Mobili neoclassici con fauni, ninfe e grifoni. GBM?
di Andrea Bardelli
Nell’ambito dell’ampia ricerca in corso sui mobili neoclassici lombardi è stato possibile isolare un’insieme omogeneo di mobili caratterizzati da un decoro intarsiato dove compaiono fauni che inseguono delle ninfe, all’interno di girali fogliati, e talvolta dei grifoni affrontati.
Uno degli esemplari più noti è un tavolo che si trova a Milano presso il Museo dei mobili e delle sculture lignee [Figura 1].
Figura 1. Bottega lombarda (GBM?), tavolo (piano in commesso di marmo, Firenze, 1615 ca.), Milano, Castello Sforzesco, Museo dei mobili …, inv. n. 712).
Enrico Colle attribuisce il mobile, sebbene con un punto interrogativo, all’artefice che si sigla GBM in base a un confronto con due cassettoni (non meglio identificati), avvicinabili ai modi di GBM, che riportano il medesimo motivo intarsiato [Colle 1996, p. 346 n. 616, figg. p. 349 e 350].
Possiamo arguire che lo studioso si riferisse a cassettoni come quello da lui pubblicato successivamente [Colle 2005, p. 328] con la stessa attribuzione a GBM [Figura 2].
Figura 2. Bottega lombarda (GBM?), cassettone, collezione privata.
In ogni caso, il motivo dei girali fogliati e dei grifoni affrontati (anche se impostati in modo diverso) trova riscontro in una serie di mobili, alcuni dei quali firmati o siglati GBM (nota 1).
Si veda il confronto tra la fronte del cassetto del cassettone di Figura 2 e quella di un cassettone GBM proposto da Sotheby’s a Londra il 4 novembre 2009 n. 100, ivi definito “maniera di Maggiolini” e qui non riprodotto [A e B].
A
B
Piuttosto che di “girali fogliate” si sarebbe dovuto parlare di “canne” perché le figure del fauno e della ninfa rimandano al mito di Fauno e Siringa [C e D, nota 2], mentre i due grifoni affrontati sono di origine orientale, spesso raffigurati ai lati di un albero, un’anfora, una pigna o una fonte, tutti identificabili come simboli di vita ai quali i grifoni sono posti a guardia.
C. Dettaglio a colori dello stesso mobile di Figura 1.
D. Antonio Tempesta, acquaforte (dettaglio), Roma, Palazzo Fontana di Trevi, Gabinetto Disegni e Stampe, Fondo Corsini, inv. FC115553.
Chiusa la breve parentesi iconografica, torniamo alla nostra famiglia di mobili di cui sono fin’ora noti pochi esemplari.
Uno di questi è passato in asta presso Cambi [Figura 3] ed è riconoscibile per l’impianto generale, la disposizione della lastronatura e delle profilature intarsiate, ma soprattutto per il disegno della “candelabra” lungo la lesena [E], spesso assunta come termine di paragone per attribuire alla stessa bottega dei mobili che presentano tra loro un diverso impianto decorativo (medaglione centrale, fronte del primo cassetto in alto). Il medaglione con Apollo citaredo ricorre in altre famiglie di mobili sotto indagine, di cui parleremo in qualche prossima occasione.
Figura 3. Bottega lombarda (GBM?), cassettone, Cambi 18 novembre 2014 n. 144.
E. Dettaglio del mobile di Figura 2.
Se le premesse sono state poste correttamente possiamo pensare di assegnare allo stesso gruppo di mobili anche un tavolino [Figura 4] che mostra sulla fronte del cassetto i due grifoni al centro e i due fauni sui lati che pare abbiano rinunciato alle loro pretese sulle ninfe concentrando la loro attenzione sui grifoni medesimi. A parte questi decori, mentre la gamba è intarsiata nella parte alta con un piccolo fiocco da cui si diparte un “pendone” vegetale, il disegno all’interno delle lesene ai lati del cassetto è identico sia in questo tavolo che nel cassettone visto in precedenza.
Figura 4. Bottega lombarda (GBM?), tavolo, Boetto, febbraio 2010 n. 31.
Saremmo tentati di inserire nello stesso gruppo anche un cassettone [Figura 5] per il motivo delle ninfe che si muovono all’interno di girali fogliati (ormai affrancate dalla persecuzione dei fauni). Tuttavia, pensiamo che per l’impostazione generale e per gli altri decori, diversi da quelli dei mobili finora considerati, questo cassettone sia da associare alla bottega attiva tra Lombardia e Liguria di cui ci siamo occupati in precedenti occasioni (nota 3).
Figura 5. Bottega lombarda o ligure, cassettone, fine del XVIII secolo, Geri luglio 1985 n.375.
Come ha sottolineato la maggior parte degli studiosi, questi mobili sono databili tra la fine del XVIII secolo e il primo quarto del secolo successivo in cui la maggior parte delle botteghe ha continuato ad operare.
Non desti quindi meraviglia trovare gli stessi decori in mobili in stile Impero, come il cassettone [Figura 6] in cui il disegno delle “candelabre” si trasferisce dalle lesene alle tipiche colonne tornite.
Figura 6. Bottega lombarda (GBM?), cassettone, Il Ponte giugno 2000 n. 151.
Si veda anche il secretaire [Figura 7] dove troviamo un richiamo solo nella fronte dei cassetti sui quali i fauni hanno ripreso a molestare le ninfe, mentre l’impianto decorativo, fattosi più complesso e fantasioso nelle parti compendiarie, si incentra sul grande pannello intarsiato che ricorda il cremonese Maffezzoli, altro allievo di Maggiolini, e i suoi imitatori.
Figura 7. Bottega lombarda (GBM?), secretaire, Il Ponte novembre 2001 n. 237.
NOTE
[1] Su GBM si rimanda all’articolo L’ebanista milanese che si sigla GBM (luglio 2011)[Leggi]. Abbastanza di recente è stato proposto di identificare GBM, quasi certamente apprendista presso la bottega di Giuseppe Maggiolini, con Giovanni Battista Moroni (gennaio 2019) [Leggi].
[2] Fauno insegue la ninfa Siringa per possederla, ma nel momento in cui riesce ad afferrarla si trova in mano delle canne. Con esse costruisce uno strumento a fiato dandole il nome della ninfa (Ovidio, Metamorfosi 1, 687-712).
[3] Si rimanda agli articoli: Cassettone neoclassico milanese … o genovese (giugno 2018) [Leggi] e Milano o Genova… o l’anello di congiunzione (luglio 2019) [Leggi]. Ringrazio Manuela Sconti Carbone per la conferma.
Bibliografia citata
-E. Colle, Museo d’Arti Applicate. Mobili e intagli lignei, Electa, Milano 1966
-E. Colle, Il mobile neoclassico in Italia. Arredi e decorazioni d’interni dal 1775 al 1800, Electa, Milano 2005.
Prima pubblicazione: Antiqua.mi, dicembre 2019
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Post scriptum
Senza che questo conduca ad alcuna conclusione, si segnala che il pannello intarsiato che decora il secretaire di Figura 7 è del tutto simile a quello che troviamo su un secretaire firmato dai fratelli Rosani, Si rimanda all’articolo Secretaire intarsiato firmato Pietro e Bernardino Rosani 1857 (luglio-agosto 2020) [Leggi] (ndr, 26.10.2020).