oggetti d’arte decorativa. Questi e altri aspetti sono trattati nello splendido catalogo che accompagna la mostra di Milano (10 febbraio- 22 maggio 2011). Il catalogo non si avvale della formula consueta: saggi iniziali + schedatura degli oggetti esposti, ma è interamente costituito da una serie di corposi saggi, scritti da studiosi competenti a testimonianza dell’enorme lavoro a monte della mostra, di cui le immagini degli oggetti in mostra formano parte del corredo illustrativo.
Tra i tanti spunti che la mostra e il catalogo forniscono, ci interessano particolarmente le sezioni dedicate alle cosiddette arti suntuarie, da cui emerge una Milano “madre commune di tutti i virtuosi”, ossia il più importante centro in Europa per la produzione di oggetti di lusso: oreficerie (cristalli di rocca, avori, incisioni in pietre dure), bronzi, armature, tessuti, ricami, ecc., eseguiti con rara maestria tecnica e notevole senso dell’inventiva da artefici attivi nei cantieri cittadini, ma soprattutto contesi dalle migliori corti europee.
A ciò si aggiunge un inedito Arciboldo impegnato, insieme al padre Biagio, nella realizzazione di alcune vetrate per il duomo di Milano.

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