Francesco (Domenico) Maria Albini intagliatore lodigiano di inizio Settecento
della Redazione di Antiqua
A don Luigi Gallotta (1797-1877), parroco di San Colombano al Lambro (Mi) dal 1828 fino alla sua morte, si deve un manoscritto inedito sulle vite dei parroci (nota 1).
Vi si legge che “I confessionari [della chiesa parrocchiale] scolpiti in noce vennero fabbricati dall’intagliatore Francesco Maria Albini nel 1712 e, sempre a Piacenza, venne realizzata la statua dell’Addolorata, forse dal medesimo artista piacentino”.
Lo riferisce Clotilde Fino in un articolo dal titolo Caravaggio, Rivola, Barbelli, pittori nella chiesa parrocchiale di San Colombano al Lambro, pubblicato in Archivio Storico Lodigiano 2022, p. 149.
Più precisamente, la Fino scrive che i confessionali recano la data 1714 “visibile sui capitelli in cima alle lesene” [Figura 1].
Figura. Francesco (Domenico) Maria Albini, confessionale (uno di tre), 1714, San Colombano al Lambro (Lo), chiesa parrocchiale di san Colombano Abate.
Con i suoi “pendoni” intagliati a testa di putto con sottostante cascata di fiocchi alternati a motivi vegetali e le cartelle a rilievo, il confessionale è perfettamente in linea con lo stile dei mobili lombardi tra XII e XVIII secolo.
La discordanza tra la data 1714 incisa sui capitelli e la data 1712 riportata sul documento è da intendersi che i confessionali sono stati presumibilmente commissionati nel 1712 e ultimati due anni circa più tardi.
Sempre la Fino scrive che su questo artefice non sono state reperite altre notizie, ma potrebbe trattarsi dell’intagliatore Domenico Maria Albini citato in un volume sul mobile piacentino (nota 2).
Effettivamente, in questo volume sono riportate alcune note biografiche relative a Domenico Maria Albini che riproduciamo integralmente:
“Albini Domenico Maria
25 aprile 1699. Dalla fede di stato libero dell’intagliatore, nato a Codogno e figlio di Antonio, si ricava che a questa data ha 24 anni. Presenzia all’atto come teste di Giovanni Sceti” (nota 3).
Potrebbe benissimo trattarsi della stessa persona, dal momento che la presenza in atto accanto a Giovanni Sceti (1654-1715), noto intagliatore originario di Varallo Sesia (Vc), ma attivo a Piacenza (nota 4), rende plausibile che proprio negli anni tra il 1712 e il 1714 operasse anch’egli nella stessa città.
A questo punto, possiamo ragionevolmente confidare sul fatto il “nostro” Albini, figlio di Antonio, sia nato nel 1675 a Codogno (Lo), distante circa 20 chilometri da San Colombano e che abbia esercitato la sua attività a Piacenza.
NOTE
[1] L. Gallotta, Vita dei Parroci, manoscritto, Archivio Storico Diocesano di Lodi, Fondo Fiorani Gallotta, b.38, fasc. 285).
[2] Carla Longeri-Susanna Pighi, Il mobile piacentino, Tipleco, Piacenza 2003.
[3] Logeri-Pighi, op. cit., p. 328. Le autrici citano la fonte da cui presumibilmente hanno tratto la notizia: Giorgio Fiori, Documenti biografici di artisti e personaggi piacentini dal ‘600 all’800 nell’Archivio vescovile di Piacenza e opere di pittori minori piacentini, in Strenna Piacentina, 1994 pp. 66-111.
[4] Su Giovanni Sceti detto “Il Romano”, si veda l’articolo di Susanna Pighi dal titolo Scultura lignea barocca a Piacenza: Giovanni Sceti e altri protagonisti, in Legno policromo d’età barocca. La produzione di carattere religioso a Genova e nel circuito dei centri italiani, atti del convegno internazionale a cura di Lauro Magnani e Daniele Sanguineti, De Ferrari, Genova 2017, pp. 379-393 [Leggi].
Uno speciale ringraziamento a Clotilde Fino.
Speriamo giungano segnalazioni con notizie e immagini relative a Francesco (Domenico) Maria Albini e alle sue opere.
Novembre 2023
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