Cavour, Monti e Ademollo legati a scoperte ed eventi
della Redazione di Antiqua
E’ di questi giorni la notizia della comparsa sul mercato antiquario di un diario scritto da Camillo Benso conte di Cavour [Figura 1], oltre a diverse carte e oggetti che gli sono appartenuti, tra cui i celebri occhiali. Il manoscritto era stato visto l’ultima volta nel 1912 ed è stato acquistato, insieme al resto, da Roberto e Luca Cena della libreria antiquaria Il Cartiglio di Torino. Proviene dagli eredi di Federico Borani, segretario personale di Cavour al quale era stato donato da un nipote dello statista.
Figura 1. Pagine del diario di Cavour, Torino, Libreria antiquaria Il Cartiglio.
I preziosi documenti, sottoposti ai funzionari della Soprintendenza e autenticati dalla studiosa Rosanna Roccia, sono probabilmente destinati ad essere acquistati dalla Fondazione Cavour ed essere esposti nel Museo Cavour che si vorrebbe aprire nell’arco di un anno nel Castello Cavour di Santena. E’ stato giustamente osservato dai fortunati scopritori come “… ritrovamenti come questi contribuiscano anche a far rinascere una passione per l’arte antica e a mettere in moto collaborazioni fruttuose come quella che nel nostro caso si è realizzata tra librai antiquari, storici e Soprintendenza …” (nota 1).
La notizia rimanda a una vicenda simile che ha avuto come protagonista un disegno del pittore Giovanni Migliara (Alessandria 1785-Milano 1837) raffigurante una veduta di Atene. Tra le rovine ai piedi del Partenone, due personaggi sono intenti a leggere due sestine di versi iscritte su una lapide [Figura 2].
Figure 2. Disegno di Giovanni Migliara e retro con i versi autografi di Vincenzo Monti, Milano, galleria Il Bulino.
Gli stessi versi si trovano scritti e firmati di pugno da Vincenzo Monti sul retro del foglio [Figura 2bis] e recitano:
Scuola d’ogni valor, madre infelice/ di Fidia e Plato veneranda Atene/
Pera il barbaro, il vil ch’onta ti dice/ Di te, che morte gridi, o libertate/
Tutte son le bell’alme innamorate/
E su questo a Minerva altar consacrato/ Giurano ai mali tuoi rispetto./
E anch’io lo giuro, e a voglia dell’amato/ Signor che tutto di sé empie il petto./
Questi, usciti del cor, versi scrivea/ Fra quattro Rose assiso ed una Dea.
Figura 2 bis. Dettaglio della Figura 2.
Il disegno venne acquistato da Matteo Crespi, titolare della galleria Il Bulino di Milano e l’inedito montiano saltò fuori nel momento in cui si decise di liberare il foglio dalla brutta cornice che lo conteneva. L’autenticità fu confermata dallo studioso Ferdinando Mazzocca, secondo il quale l’incontro tra Monti e Migliara era “… plausibile vista la familiarità del poeta e del pittore con la famiglia Trivulzio”. Nel 1819 Monti compone per le nozze tra Cristina Trivulzio e Giuseppe Archinto il poema Il ritorno d’amore al cespuglio delle quattro rose, ossia le quattro figlie del principe milanese Gian Giacomo Trivulzio e di Beatrice Serbelloni. Anche nei versi inediti si parla delle stesse “quattro rose”, mentre Beatrice non può essere che la “Dea” (nota 2).
Anche in quell’occasione si parlò del lavoro dell’antiquario messo al servizio della cultura.
E’ proprio in quest’ottica che intende muoversi con sistematicità la galleria milanese dell’antiquario Sergio Baroni, al quale appartiene un busto di Vincenzo Monti realizzato nel 1832 da Pompeo Marchesi (Saltrio, Va 1789 – Milano 1858) [Figura 3, nota 3].
Figura 3. Pompeo Marchesi, Ritratto di Vincenzo Monti, scultura in marmo, h cm. 90, Milano, Galleria Sergio Baroni.
Presso la stessa galleria, infatti, in occasione di una mostra dedicata a Luigi Ademollo (Milano 1764 – Firenze 1849) [Figura 4], è stata presentata il 28 ottobre scorso una ricerca in fieri sull’opera di Ademollo della studiosa Egle Radogna che si spera sarà presto pubblicata.
Figura 4. Luigi Ademollo, Scene bibliche, tempera su carta, cm. 65 x 71, Galleria Sergio Baroni.
Per inciso, non è assodato che Ademollo abbia mai incontrato Vincenzo Monti, ma è certo che fosse un grande studioso dei testi classici ed è quindi assai probabile che utilizzasse la traduzione di Monti per l’Iliade. Non è stato possibile in questa sede accertare eventuali rapporti tra Luigi Ademollo, Giovanni Migliara e Pompeo Marchesi, ma un curioso trait d’union è il fatto che lo stilista Gianni Versace, dal quale provengono numerose opere su carta di Ademollo esposte da Baroni, collezionava anche opere di Migliara e a Villa Fontanelle possedeva due figure femminili in marmo di Marchesi (nota 4).
NOTE
[1] Guido Andruetto, Ritrovato il diario segreto di Cavour: un pezzo di storia d’Italia nelle carte dello statista, La Repubblica 25.11.2015.
[2] Simone Mosca, Dietro il disegno, Monti. Ritrovato un inedito autografo del poeta, La Repubblica 6.3.2009.
[3] Si tratta di una delle quattro copie eseguite da Pompeo Marchesi a seguito di una commissione ricevuta da re Carlo Alberto, appassionato lettore della produzione letteraria di Monti.
[4] Minnie Gastel, Il mito Versace, Baldini Castoldi Delai, Milano 2007.