Vito Zani
Dopo la laurea in Filosofia, conseguita nel 1991, ha cominciato a dedicarsi attivamente alla ricerca nel campo della Storia dell’arte, inizialmente concentrandosi su indagini nel territorio della provincia di Varese, relative per lo più a pittori del Seicento e del Settecento, consistite, tra le altre cose, in una ricostruzione dell’allievo del Morazzone Antonio Mondino, in un approfondimento dell’attività varesina di Federico Bianchi, Pietro Antonio Magatti, Biagio Bellotti e altri.
Queste indagini sul territorio, che hanno perseguito anche il rinvenimento di importanti pale d’altare disperse e attestate da fonti antiche (oltre alla scoperta di dipinti importanti di altre origini, di Tanzio da Varallo e Filippo Abbiati), furono affiancate da ricerche sulla scultura lombarda del Rinascimento, poi divenute preminenti, dedicate a Gian Giacomo Della Porta, Benedetto Briosco, Bambaia, Cristoforo Lombardi, Ambrogio Montevecchia e Lorenzo da Muzzano, anche in questo caso con la scoperta di opere e documenti inediti. Da qui è scaturita una ricerca organica sulla scultura del Rinascimento a Brescia e il maestro Gasparo Cairano, formalizzata in una tesi di dottorato, premiata nell’edizione del 2005 del Premio Fedrico Zeri, confluita in un volume dato alle stampe nel 2010. In seguito, i suoi interessi si sono rivolti al tema inesplorato dell’avvento della prospettiva nel linguaggio scultoreo lombardo del tardo Quattrocento e a Giovanni Antonio Piatti, che ne fu il misconosciuto artefice.