Olga Raggio e Antoine M. Wilmering, Lo Studiolo di Federico da Montefeltro, Federico Motta Editore, Milano 2008, 2 volumi, euro 130,00.

Ad aprile di quest’anno, senza il clamore riservato ai cataloghi delle grandi mostre, sono usciti i due eccezionali volumi dedicati al quattrocentesco studiolo eugubino di Federico da Montefeltro, un ambiente che misura 5,13 x 3,81 metri, interamente decorato a tarsie lignee prospettiche.
L’opera proviene dal palazzo Ducale di Gubbio e rappresenta una delle maggiori attrattive del Metropolitan Museum di New York, che l’ha acquistata nel 1939 a seguito di varie vicende.
Trasferito nell’Ottocento da Gubbio in una villa laziale di proprietà dei principi Lancellotti, viene acquistato dall’antiquario ebreo veneziano Adolph Loewy, il quale abbandona l’Italia alla volta di New York, portando con sé lo studiolo – provvidenzialmente per se stesso e per la sua famiglia, ma forse anche per lo studiolo – all’imminenza della tragedia della guerra e delle persecuzioni naziste.
I due volumi, che vengono finalmente fatti conoscere al pubblico italiano, hanno avuto una prima edizione a New York, nel 1999, al termine di un impegnativo restauro che si è protratto dal 1983 al 1996.
L’autrice del primo volume è Olga Raggio, una studiosa italiana che riveste la prestigiosa carica di presidente del Dipartimento Scultura e Arti decorative europee del Metropolitan, nonché professore associato di Storia dell’arte presso l’Institute of Fine Arts dell’Università di New York University.
Con lei ci immergiamo negli ambienti della corte quattrocentesca dei Montefeltro, poiché buona parte del suo saggio è dedicato al palazzo di Gubbio, nel cui contesto architettonico si collocava lo studiolo. Il primo volume si completa con un saggio firmato da Martin Kemp, professore di storia dell’arte presso l’Università di Oxford, che offre un’interessante analisi del sistema prospettico messo in opera nello studiolo
Il secondo volume è opera di Antoine M. Wilmering, conservatore dello Sherman Fairchild Center for Objects Conservation del Metropolitan. Egli ha diretto le operazioni di restauro, di cui fornisce un’ampia disamina, preceduta da alcune note sui materiali, sulle tecniche e sugli artefici del tempo (elencati in appendice a p. 200).
È proprio dal confronto con altre opere, segnatamente con l’arredo della sagrestia delle Messe di Santa Maria del Fiore e Firenze, che prende corpo l’ipotesi di attribuire lo studiolo eugubino alla bottega di Giuliano e Benedetto da Maiano.

7 Luglio 2008

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