Coppia di sculture lignee dipinte e dorate discutibilmente attribuite a bottega veneziana del XVI secolo

dalla Redazione di Antiqua

A un attento collezionista che segue da tempo il nostro sito è stata proposta a 12.000 euro “trattabili” una coppia di sculture lignee raffiguranti personaggi orientali, definite “incanottate” e presentate come manufatti veneziani “che rientrano ancora nel ‘500” [Figura 1, nota 1]. L’epoca sarebbe avvalorata dalla “carettatura” molto piccola della superficie dorata.

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Figura 1. Sculture lignee intagliate, dorate e dipinte, altezza cm. 72 e 69, rispettivamente, mercato antiquario.

Ovvio si intendesse “crettatura”, termine gergale che traduce il francese craquelure (o craquelé) a indicare il reticolo di screpolature che si forma sulla superficie dei dipinti. Inoltre, l’aggettivo “incanottate” andrebbe rettificato con “incamottate”, facendo riferimento all’incamottatura, ossia all’antica tecnica di sovrapporre al legno intagliato una tela a maglie larghe per meglio trattenere lo strato di gesso e colla prima della modellatura finale e della successiva doratura e dipintura.
Da un’immagine di dettaglio [Figura 1a], si vede un frammento di tela fuoriuscire da una fenditura del legno così come da un’altra immagine di dettaglio [Figura 1b] si può notare una craquelure piuttosto fitta, in genere indicativa di un’alta epoca (nota 1).

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Figura 1a. Particolare di un frammento di incamottatura.

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Figura 2a. Particolare della crettatura in una delle due sculture.

Supposta la loro origine antiche, ciò che a prima vista non convinceva era la dichiarata provenienza veneziana: per una certa naïveté, da un lato, per l’espressione dei visi, dall’altro, con particolare riferimento agli “occhioni” che facevano pensare all’Oriente.
Un’accurata ricerca in rete ha consentito di accertare che le due sculture erano sul mercato da un po’ di tempo.
Sono passate in asta da Hampel a Monaco di Baviera nel settembre 2021 come “Due rarissime figure di santi realizzate in enclavi cristiane dell’Asia orientale, probabilmente Cina, XVII secolo”, con una stima di 8.000-12.000 euro [Figure 2 e 2bis].

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Figure 2 e 2bis. Sculture intagliate, dorate e dipinte, altezza cm. 72 e 69, rispettivamente, Hampel 24 settembre 2021 n. 1392 come Asia orientale, probabilmente Cina, XVII secolo.

La didascalia che accompagna le due sculture nel catalogo della casa d’aste bavarese è sostanzialmente corretta, laddove si identifica il loro contesto nell’ambito delle missioni cristiane in Cina. Le due figure non vengono identificate se non come due santi, uno dei quali indossa il kamilavkion (copricapo caratteristico dei monaci ortodossi). Significativa la frase “Ciò che colpisce è il design degli occhi, che rivela una chiara influenza dell’Asia orientale. Ciò potrebbe indicare che l’intagliatore stesso appartiene a questa cultura, ma ha ripreso i modelli occidentali delle figure dei santi”.
Presumibilmente invendute, ricompaiono in un’asta televisiva romana come sculture raffiguranti due officianti ortodossi, forse provenienti dal centro Europa e databili al XVII secolo”, stimate 5.000-8.000 euro [Figura 3].

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Figura 3. Sculture intagliate, dorate e dipinte, altezza cm. 72 e 69, rispettivamente, Teleartetv, asta 14 n. 31 come due officianti ortodossi, probabilmente centro Europa, XVII secolo.

L’ipotesi di una provenienza orientale appare la più convincente, non solo per il particolare “design” degli occhi di cui sopra, ma anche perché l’unico termine di riferimento per due sculture che risultano comunque rare è stato reperito in una scultura dichiarata un esempio di arte cristiana orientale e collocata nella comunità cristiana ortodossa di Kerala in India [Figura 4].

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Figura 4. Monaco ortodosso, scultura intagliata, dorata e dipinta, Kerala (India), foto Antony VS (fonte Pinterest).

Chiariti i precedenti passaggi di mercato e giunti alla conclusione che potrebbe trattarsi di sculture provenienti da un’enclave cristiano ortodossa in Asia Orientale (Cina), databili al XVII secolo, resta da porsi il quesito su chi siano i santi raffigurati.
La figura a capo scoperto potrebbe essere san Barnaba, santo e martire venerato anche dagli ortodossi, che nella destra regge(va) la palma del martirio e sotto il breccio sinistro un libro (secondo tradizione, il vangelo di Matteo); la figura con il kamilavkion potrebbe essere un santo oppure effettivamente un officiante le cui mani tese erano originariamente coperte da un velo secondo la tradizione bizantina nell’atto di rivolgersi a Dio o all’imperatore (nota 2).

NOTE

[1] La questione della craquelure e della sua interpretazione per determinare l’epoca è complessa e dipende da molti fattori come le caratteristiche dei pigmenti e del supporto, nonché le condizioni climatiche in cui l’oggetto dipinto è stato conservato.

[2] Arcangelo Santoro, A proposito del cerimoniale delle «mani coperte» nel mondo achemenide, Rivista degli studi orientali, vol. 47, fasc. 1/2 (aprile 1972), pp. 37-42.

Febbraio 2025

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