Una tazza inconsueta della Manifattura Ginori
di Alessandro Biancalana

Le decorazioni pittoriche dei primi anni del diciannovesimo secolo della Manifattura Ginori, sorta nel 1737, si contraddistinguono specie per quelle “a vedute”.
Vengono introdotte con molta probabilità a seguito dell’arrivo in Fabbrica del pittore Ferdinando Ammannati, di origini fiorentine, che aveva raggiunto Napoli attorno al 1781 assieme ad altri artisti e lavoranti, già precedentemente a Doccia; questi, però, non aveva mai prestato prima la sua opera né a Firenze, né nella Manifattura Ginori, né in quella di san Donato in Polverosa dei fratelli Giuseppe (1752-1808) e Bartolomeo Ginori (1745-1782).
L’Ammannati si era contraddistinto alla Real Fabbrica Ferdinandea come “miniatore di vedute”; il primo documento che conferma la presenza dell’artista a Firenze risale al 3 gennaio 1810, quando Carlo Leopoldo Ginori Lisci (1788-1837) gli elargisce una buona somma di denaro “a compensazione delle vedute e disegni da lui portati da Napoli e consegnati alla fabbrica” (AGL, Doccia documenti vari. 1802 – 1837, Filza 1, XV, 2, carta 189).
Anche altre però, sono le decorazioni che l’Ammanati esegue a Doccia, dove è documentato almeno fino al 1823: durante il 1812 al pittore fiorentino vengono consegnate “due zuccheriere piccole per dipingersi con animali quadrupedi” e anche “n. 2 ciotole da brodo senza piatto all’Etrusca da dipingersi a paesi, e uccelli, e bordo d’oro” ed anche un “Vaso da Caffè da 12 Tazze per dipingersi a figure a Chiaro Scuro in Campo Color di Rosa”(AMD, Regesto del Magazzino della Fabbrica delle Porcellane, e Maioliche di Doccia. Tomo n. 1).
La tazzina qui presentata, definita “sbavata” e databile attorno al 1815-20, risulta interessante per la tipologia della riproduzione pittorica: si tratta, infatti, per la tazzina della “Ved.a di Montelupo e Capraia” e per il piattino della “Veduta dell’Altopascio”, entrambe inusuali, in quanto prevalevano quelle di Firenze e Roma (Figura 1).

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Figura 1. Tazzina “a vedute”.

Entrambi gli oggetti portano in oro la sopra riportata descrizione della veduta ed una stellina come marca (Figura 1 bis).

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Figura 1 bis. Iscrizione e marca.

La qualità pittorica, specialmente della tazzina, non è eccelsa, ma la copiosa presenza di decorazioni in oro rende l’insieme ricco e piacevole.
Le vedute sono riprese dalle incisioni di Antonio Terreni (1762-1825) tratte dal Viaggio Pittorico della Toscana stampato a Firenze nel 1801 da Francesco Fontani (1748-1818) per i tipi di Giuseppe Tofani (Figure 2 e 3).

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Figura 3. Veduta dell’Altopascio.

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Figura 3. Veduta di Capraia e Montelupo.

Difficile dire se la scelta di queste vedute sia dovuta ad una richiesta precisa di un committente, oppure sia una parte di un servito che aveva come soggetto proprio le incisioni del Terreni.
Certo è che Montelupo Fiorentino era famoso per la presenza di una consolidata tradizione ceramica, mentre il porto di Altopascio sul non più esistente Lago di Bientina, essendo in comunicazione con il fiume Arno, era il luogo di imbarco delle terre di Montecarlo per la Fabbrica di Doccia fin dal mese di maggio 1737, quando ne arrivano in Fabbrica ben 10.000 libbre.

Riferimenti archivistici:
AGL: Archivio Ginori Lisci, Firenze.
AMD: Archivio Museo Richard Ginori della Manifattura di Doccia, Sesto Fiorentino (Fi).