Il guizzo Rococò del Tiepolo influenzò anche i maestri ebanisti tedeschi
di Lucien Zinutti
Contemporaneamente all’attività artistica del Tiepolo, maestri lignari realizzavano capolavori d’ebanisteria destinati ad una ristretta élite della più alta nobiltà.
Questi mobili venivano eseguiti su preciso disegno di noti architetti, attenti alle mode di Parigi, ma con un tocco di personale interpretazione e mesi di minuzioso lavoro; oltre alla notevole manodopera e alla maestria degli artefici, essi esigevano considerevoli somme di denaro, dato l’alto costo delle importazioni d’oltre Oceano delle pregiate essenze esotiche occorrenti per le impiallacciature.
Tra questi maestri vi era Maximilian Mattern di Würzburg, attivo anche alla corte reale di Maria Antonietta, ma in concomitanza col Tiepolo operoso presso la Residenz di Würzburg per committenza del Vescovo-Principe Karl Philipp von Greiffenklau, sotto la sovrintendenza del famoso architetto di corte Johann Balthasar Neumann.
Tiepolo giunse a Würzburg verso la fine del 1751: gli era stato chiesto di decorare il soffitto dello scalone d’onore della Residenz, il più grande affresco – quasi seicentosettanta metri quadrati – che egli mai avesse realizzato, coadiuvato dal figlio Gian Domenico.
L’affresco [Figura 1) simboleggia l’omaggio dei quattro continenti allora conosciuti al Vescovo-Principe: l’America, rappresentata da una giovane pellerossa, ornata di piume e seduta su un coccodrillo; l’Asia, raffigurata da una donna indiana su un elefante; l’Africa, simboleggiata da una principessa nera su un cammello, e l’Europa, affiancata dai rappresentanti delle arti.
Figura 1. Giovan Battista Tiepolo, affresco, Würzburg, Residenz.
Al Mattern erano stati invece commissionati dei mobili. Egli era reduce da una brutta esperienza che gli aveva causato il ridimensionamento della bottega che contava ben venti addetti.
Nel 1745, infatti, aveva realizzato un mobile scrittoio vincolando la sua bottega a diversi mesi di minuzioso lavoro, ma quel mobile, pur presentando una rimarchevole perizia d’esecuzione, presentava delle soluzioni stilistiche ritenute non sufficientemente alla moda dal suo committente Fuersbischof Friedrich Karl von Schoenborns, che lo rifiutò. Non potendo cogliere il frutto del lungo lavoro svolto, fu costretto a ridurre drasticamente il suo organico.
Dopo tale esperienza, Mattern si sforzò di migliorare la sua tecnica e s’ispirò a diverse fonti culturali; tra queste l’ammaliò sicuramente il guizzo Rococò del Tiepolo.
A testimonianza di questo curioso fatto troviamo, sempre nella Residenz di Würzburg, un armadio doppio o Doppelschrank [Figura 2] da lui realizzato nel 1753 (quindi dopo esser stato a contatto col Tiepolo), nel quale possiamo cogliere un forte influsso veneziano riguardante la plasticità delle modanature degli intagli e l’evoluzione delle cimase che mai prima si erano riscontrate nella sua produzione, ma neppure nell’ebanisteria tedesca.
Maximilian Mattern, armadio, 1753, Würzburg, Residenz.
Ciò dimostra, a mio avviso, l’indubbia influenza del Tiepolo.
Infatti, questo capolavoro racchiude il connubio dello spirito veneziano entro una cornice di sapore e perfezione francese, a cui il Barocchetto bavarese è molto incline, conferendo al Maestro ebanista Mattern il raggiungimento di una notevole maturità artistica nell’esecuzione di questo Doppelschrank che esprime una qualità di esecuzione superiore ai modelli da lui precedentemente realizzati.
Prima pubblicazione: Antiqua.mi, giugno 2013
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