Cassone con Borea e Orizia
della Redazione di Antiqua
Qualche tempo fa è giunta in Redazione una mail che chiedeva un nostro parere su un’interessante “cassapanca”. Parliamo di un cassone – la cassapanca prevede la presenza di una spalliera – con la fronte tripartita, recante al centro un dipinto raffigurante Orizia e Borea [Figura 1] e il piano è anch’esso diviso in tre riquadri [Figura 1a].
Figure 1 e 1a. Cassone in pastiglia, Italia centrale, XVII-XVIII secolo, collezione privata.
L’interno è foderato di legno compensato, ma il mobile è antico, come si può apprezzare dalle immagini del fondo e dello schienale [Figure 1b e 1c].
Figure 1b e 1c. Cassone in pastiglia, particolari del fondo e dello schienale.
Il coperchio, una volta aperto, è sostenuto due cerniere a compasso che non appartengono al mobile, mentre si vedono le testimonianze di due cerniere che sono state rimosse. Il coperchio si compone di una sezione retrostante stretta e fissa e di una sezione antistante, preponderante, che si apre per mezzo di due cerniere che collegano superiormente le due sezioni, in parte a vista e in parte a scomparsa sotto due dei tre riquadri di cui si è detto [Figura 1d].
Per completare la ferramenta, si segnala che la serratura è stata eliminata e lo scasso risulta coperto dalla fodera in compensato, mentre su ciascuno dei fianchi troviamo una maniglia [Figura 1e].
Figure 1d e 1e. Cassone in pastiglia, particolari del coperchio e del fianco.
Mentre i già citati tre riquadri sul piano, contornati da una cornicetta dorata, sono ricoperti in velluto, su ciascun lato della fronte si alternano: una striscia di tessuto ricamato, un decoro in pastiglia a motivi vegetali e due formelle in tessuto ricamato a “cordoncino” [Figura 1f].
Figure 1f. Cassone in pastiglia, particolare della decorazione.
Come già anticipato, al centro della fronte stessa spicca il dipinto raffigurante il rapimento di Orizia da parte di Borea (nota 1) che gli stessi proprietari mi dicono essere tratto da un quadro attribuito a un seguace di Giovanni Francesco Romanelli detto il Viterbese (1610-1662) [Figura 2].
Figura 2. Seguace di Giovanni Francesco Romanelli, Borea rapisce Orizia, fine XVII secolo, cm. 135 x 95, mercato antiquario.
Si veda un confronto tra due particolari dove il divario di qualità appare netto, ma la derivazione di uno dall’altro inequivocabile [Figure 2a e 1g].
Figura 2a. Particolare del dipinto di Figura 2.
Figura 1g. Cassone in pastiglia, particolare della fronte.
Il riferimento al pittore viterbese, unito all’informazione pervenuta dai proprietari del cassone, secondo i quali il mobile proveniva da una villa sul Colli Romani, fa pensare che esso sia riferibile all’area laziale e sia databile tra la fine del XVII secolo e i primi decenni del secolo successivo.
Trattandosi di un mobile non comune, su epoca e provenienza non è stato possibile, al momento, reperire alcun elemento di confronto che possa supportare quest’ipotesi. Per contro, potrebbe essere proprio questo cassone a fare da benchmark (parametro di riferimento) per future attribuzioni di altri esemplari simili.
Vorremmo concludere con alcune considerazioni in merito al dipinto di Figura 2.
Prima di approdare al mercato antiquario e successivamente in collezione privata, il dipinto è passato in asta a Torino presso Meeting Art (nota 2), dove l’attribuzione a un seguace del Romanelli è giustificata dalla vicinanza stilistica rispetto all’analoga scena da quest’ultimo, oggi presso la Galleria Spada a Roma [Figura 3].
Figura 3. Giovanni Francesco Romanelli, Borea rapisce Orizia (particolare), 1650 circa, cm. 98,5 x 135,2, Roma Galleria Spada.
Saranno stati sicuramente validi i motivi per escludere un’attribuzione al Romanelli del dipinto di Figura 2; ci limitiamo a osservare che, per essere stato riprodotto su un mobile, il dipinto in questione doveva essere piuttosto famoso e magari riprodotto a stampa. In altre parole, appare riduttivo considerarlo l’opera di un oscuro imitatore del Romanelli, a meno che non si tratti di una copia di bottega di un dipinto perduto di cui si sono smarrite le tracce.
Un’ipotesi alternativa è che il dipinto riprodotto sul cassone sia il bozzetto preparatorio del dipinto di Figura 2; in questo caso, cadrebbe l’ipotesi della notorietà del soggetto raffigurato e si ridimensionerebbe l’importanza dell’opera.
NOTE
[1] Secondo la mitologia, la giovane ateniese Orizia fu rapita da Borea, vento del nord raffigurato come un vecchio alato e portata in Tracia. Pare che la “fuitina” abbia prodotto un matrimonio abbastanza fortunato con la nascita di numerosi figli. Quest’interpretazione del soggetto potrebbe far pensare a un cassone nuziale.
[2] Casa d’aste Meeting Art, asta del 25 aprile 2018, lotto n. 290.
Ringraziamo il signor Gaetano Mellia del Laboratorio La Mole di Torino.
Settembre 2022
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