Canterano ligure Luigi XIV: ipotesi di commistioni con altre regioni

di Andrea Bardelli

La tipologia dell’armadio ligure tra Sei e Settecento, caratterizzata da ante con formelle diamantate a forte rilievo, è piuttosto nota. Convenzionalmente si ritiene che il modello con il coronamento dritto sia da datare entro il XVII secolo, mentre quello con il cappello centinato sia già da collocare nel secolo successivo [Figure 1 e 2].

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Figura 1. Armadio, massello di noce, Liguria, fine del XVII secolo, mercato antiquario.

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Figura 1. Armadio, massello di noce, Liguria, inizio del XVIII secolo, mercato antiquario.

Il mobile ha pianta rettangolare e poggia su piedi a mensola; le due ante sono tripartite e pannellate con il tipico motivo a rilievo in varie versioni (nota 1).
Una caratteristica, che costituisce lo spunto principale di questo lavoro, è il piede decorato con un motivo inciso di forma quadrata con angoli smussati [Figura 2bis].

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Figura 2bis. Particolare del piede dell’armadio di Figura 2.

Troviamo lo stesso piede in alcuni cassettoni, sempre liguri, che sfruttano lo stesso decoro con cartelle a rilievo di forma diamantata che si è soliti datare all’inizio del XVIII secolo [Figure 3 e 4].

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Figura 3. Cassettone, massello di noce, Liguria, inizio del XVIII secolo, mercato antiquario.

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Figura 4. Cassettone, massello di noce, Liguria, inizio del XVIII secolo, Boetto febbraio 1998 n. 64.

Questo modello di cassettone costituisce una fattispecie abbastanza rara e si colloca temporalmente tra il tipico cassettone genovese “a bambocci” e quello impiallacciato e intarsiato in stile Luigi XV (nota 2). Segnaliamo, per completezza, la presenza a Genova anche di una tipologia pressoché coeva di mobile impiallacciato e spesso intarsiato di gusto anglo-olandese di cui la letteratura si è ampiamente occupata (nota 3).
Con riferimento ai mobili di cui alle figure 3 e 4 è lecito domandarsi se, in considerazione dell’imperversare a Genova nel Settecento dell’impiallacciatura in legni per lo più esotici, li si debba considerare non strettamente genovesi, bensì di ambito provinciale e se, per varie ragioni che andremo ad esaminare, li si possa collocare verso il Piemonte e/o verso la Lombardia.
Se la formella, infatti, è tipicamente di gusto ligure, la ripartizione della fronte del cassetto in due cartelle esterne più allungate e una più piccola al centro rientra in un lessico prettamente piemontese [Figura 5, nota 4].

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Figura 5. Cassettone, massello di noce, Piemonte, inizio del XVIII secolo, Metting Art novembre 2023 n. 442.

L’impostazione della fronte del cassetto è del tutto simile, ma variano le formelle, anche se entrambe in forte rilievo. Volendo trovare una sintesi, appaiono “diamantate” in Liguria, “a ragnatele” in Piemonte.
Come si può riscontrare nell’esemplare successivo, anche in Piemonte è possibile trovare, talvolta, il decoro quadrangolare con angoli smussati inciso al centro (e sul lato) del piede [Figura 6].

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Figura 6. Cassettone, massello di noce, Piemonte, inizio del XVIII secolo (Cera-Melegati 1983 p. 54 n. 64) (nota 5).

Lo stesso decoro compare diffusamente anche su mobili prettamente lombardi che si differenziano dagli esemplari liguri di cui sopra e da quelli piemontesi per la presenza, per ciascun cassetto, di due formelle lisce e semplici, spesso solo arrotondate, collocate all’interno di cartelle squadrate, separate da uno spazio, definito “riposo” in cui alloggia la bocchetta della chiave [Figura 7, nota 6].

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Figura 7. Cassettone, massello di noce, Lombardia, XVII-XVIII secolo, Semenzato 24-25.6.2006 n. 146.

Possiamo ipotizzare che questo particolare del piede sia tipico di una zona tra Piemonte, Lombardia e Liguria?
Pensiamo, ad esempio alla provincia di Alessandria in Piemonte, confinante sia con la Lombardia (Pavia) sia con Genova.
Alcuni indizi muovono in questa direzione, altri, in maggioranza, se ne allontanano.
Prendiamo ad esempio, un cassettone di impostazione piemontese che un mercante esperto di origine tortonese, profondo conoscitore della sua zona, definisce di “area pavese” [Figura 8].

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Figure 8 e 8bis. Cassettone, massello di noce, area pavese (tra Piemonte e Lombardia), inizi del XVIII secolo, mercato antiquario (Gabriele Gogna).

Per contro, lo stesso decoro compare sul piede di un cassettone che, sebbene la suddivisione della fronte del cassetto possa ricordare il Piemonte, è di sicura provenienza valtellinese, quindi ben lontano dall’ambito sopra ipotizzato [Figura 9].

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Figura 9. Cassettone, massello di noce, Valtellina, fine del XVII secolo, Spriana (So), chiesa di S. Gottardo.

La “controprova” è fornita da un cassettone bergamasco che presenta lo stesso piede, da considerarsi raro, ma non del tutto sconosciuto all’ebanisteria bergamasca [Figura 10, nota 7].

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Figura 10 e 10bis. Cassettone, massello di noce, Bergamo, archivio Semenzato (asta non identificata).

