Crocifissi in avorio di Giovanni Antonio Gualterio

della Redazione di Antiqua

In data 3 maggio 2016 la casa d’aste Cambi di Genova ha battuto per 19.000 euro un “Corpus Christi” in avorio che era stato proposto con una stima di 2.500-3.000 euro e un’attribuzione, come da catalogo, a “scultore fiammingo o spagnolo attivo in Italia nella prima metà del XVII secolo” [Figura 1]. Sul retro della Croce si trova un’iscrizione che recita: CARD/AL/DOBRAND/P./ANT.o/CICA/LE, che ha consentito di identificare il committente in Pietro Aldobrandini (1571-1621), nipote di papa Clemente XVIII che lo ordina cardinale nel 1593.

giovanni-antonio-gualterio-crocifisso-avorio

Figura 1. Giovanni Antonio Gualterio (attr.), Crocifisso, avorio, altezza Cristo cm. 30, Croce cm. 87, Cambi, Genova 3 maggio 2016 n. 177.

Solo tardivamente, presumibilmente ad aggiudicazione avvenuta, l’oggetto viene attribuito a Giovanni Antonio Gualterio (nota 1).
Di lui sappiamo ben poco. Era nativo di Gaeta ed era noto come artefice di Crocifissi in avorio presso la corte papale tra la fine del XVI e l’inizio del XVI secolo. Per quanto riguarda le poche note biografiche e alcune delle sue opere rimandiamo a uno splendido sito in lingua francese che si occupa solo di Crocifissi e che a questo artefice dedica un articolo specifico pubblicato il 17 novembre 2015 (nota 2).
Tra i tanti meriti dell’articolo vi è quello di mettere a confronto numerosi Cristi in avorio con quello, frammentario, che si trova nella Grünes Gewölbe del castello di Dresda, sul retro del quale si legge sul perizoma la scritta: F.JO.ANT.GUALTERIUS 1599, ma soprattutto di attribuire a Gualterio una serie di Crocifissi in avorio prima riuniti sotto la sigla del cosiddetto Maestro JAG, acronimo che si può ora decifrare come Joannes Antonius Gualterius.
Un’altra importante conclusione alla quale giunge l’articolo è che i Crocifissi più antichi, databili verso la fine del XVI secolo, raffigurano il Cristo morto, mentre quelli firmati JAG e datati dall’inizio del XVII secolo raffigurano il Cristo vivo (nota 3).
Desideriamo contribuire segnalando un Crocifisso in avorio presentato dalla Casa d’aste ART di Genova il 28 novembre 2006 come “scultore attivo nel XVII secolo” (stima euro 1.500-2.000) che pare fin’ora sfuggito all’attenzione della critica e che ci sentiremmo di attribuire a Giovanni Antonio Gualterio datandolo agli inizi del XVII [Figura 2].

giovanni-antonio-gualterio-crocifisso-avorio

Figura 2. Giovanni Antonio Gualterio, (qui attr.), Crocifisso, avorio, altezza cm. 48, Art, Genova, 28 novembre 2006 n. 14.

Si veda il confronto tra i dettagli del perizoma nel Cristo di Cambi 2016 [Figura 3a], in quello di Art 2006 [Figura 3b] e in quello di un Cristo siglato JAG e datato 1614, presumibilmente in collezione privata [Figura 3c], pubblicato a figura intera nell’articolo su Gualtiero citato nella nota 2.

giovanni-antonio-gualterio-crocifisso-avorio

Figura 3 a. Dettaglio della Figura 1.

giovanni-antonio-gualterio-crocifisso-avorio

Figura 3 b. Dettaglio della Figura 2.

giovanni-antonio-gualterio-crocifisso-avorio

Figura 3 c. Dettaglio di un Crocifisso siglato JAG 1614.

Quanto precede pare confermare ciò che nel 2015 sosteneva l’ignoto autore dell’articolo sopra citato e cioè che “Giovanni Antonio Gualterio deve ancora percorrere molta strada prima di veder riconosciuta la sua fama presso le Case d’Asta (… a encore du chemin à parcourir avant d’asseoir sa notoriété dans les Maisons de Vente).

NOTE

[1] Cambi Auction Magazine ottobre 2016 p. 32.

[2] Per quanto riguarda il sito: vedi; su Gualterio in particolare, vedi.
Vedi anche:
M.M. Estella Marcos, Un Cristo de marfil de Gualterius y otros dos ejemplares del maestro de la sigla JAG, Archivo español de arte, 1975, n. 48, pp. 133-136;
-E.D. Schmidt, Christ in the Counter-Reformation. A signed and dated ivory by Giovanni Antonio Gualteri, Storia dell’arte, 2008, 118, no. 19, pp. 5-20.

[3] Sulla specifica questione della derivazione dal disegno di Michelangelo, nello stesso sito vedi.

Prima pubblicazione: Antiqua.mi, marzo 2017

© Riproduzione riservata