Arrigo Finzi (1890-1973), argentiere milanese
della Redazione di Antiqua
Arrigo Finzi costituisce una delle figure più interessanti nel panorama dell’argenteria novecentesca e sono molte le famiglie della borghesia milanese che possono vantare il possesso di oggetti [Figura 1] o interi servizi in argento di sua produzione [Figura 2].
Figura 1. Arrigo Finzi, Cigno, argento, 1950 circa, Legnano (Mi), collezione privata.
Figura 2. Finzi, Serie di piatti di varie misure, argento, 1950 circa, Milano, collezione privata. Sotto la base reca i marchi 365 (entro losanga), Finzi (in corsivo), 800 entro ellisse.
I piatti quadrangolari sono più costosi di quelli ovali e ancor meno di quelli rotondi, che sono i più facili da realizzare. Il problema consiste proprio nel tipo di lavorazione e nella tornitura che sono più complessi (informazione avuta presso l’argentiere Ganci, Milano).
Inoltre numerosi oggetti in argento o argentati marcati Finzi, oppure con alcuni dei marchi da lui creati, compaiono con una certa continuità sul mercato antiquario. A dispetto di ciò, le notizie che lo riguardano sono piuttosto scarse.
Nel marzo del 2010 è pervenuto alla Fondazione Wolfsoniana di Genova Nervi un nucleo di argenti provenienti dalla collezione di Olga Finzi Baldi, figlia di Arrigo, che li ha affidati in comodato alla stessa Wolfsoniana.
Nell’occasione è stato pubblicato un fondamentale opuscolo dal quale è tratta la maggior parte delle notizie qui riportate (AAVV, Gli argenti di Arrigo Finzi, Silvana, Cinisello Balsamo, Mi).
Arrigo nasce a La Spezia il 25 giugno 1890, a quanto pare del tutto casualmente, dal momento che la famiglia è veneziana e vive Venezia; il padre è impiegato presso l’Arsenale e lo stesso Arrigo frequenta a Venezia il collegio internazionale Ravà di proprietà della nonna paterna.
Nel 1904 i Finzi si trasferiscono però a Milano, dove Arrigo si diploma in ragioneria e intraprende la sua prima attività lavorativa, quella di commesso viaggiatore per una ditta di arredi sacri che gli consente di familiarizzare con quello che sarà il suo campo di attività.
Sebbene non sia figlio d’arte e non possa vantare una grande esperienza, Arrigo decide comunque di impiantare il suo primo laboratorio in via Carmagnola 14 a Milano e nel 1909 presenta il relativo progetto in Comune. Qui avviene un incontro per certi versi fatale con Antonio Sant’Elia (Como 1888-Quota 77 Carso 1916), esponente del Movimento futurista, allora impiegato come disegnatore edile presso l’ufficio tecnico dello stesso Comune di Milano.
Negli anni successivi si intensifica il loro rapporto di amicizia e Finzi decide di avvalersi delle idee di Sant’Elia (nel frattempo diplomatosi architetto a Bologna nel 1912) per produrre argenti “moderni”, caratterizzati da linee nuove ed essenziali, in contrasto con lo stile “Liberty” che caratterizza la produzione tra Otto e Novecento.
Purtroppo il Sant’Elia muore nel 1916 durante il primo conflitto mondiale.
Il primo maggio del 1919, insieme a Edoardo Princi, Arrigo fonda la Arrigo Finzi & C. con sede a Milano in via Caminadella 14, destinata a produrre manufatti in argento, metallo argentato e oggetti d’arte e di lusso in genere. I primi pezzi, ispirati ai disegni di Sant’Elia non riscuotono successo commerciale e l’impresa, in data 13 ottobre dello stesso anno, si trasforma in Società Anonima Arrigo Finzi & C. L’affermazione sul mercato nazionale e internazionale avviene tra il 1919 e il 1922 con una produzione più tradizionale che si adatta meglio al gusto del pubblico, costituita da oggetti che ondeggiano dallo stile Impero al Liberty [Figura 3].
Figura 3. Arrigo Finzi, Delfino, argento,1919, Genova Nervi, Wolfsoniana (comodato Olga Finzi Baldi).
Nel frattempo viene avviata anche una produzione di arredi sacri (calici, pissidi, ostensori) i cui modelli vengono depositati con il marchio “Angelo”.
Nel 1924, dal 18 febbraio al 20 ottobre, la ditta partecipa alla crociera della nave Italia in America Meridionale, una sorta di fiera campionaria galleggiante, allo scopo di far conoscere all’estero la produzione nazionale di oggetti d’arte e artigianato, iniziativa sostenuta dal governo, ispirata da Gabriele d’Annunzio e sotto la direzione artistica di Giulio Aristide Sartorio.
Sempre nel 1924, in aprile, Finzi espone alla Fiera Campionaria di Milano nella Palazzina degli Orafi progettata dall’architetto Paolo Vietti Violi.
Nel 1925 (30 marzo) Finzi inaugura il nuovo e moderno stabilimento di via Termopili 8, sempre a Milano, e al 1926 risale la pubblicazione del catalogo della Società Anonima Arrigo Finzi & C.