Ciò potrebbe rendere plausibile un’attribuzione del cassettone di Figura 10 alle zone della Bergamasca a ridosso della Zona dei Laghi (Lecco) o del Milanese, piuttosto che a quelle confinanti con Brescia, di conseguenza col Veneto, che hanno una diversa forma di piede (vedi ancora nota 7), ma non certamente all’area di confine con Piemonte e Liguria che qui siamo interessati ad esaminare.
Ancora, mostriamo un cassettone lombardo, caratterizzato da formelle lisce e lievemente arrotondate, come nell’esemplare di Figura 7. Il mobile è altresì decorato sulle lesene con il classico “pendone” intagliato costituto da un cherubino e da cascami con nastri e frutti [Figure 10 e 10bis].

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Figura 10 e 10bis. Cassettone, massello di noce, Lombardia, XVII-XVIII secolo, mercato antiquario.

Il cassettone di cui abbiamo appena mostrato l’immagine è definito bergamasco dal mercante che lo propone. Non ci sentiamo di sottoscrivere senza riserve questa provenienza perché il mobile si discosta dai tipi bergamaschi più riconoscibili (vedi per l’ultima volta la nota 7); varrebbero in ogni caso le considerazioni svolte a proposito del mobile precedente.
Più in generale, la casistica dei mobili con pendoni intagliati, cartelle piatte e appena sagomate, piedi decorati con il motivo a quadrangolo smussato agli spigoli, è così frequente in Lombardia da rendere inverosimile che siano tutti da ascrivere alla Lombardia di sud ovest (nota 8).

Una prima conclusione
Da tutto quanto precede ci sentiamo di concludere che si debba continuare a considerare liguri, magari di provincia, i cassettoni di cui alle Figure 3 e 4, senza pertanto che siano necessariamente attratti verso l’ambito piemontese e, tano meno, verso quello lombardo. In particolare, sarebbe fuorviante ipotizzare di collocare automaticamente i mobili dotati di un piede decorato con l’ormai nota incisione di forma quadrato ad angoli smussati (vedi ancora Figura 2bis) in una zona di confine tra Liguria, Piemonte e Lombardia.

Altri dettagli
Spostando l’attenzione sulla fronte dei cassetti, possiamo rilevare la presenza di altri mobili che, per alcuni elementi, possono indurre a situarne la provenienza da zone “di confine”.
Il primo ha il cassetto tripartito “alla piemontese”, ma formelle desinenti ad asso di picche che ricordano forme genovesi; è passato in un’asta genovese con un’improbabile attribuzione all’Emilia e successivamente riproposto sul mercato antiquario come ligure-piemontese, ipotesi che condividiamo [Figura 11].

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Figura 11. Cassettone, massello di noce, Liguria-Piemonte, XVII-XVIII secolo, Boetto febbraio 2018 n. 511.

Il secondo è simile al precedente per quanto riguarda il disegno delle formelle, nonché per l’impianto generale, con particolare riferimento allo spigolo scantonato e al disegno dei piedi a mensola, mentre si differenzia per l’assenza di una cartella più piccola al centro del cassetto.
È stato plausibilmente proposto sul mercato come lombardo-piemontese, segnalandone l’origine pavese [Figura 12].

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Figura 11. Cassettone, massello di noce, Lombardia-Piemonte, XVII-XVIII secolo, mercato antiquario.

NOTE

[1] Di questi armadi abbiamo già parlato nell’articolo Intagli “genovesi” in Alto Adige (agosto 2024) [Leggi].

[2]

Sul mobile a bambocci si rimanda all’articolo Stipo calabrese? No è genovese. E se fosse spagnolo? (gennaio 2022) [Leggi], da cui è possibile risalire a tutti gli articoli precedenti sullo stesso argomento; sul mobile genovese di metà Settecento si rimanda all’articolo Il cassettone “quadrifoglio” genovese [Leggi].

[3] La trattazione più completa è in Ludovico Caumont Caimi, L’ebanisteria genovese del Settecento, PPS, Parma 1995.

[4] La formella al centro del cassettone di Figura 4 ricorda quelle a cornicette nere che caratterizzano i mobili lombardi di metà Settecento, in particolare quelli che, proprio in virtù di una tripartizione della fronte del cassetto con due cartelle laterali più grandi e una centrale più piccola, vengono prudentemente situati nella Lombardia occidentale, con alcuni esempi nel Lodigiano. Tuttavia, non è stato possibile, al momento, trovare alcun riscontro puntuale [Figure A e B].

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Figura A. Particolare del cassettone di Figura 4.

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Figura B. Particolare di una ribalta lombarda della metà circa del XVIII secolo.

[5] Maurizio Cera-Luca Melegati, Il mobile italiano, Longanesi, Milano 1983.

[6] Un approccio propedeutico ai cassettoni seicenteschi lombardi è fornito dall’articolo Il mobile del Seicento in Lombardia e lo stile borromaico (gennaio 2010) [Leggi].

[7] Sul tipico mobile bergamasco del XVII secolo si rimanda all’articolo Il canterano bergamasco [Leggi].

[8] Per quanto riguarda un altro aspetto che caratterizza i cassettoni liguri di cui alle Figure 3 e 4, ossia il decoro a rilievo lungo lo spigolo scanatonato [Figura C], lo troviamo in Piemonte [Figura D], quasi mai in Lombardia, dove prevale un “pendone” intagliato oppure una sequenza di formelle che riprendono quelle della fronte.

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Figura C. Fianco del cassettone di Figura 3.

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Figura D. Cassettone, massello di noce, Piemonte, inizio del XVIII secolo (Pedrini 1953 p. 150 fig. 272).

Il cassettone della Figura D è riprodotto in: Augusto Pedrini, Il mobilio, gli ambienti e le decorazioni nei secoli XVII e XVIII in Piemonte, Itala Ars, Torino 1953.

Ottobre 2024
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