Cassone trentino appartenuto alla famiglia Disertori

dalla Redazione di Antiqua

Più di una volta in queste pagine siamo riusciti a identificare la provenienza geografica di un mobile, talvolta non immediatamente riconoscibile attraverso l’analisi stilistica, ricorrendo all’aiuto della complessa arte dell’araldica.
Non è questo il caso di un bellissimo cassone – perfettamente integro – che reca al centro della fronte un leone rampante, un soggetto così diffuso negli stemmi famigliari da rendere assai dispendiosa ogni ricerca [Figure 1 e 2].

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Figura 1. Cassone intagliato in massello di noce, Trentino, XVII secolo, collezione Michele Rodeschini.

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Figura 2. Particolare dello stemma al centro della fronte del cassone di Figura 1.

Per contro, l’analisi stilistica e una serie di confronti consentono di stabilire che il cassone è di indubbia provenienza dal Trentino.
Ne fa fede il confronto con diversi cassoni pubblicati da un indispensabile testo monografico sui cassoni trentini, quello di Umberto Raffaelli, edito nel 1989 (nota 1).
Non siamo riusciti a reperire un confronto preciso con alcuno dei cassoni ivi pubblicati, molti dei quali piuttosto rustici in stile valligiano. I riscontri più plausibili sono con i mobili della Val d’Adige al cui interno si trova Trento, il capoluogo, e non a caso, poiché siamo in presenza di un mobile caratterizzato da un’ebanisteria particolarmente raffinata, quindi cittadino.
Analizzandolo da un punto di vista stilistico, la parte centrale che contiene lo stemma e lo scontorno della fronte a foglie d’alloro che si rincorrono è reperibile nell’ebanisteria bresciana, mentre i due mezzi rosoni, che si vedono anche sui mobili del Bresciano orientale, sono tipicamente trentini; i piedi a doppia voluta sono particolarmente diffusi nel mobile veronese, oltre che in Trentino e nel Veneto in generale.
Qualora avessimo ancora dei dubbi circa la provenienza geografica di questo cassone, intervengono alcuni elementi della sua storia più recente che lo legano a una famiglia di origine trentina, quella dei Disertori.
Sollevando il coperchio, infatti, accanto alla splendida cerniera in ferro, vediamo le iniziali D.B. in ottone e, all’interno del bordo laterale del coperchio, leggiamo “BENVENUTO DISERTORI” [Figura 3].

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Figura 3. Particolare dell’interno del coperchio del cassone di Figura 1.

Benvenuto Maria Disertori (Trento 1887-Milano 1969) è stato principalmente un incisore nel campo dell’illustrazione, oltre che insigne musicologo con un particolare interesse per la musica antica (nota 2).
Eseguì anche numerosi ex libris, al pari del figlio Andrea Disertori, nato nel 1927 a Firenze, dove la famiglia aveva soggiornato a lungo, del quale vediamo il suo personale, applicato all’interno di un vano del cassone e riprodotto, in grande, qui di seguito [Figura 4].

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Figura 4. Ex libris di Andrea Disertori.

L’ex libris mostra un interno con camino, un cane e diversi libri, sul dorso di uno dei quali si legge “architettura”. Il motto “oost west, thuis best”, tradotto letteralmente dall’olandese, significa “est-ovest, casa migliore”, ma corrisponde al proverbio “non c’è posto migliore di casa”; l’uso insolito dell’olandese si spiega con la nazionalità della madre, la pittrice Regina Philippona (Amsterdam 1886-Milano 1977).
La professione principale di Andrea è stata quella di architetto alla quale ha affiancato quelle di grafico, illustratore, scenografo e pubblicista con al suo attivo diverse pubblicazioni, alcune nel campo dell’antiquariato, molte delle quali scritte con la moglie Anna Maria Necchi (nota 3).
Ricordiamo Guida pratica all’antiquariato (De Vecchi, Milano 1970), Il mobile del Settecento. Italia, insieme ad altri autori (De Agostini, Novara 1985), Cinquant’anni di mobili in Italia (1885-1935) (Hoepli, Milano 1988) e, soprattutto, Il mobile lombardo (De Vecchi, Milano 1992) [Figura 5], tutti titoli appartenenti alla “stagione eroica” in cui la proliferava la letteratura sul mobile antico.

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Figura 5. A. Disertori-A.M. Necchi Disertori, Il mobile lombardo, De Vecchi, Milano 1992.

NOTE

[1] U. Raffaelli, Arte e tradizione in Trentino. La cassapanca, Euroedit, Trento 1989.

[2] Le notizie su Benevenuto Disertori sono molteplici; per una sintesi si rimanda alla voce del Dizionario Biografico degli Italiani compilata da Anna Maria Osti Guerrazzi nel 1991 [Leggi].

[3] Su Andrea Disertori si veda quanto riporta il Sistema Archivistico Nazionale (SAN) dei Beni Culturali [Leggi].

Gennaio 2025
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Nemmeno dopo aver identificato il cassone come trentino, è stato possibile risalire alla famiglia per cui saremmo infinitamente grati a qualche studioso di storia locale o esperto di araldica che fosse in grado di fornirci qualche indicazione.