Canterani lombardi “post Veneroni”

di Andrea Bardelli

L’ultimo articolo sui canterani noti come “Veneroni” [Leggi] si concludeva con il riferimento a un cassettone di provata provenienza cremonese, avente le stesse forme dei mobili in questione, ma lastronato e intarsiato in legni di varie essenze.
Questo riferimento ci consente di considerare una nuova serie di cassettoni, forse solo di poco più tardi rispetto ai primi, che introducono un elemento decorativo nuovo: l’inserto in noce e in radica di noce in un contesto in cui il colore nero, almeno in una prima fase, è ancora predominante [Figura 1].

cassettone-post-veneroni-lombardia-prima metà-XVIII-secolo

Figura 1. Cassettone, Lombardia (Cremona ?), prima metà XVIII sec. (archivio Antichità Subert, Milano).

Vi sono poi cassettoni in cui l’ebanizzatura assume un ruolo progressivamente secondario e, a dispetto delle forme arcaiche, si approssima all’epoca che vede tanta produzione con le cornicette ebanizzate, ossia la metà circa del Settecento.
In proposito mostriamo un cassettone formalmente imparentato con i “Veneroni di prima generazione”[Figura 2], la cui fronte è decorata da cornicette disposte “a cuore”, secondo una modalità che trova il più ampio riscontro nella produzione lombarda di metà secolo.

cassettone-post-veneroni-lombardia-prima metà-XVIII-secolo

Figura 2. Cassettone, Lombardia (Cremona ?), prima metà XVIII sec. (S. Colombo, L’arte del legno e del mobile in Italia, Bramante, Milano 1981, n. 331).

Esaminiamo ora un altro cassettone chiaramente imparentato con la famiglia di mobili di cui ci stiamo occupando [Figura 3].

cassetone-lombardia-cremona-prima-metà-xviii-secolo

Figura 3. Cassettone, Lombardia (Cremona ?), prima metà XVIII sec. (mercato antiquario).

L’importante elemento di novità è l’introduzione della gamba alta che si incurva a ricciolo sotto una struttura arcaica, da canterano “di prima generazione”.
Sebbene in questi frangenti sia sempre pericoloso generalizzare, questa tipologia di piede è riscontrabile, ancora una volta, in una serie di mobili di sicura provenienza cremonese e in altri di altrettanto sicura provenienza lodigiana. Allo stato attuale, tuttavia, non siamo in grado di sapere se si tratta di una prerogativa locale, oppure di uno dei tanti stilemi mutuati da Milano.
A parte il riferimento geografico, i due elementi “di novità” considerati, il decoro a cuore e la gamba alta a ricciolo, oltre a suggerirci che siamo verso la metà del secolo, ci introduce a una numerosa serie di mobili, che potremmo definire “di nuova generazione”. Di questi mobili, caratterizzati dalla presenza delle classiche cornicette ebanizzate su fondo di noce chiaro con inserti in radica di noce, che ci portano fino agli albori del periodo neoclassico, ci occuperemo in una prossima puntata di questa storia del mobile di Milano e dintorni.
Concludiamo brevemente con un altro interessantissimo, straordinario mobile “post Veneroni” [Figura 4]: un cassettone che presenta sia il decoro a cuore (con la goccia), sia la gamba a ricciolo, ma anche un altro elemento decorativo: il lambrecchino, che ci riconduce a una numerosa famiglia di canterani, collocabili tra Cremona, Lodi e dintorni, di cui parleremo in un’altra occasione.

cassetone-lombardia-cremona-prima-metà-xviii-secolo

Figura 4. Cassettone, Lombardia (Cremona ?), prima metà XVIII sec. (archivio Antichità Subert, Milano).