Va detto che, dalla morte di Sant’Elia, Arrigo Finzi non ricorre ad altri designer, bensì soprintende direttamente all’attività creativa, avvalendosi di collaboratori come Aldo Sossai, preso a bottega da giovane e con lui fino alla fine degli anni Trenta, e successivamente il padovano Giorgio Ceccherini, già allievo a Venezia dello scultore e cesellatore Cornelio Ghiretti.
A seguito della crisi del ’29 Finzi diversifica la produzione creando oggetti che abbinano rame e argento, oppure impiegando l’argento per incrostare e ingabbiare la porcellana (in particolare per Rosenthal), il cristallo di Boemia, il vetro di Murano [Figura 4]. Questa produzione ottiene largo successo alla Fiera Campionaria del 1931. A ottobre dello stesso anno apre in via Cantù 4 un’esposizione per grossisti.
Figura 4. Centrotavola ovale sagomato (fruttiera), porcellana Rosenthal modello Pompadour con decorazioni floreali stilizzate in argento puro depositato (silver overlay), 1935 circa, collezione privata.
All’inizio degli anni Trenta prende avvio, con il marchio “Metargent” e un catalogo pubblicato nel 1932, una produzione per il settore sport (coppe e trofei) e una vasta gamma di oggettistica.
Coppe e trofei erano già presenti nel catalogo del 1926, ma erano ancora legati a declinazioni stilistiche di matrice Liberty. Gli oggetti Metargent sono invece caratterizzati da forme che presentano la maggiori affinità con la cultura futurista e rispecchiano nelle varie denominazioni dei modelli il repertorio linguistico della propaganda di regime [Figura 5].
Figura 5. Coppa, marchio Metargent (mercato antoquario). Sotto la base reca il marchio Metargent entro riserva rettangolare e il numero 22.
L’idea di riprendere a produrre una linea di oggetti di ispirazione futurista si rafforza nel 1933, quando in data 16 ottobre Finzi deposita il marchio “Sant’Elia” [Figura 6].
Figura 6. Finzi, Vaso mod.S/148, argento, 1933, marchio Sant’Elia, Genova Nervi, Wofsoniana (comodato Olga Finzi Baldi).
Tuttavia, più che al futurismo, le creazioni marchiate Sant’Elia si presentano in linea con le creazioni déco di certa produzione contemporanea milanese, ma anche con alcuni lavori di area austro tedesca, con particolare riferimento all’opera del viennese Karl Hagenhauer.
Nel febbraio 1934, apre il negozio di corso Vittorio Emanuele 4 e lancia una produzione delle linee più moderne denominata “Nuova Argenteria”.
Nel 1935 partecipa all’Esposizione universale di Bruxelles vincendo il Gran Premio e a dicembre apre il negozio di Roma in via del Tritone 204.
Tra il 1936 e il 1937 Finzi incarica l’arch. Gino Maggioni (San Giorgio su Legnano 1898-1955) di ammodernare lo stabilimento di via Termopili che viene dotato di mensa, infermeria, spazi per le attività ricreative.
A seguito delle leggi razziali, il 14 dicembre 1938, Finzi scoglie la Soc. An. Finzi & C. e fonda la Soc. An. Le Argenterie d’Italia.
Nel 1940 inaugura il negozio di Torino in via Roma 325, ma non quelli previsti di Genova e Napoli. L’intensificarsi delle persecuzioni razziali lo obbligano a lasciare l’azienda nel dicembre 1943 e a nascondersi dal dicembre 1944 alla fine della guerra.
Nel 1947 Le Argenterie d’Italia partecipano alla VIII Triennale di Milano, sezione Oggetti per la casa aggiudicandosi una medaglia d’argento.
Il 1 aprile 1948 Finzi liquida Le Argenterie d’Italia e apre a Milano un negozio-laboratorio in via Asole 4 conservando i negozi di Torino e Roma (qui aprendone un altro nel 1949 in via Sistina).
Finzi è l’unico argentiere italiano a essere selezionato a partecipare alla mostra Italy at work. Her renaissance in design today, promossa dalla CNA (Compagnia Nazionale Artigiana) e ospitata da 12 importanti musei statunitensi dal 1950 al 1952 per presentare il meglio delle arti decorative prodotte in Italia dalla fine della guerra.
Da anni, ormai, la sua produzione è estesa anche alla porcellana decorata in oro zecchino [Figura 7 e 7bis].
Figura 7 e 7 bis. Finzi, Vaso biansato, porcellana con decorazioni in oro zecchino, 1940 circa. Sotto la base reca il marchio Finzi, Made in Italy, oro zecchino, Cambi, asta n. 120 del 22 febbriaio 2012 lotto n. 48.
Nel 1952 apre un negozio su due piani in via Manzoni 17 a Milano e nel 1954 crea Finzi Arte, cui collabora la figlia Olga nel campo della gioielleria.
Arrigo Finzi muore a Milano il 6 gennaio 1973.
Prima pubblicazione: Antiqua.mi, ottobre 2014
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