Alessandra Belluomini Pucci e Glauco Borella, Gli arredi Spicciani, Maschietto Editore, Firenze 2006, 232 pagine, euro 45,00.
Talvolta, è presso alcuni editori meno noti che si possono trovare volumi di grande interesse per chi studia gli arredi. L’impegno di vari enti pubblici locali, di un Centro Studi, di una Banca e di due bravi autori ha reso possibile l’uscita di questo bel libro su una famiglia di mobilieri, gli Spicciani, attivi tra le province di Pistoia e Lucca a cavallo tra Otto e Novecento.
Prima di affrontare la storia di questa ditta, viene svolto un excursus sull’ebanisteria lucchese dal Seicento al Liberty, con tante immagini di mobili provenienti da case private o passati sul mercato antiquario.
Da una lettera del 1927, che apre il capitolo dedicato specificatamente agli Spicciani, scritta con una sagacia tutta toscana, si ha subito l’impressione di avere a che fare con una stirpe di mobilieri particolarmente attenti alle variazioni del gusto e alla qualità e funzionalità degli arredi prodotti. Si tratta di persone a contatto con artisti del calibro di Plinio Novellini e Galileo Chini, nonché costantemente informate circa le principali tendenze internazionali.
Ne è testimonianza il vasto repertorio finale, con belle foto d’epoca, che documenta la produzione della ditta dai primi del Novecento agli anni Trenta dello stesso secolo, annoverando arredi di numerosi edifici pubblici e residenze private.
Siamo grati a pubblicazioni come queste che diffondono una cultura artistica non sempre adeguatamente valorizzata, inducendo esperti, collezionisti e semplici appassionati di mobili a guardare con occhio diverso e senza alcuna forma di “sufficienza” tanta produzione del Novecento.
10 Gennaio 2008
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