I bronzetti di o da Pierre Legros il Vecchio
di Luigi Athos Buttazzoni
Proviene da un’asta di Christies tenutasi ad Amsterdam nel novembre 1996 questa coppia di Filosofi in bronzo riferibili alla bottega o all’ambito di Pierre Legros il Vecchio (Chartres 1629 – Parigi 1714). Si tratta di fusioni in bronzo cesellate con cura, a patina chiara verdastra lucida in uso in Francia e supportate da piedistalli in bois de rose con intarsi d’ottone [Figura 1].
Figura 1. Bottega o ambito di Pierre Legros il Vecchio, Diogene ed Esopo, bronzo, altezza cm. 15 (22 compresa la base), collezione privata (già Christie’s Amsterdam, 19-20 novembre 1996, asta SAR principessa Christina d’Olanda di Orange-Nassau, lotto 92, ivi definiti “nani”).
Le due sculture ebbero un notevole successo. Appartengono a una serie di dieci (*) e sono state riprodotte anche con dimensioni inferiori e di qualità molto più modesta. Una statuetta simile a quella di Esopo è conservata al Victoria & Albert Museum di Londra dove viene denominata unchback, (gobbo) e attribuita “possibly” alla bottega di Legros, [Figura 2].
Figura 2. Pierre Legros il Vecchio (possibilmente), Il gobbo o Filosofo, bronzo, altezza cm. 17,5, Londra, Victoria & Albert Museum, inv. A.39-1956 (© Victoria and Albert Museum, London).
La statua in piombo di Esopo di Pierre Legros il Vecchio da cui è stato tratto il bronzetto, era posizionata di fianco all’ingresso del labirinto dei giardini di Versailles e fu modellata e fusa nel 1672. Ora è conservata nella Salle des Hoquetons all’interno della reggia [Figura 3].
Figura 3. Pierre Legros il Vecchio, Esopo, piombo, altezza cm. 149, Versailles, Museo Nazionale dei Castelli di Versailles et del Trianon, inv. 1850.8511. Sul rotolo tenuto della mano destra si legge: ΑΙΣΟΠΟΥ / ΜΥΘΟΙ (Esopo/Miti).
L’Esopo qui considerato è la versione più simile all’originale di Legros; l’altra versione ha grosse scarpe claunesche con la punta arrotondata in luogo dei calzari con le dita dei piedi in vista e ben cesellate come le dita della mano destra aperta.
Rappresentare filosofi e poeti classici in veste di mendicanti, era un tratto caratteristico del barocco ripreso dalla Grecia classica: la cultura disdegna i beni materiali.
Uno dei due personaggi di cui alla Figura 1, quello gobbo con lineamenti da uomo di colore e nella mano sinistra un rotolo di pergamena, è il deforme Esopo; per l’altro, quello con una ciotola nella mano sinistra e identificato come Diogene, proviamo a formulando un’ipotesi piuttosto bizzarra: potrebbe essere una seconda versione del filosofo cinico Diogene di Sinope (412 – 323 a.C.) prima di privarsi del suo unico bene materiale, la ciotola. Nella versione del bronzetto più diffusa e appropriata per individuarlo, il filosofo ha in mano una lanterna.Qui lo vediamo (a sinistra) accanto a un’altra versione di Esopo (a destra) [Figura 4], ma è di qualità notevolmente inferiore a quello qui considerato.
Figura 4. Pierre Legros il Vecchio (da), Diogene ed Esopo, bronzo, altezza (Diogene) cm. 16,7, (Esopo) cm. 16, bronzo, Sotheby’s 3.12.2020 n. 25.
Diogene era mendicante per scelta di vita, un anticonformista libero e vicino alla natura, un antico hippy anarchico e ambientalista, anche se qui appare troppo vestito rispetto al Diogene seminudo e con la ciotola poggiata su un gradino della scalinata della Scuola di Atene di Raffaello [Figura 5].
Figura 5. Raffaello Sanzio, Scuola di Atene, affresco, Città del Vaticano, Palazzo apostolico, Stanze di Raffaello.
L’affinità tra i due personaggi sta nel fatto che Diogene compare in due favole di Esopo. Detto questo, il personaggio individuato come Diogene forse non lo è, o meglio, è sempre Diogene ma Diogene Laerzio, storico della filosofia e autore di Raccolta delle vite e delle dottrine dei filosofi in dieci libri, vissuto tra il 180 e il 240 d.C., 500 anni dopo.
Ė possibile che l’autore o il committente della statuetta abbia confuso i diogeni, mettendo la ciotola di Diogene di Sinope nella mano sinistra del filosofo Diogene Laerzio che era tutt’altro che un mendicante, come si può desumere da un suo ritratto a stampa [Figura 6].
Figura 6. Anonimo incisore, Diogene Laerzio, incisione tratta da The Lives, Opinions and Remarkable Saving of the Most Famous Ancient Philophers (edizione inglese de Le vite dei filosofi di Diogene Laerzio) Edward Brewster, Londra 1688.
A guardar bene, gli abiti del Diogene di Figura 1 non sono quelli di un miserabile, bensì di un signore ben vestito della fine del XVII inizio XVIII secolo con in mano una modesta ciotola del tutto fuori posto.
* Alcuni dei soggetti della serie che è stato possibile rintracciare
Figura A. Pierre Legros il Vecchio (attr.), Filosofo, altezza cm. 17 (23,5 compresa la base), asta n.i. novembre 2022, fonte Artwork.
Figura B. Pierre Legros il Vecchio (cerchia), Filosofo, altezza cm. 21 asta n.i. 7.12.2018, fonte Artwork.
Bibliografia
-Eva Szmodi-Eszlary, Trois petits bronzes de l’atelier de Pierre Legros Le Vieux, Bulleton du Musée Hongrois des Beaux-Arts, n° 40, p. 41-48, 1973.
-François Souchal, French Sculptors of the 17th and 18th Century. The reign of Louis XIV, Vol. II, p. 251, fig. n. 16a, Oxford 1981.
Ottobre 2024
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