Notizie su Giovanni Pietro Pomi
di Giovanni Vanini
Abstract
Der Architekt, Militäringenieur, Medaillenpräger, Maler un vieles mehr, Giovanni Pietro Pomi oder de Pomis (1569-1633), war in Graz im Dienst Ferdinand II von Tirol tätig.
Die Literatur über Giovanni Pietro Pomi berichtet, daß dieser in Lodi geboren wurde. Über seine Familie ist aber in Lodi nichts dokumentiert.
Die vorliegende Studie liefert einige Agaben über die Familie und stellt unter anderem fest, daß diese zur Zeit der Geburt von Giovanni Pietro in Casalpusterlengo (also nicht in Lodi) ansässig war.
Le pubblicazioni riguardanti Graz (capoluogo del Land della Stiria e seconda città dell’Austria per numero di abitanti, posta sul margine orientale delle Alpi centrali), dedicano ampi spazi all’opera di Giovanni Pietro Telesphoro de Pomis, uomo di multiforme ingegno: architetto, ingegnere militare, medaglista, pittore [Figura 1].
Figura 1. Giov. Pietro Pomi, Autoritratto, olio su tela, Graz (A), Castello di Eggenberg, Galleria d’arte antica del Landsmuseum Joanneum.
Si sostiene sia nato a Lodi nel 1569 e si sia formato alla pittura a Venezia, presso la bottega del Tintoretto.
Intorno al 1589 si trasferisce a Graz, quale artista di corte di Ferdinand II del Tirolo, dove gli viene dato l’incarico di progettare vari edifici, tra i quali il mausoleo degli Asburgo, la chiesa di s. Caterina, il castello degli Eggenberg… e un bastione dalla forma triangolare per il castello di s.Giulio a Trieste.
Figura 2. Giov. Pietro Pomi, Mercurio, Venere e le tre Grazie, olio su tela cm. 175×174, Graz (A), Castello di Eggenberg, Galleria d’arte antica del Landsmuseum Joanneum.
In un saggio piuttosto esauriente su Gio. Pietro Pomis, l’autore Walter Oberhammer annota: ”Uber die Familie ist in Lodi praktisch nichts dokumentiert” (nota 1), ossia, dei Pomis, nella loro terra di origine, nessuna notizia documentaria, evidenziando quindi una lacuna nella letteratura storiografica lodigiana.
Ci è sembrato allora opportuno indagare tra le carte di casa nostra, al fine di tracciare una esatta genealogia della famiglia. La ricostruzione si preannunciava da subito impegnativa, in quanto partiva da un solo dato certo, cioè che l’artista fosse nato a Lodi nel 1569, traccia che si è poi rivelata falsa. Già le rime di Filiberto Villani (nota 2):
Pinse duo vasi a me lo stil superbo
Del Pomis glorioso e immortale
L’un dimostra di Lodi il fato acerbo,
L’altro mostra di Lodi il bel natale.
Questo, come pur vedi, illeso io serbo,
L’altro lo infranse a me caso fatale;
E de la Patria mia sempre meschina
Piansi due volte, ohimè l’alta ruina.
avevano tratto in inganno gli storici locali, che hanno puntualmente definito il Pomis eccelso decoratore di maiolica in città, affermazione, vien da dire, alquanto stravagante riguardo un simile personaggio.
Lo studio che qui presentiamo ci ha permesso di identificare nel borgo di Casalpusterlengo il luogo dove la famiglia risiedeva quando Gio. Pietro nacque.
Dell’origine del cognome Pomi (preferito al latino notarile de Pomis) non vi sono elementi sufficienti per proporre ipotesi; lo stipite più antico da noi rintracciato è Biagio (1490 ca.- ante 1544), bisnonno del nostro Gio. Pietro, di cui si conoscono due figli, Andrea e Lorenza.
Andrea entra nell’Ordine degli Eremiti di s. Agostino, nel monastero di s. Agnese di Lodi; in seguito abbandona l’Ordine e si trasferisce a Casalpusterlengo. Sarà uno dei tanti preti concubinari dell’epoca, e dalla relazione con Caterina Orta, nasceranno: Biagio (morto tra il 1550 e il 1553) e Gio. Battista, presumibilmente nato nel 1539, legittimato dal padre nel 1540 e nominato sue erede nel 1553.
