Piatto in terraglia della Manifattura Gian Battista Viero di Nove

di Fiammetta Fazio

Piatto rotondo, senza anello di appoggio, foggiato a stampo. La tesa, dall’orlo profilato in blu leggermente estroflesso e mistilineo, presenta andamento ondulato per effetto di nervature rilevate, che raggiungono radialmente il cavetto a forma circolare. Lo smalto è brillante e color bianco latteo, la decorazione policroma tipicamente di area bassanese ‘a fiori naturalistici’, che attraversa il decoro e la tesa, denota una precisa dovizia nei particolari frutto di mano esperta del decoratore [Figura 1].

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Figura. Manifattura Gian Battista Viero, piatto, terraglia decorato a mano in policromia, diametro cm. 23,5, Nove (Vi), ultimo quarto del XIX secolo.

Il marchio riportante le iniziali GBV coronate, dipinto in blu in corrispondenza del verso del piatto [Figura 1 bis], si riferisce alla manifattura di Giovan Battista Viero che nel 1842 prese le redini della manifattura già avviata dal padre Giuseppe Viero agli inizi dell’Ottocento.

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Figura 1 bis. Marchio, particolare sul retro del piatto di Figura 1.

Giova Battista si distinse per il rilancio di una produzione di terraglie, i cui modelli prendevano spunto dalla ‘nuova maiolica’ della Antonibon.
La fortuna della sua conduzione, si deve al fatto che si avvalse di validi collaboratori fra cui il modellatore e scultore Giovanni Battista Minghetti ed i pittori e decoratore quali Volpato, il Manzoni da Padova ed Antonio Bianchi.
Presto la sua fama divenne internazionale, grazie soprattutto ad una contante presenza alle Esposizioni, fra cui la più importante partecipazione del 1897 all’Esposizione nazionale di Torino, durante la quale gli fu assegnata la medaglia d’oro e ciò gli consentì di esportare manufatti a Parigi, Barcellona, Berlino e Vienna.
La fabbrica chiuse definitivamente nel 1940, dopo avere venduto gli stampi ed i disegni a manifatture ceramiche locali.

(*) L’articolo è stato scritto il 28.4.2011 e pubblicato in forma di scheda firmata Fiammetta Fazio.


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