Nel 1558, don Andrea Pomi, in obbedienza al Breve Apostolico, pubblicato qualche mese prima in tutta la Lombardia (che dispone che tutti i frati usciti dai monasteri e indossanti l’abito clericale debbano ritornare nei loro conventi, e riassumerne l’abito), chiede di poter rientrare nell’Ordine e fa istanza che anche suo figlio Gio. Battista possano farsi frate; la richiesta viene accettata e Gio. Battista prenderà il nome di frate Gio. Antonio.
La vita monastica non doveva però essere la vocazione di Gio.Battista; rileviamo, infatti, che un anno più tardi il giovane torna a Casale (Casalpusterlengo) e alla vita secolare.
Sempre nel 1559 muore il padre Andrea.
Gio. Battista sposa la concittadina Bianca Galleani (lo strumento di investitura dotale, rogato dopo il matrimonio, è del 9 agosto 1567); dal matrimonio nascono tre figli: il nostro Giovanni Pietro (1569), Caterina e Polissena.
Bianca viene a mancare dopo la nascita dei figli e, nel 1580, Gio. Battista si porta con la famiglia a Piacenza e vi si mantiene per qualche anno, per poi stabilirsi a Lodi.
Come già accennato, il trasferimento di Gio. Pietro a Graz avviene verso il 1589.
Figura 3. Giov. Pietro Pomi, medaglia di Johann Armpruster e Anna Kamper, Graz 1603.
Nel mese di novembre del 1623 Gio. Battista Pomi muore ultraottantenne e Gio. Pietro, dopo aver appreso epistolarmente dalla sorella Polissena della morte del padre, parte per Lodi, in compagnia del figlio Gio. Nicola.
Il 24 novembre 1623 Gio. Pietro è già in città, dove alloggia presso la casa paterna, e da un documento del 14 dicembre si evince che erede universale di Gio. Battista è il figlio Gio. Pietro, abitante a Graz.
Gio.Pietro rimane in città per alienare dei censi appartenuti al padre e derimere certi contrasti sorti con la sorella riguardo l’eredità materna e paterna, appianati il 17 aprile 1624 con un instrumentum conventionis; da un documento del 23 aprile 1624, conosciamo il nome dei suoi figli: Gio. Nicola, Gio. Battista, Giovanna, Caterina, Maxenzia e Felicita. L’ultima volta che incontriamo Gio. Pietro Pomi a Lodi è il 1 luglio 1624.
Secondo quanto riferito dagli studiosi austriaci, Gio. Pietro Pomi cessa di vivere il 6 marzo 1633, e sarà sepolto a Graz, in Mariahilferkirche, la chiesa di s. Maria del Soccorso.
Come dichiarato nella premessa, questo contributo è nato dal desiderio di fare luce sulla famiglia di Gio. Pietro Pomi, anche se forte è il rammarico di non aver potuto documentare alcunché riguardo il periodo giovanile dell’artista, epoca in cui normalmente i fanciulli venivano ”messi a bottega” presso un ”magister” esperto, al fine di apprenderne l’arte. Riguardo gli anni che vanno dal 1580 al 1585, siamo fiduciosi che qualche studioso dell’area piacentina ci legga, per illuminarci sulla permanenza in città della famiglia; terminiamo confidando che Casalpusterlengo voglia compiacersi di aver dato i natali a Gio. Pietro Pomi, apparendo evidente, anche se non documentata, la sua origine casalina.
NOTE
[1] Testo di Walter Oberhammer, aprile 2005, integrato e modificato da Jill Tatzreiter, gennaio 2008 [Leggi].
[2] Filiberto Villani, poeta lodigiano, autore del poema in 20 canti dal titolo Federico, ovvero Lodi riedificata, composto nel 1650, ma edito solo nel 1828.
Questo lavoro costituisce la sintesi di un saggio di Giovanni Vanini pubblicato in Archivio Storico Lodigiano 2007 dal titolo “Annotazioni sulla famiglia di Giovanni Pietro Pomi”.
Chi fosse interessato a ricevere il testo integrale può farne richiesta scrivendo direttamente all’autore oppure a info@antiquanuovaserie.it
Nähere Informationen und den vollständigen Text finden Sie unter info@antiquanuovaserie.it
Si ringrazia Rosanna Zanetti per la traduzione.