Console bergamasca firmata Giorgio Ganassi e datata 1769
di Andrea Bardelli
Salutiamo con entusiasmo la scoperta in una collezione privata di una console, già transitata per il mercato antiquario, sotto il cui coperchio si legge: “Ego Giorgius Ganassis Endenna fecit anno domini 1769 Die Giugni 23” [Figura 1].
Figura. Ganassi Giorgio, tavolo da muro, 1769, collezione privata.
Guardiamola come se non sapessimo nulla del suo artefice e della sua provenienza su cui torneremo tra breve.
Il tavolo da muro, come sarebbe meglio chiamarlo, è in noce intagliato e il piano appare lastronato in noce e intarsiato. Al centro della fascia si nota una bavaglia piuttosto accentuata e le gambe zoomorfe, sono raccordate sul fondo da una traversa a sagomata, del tipo definito “a tenaglia”.
Numerosi dettagli sono dorati, mentre la lingua degli animali che formano le gambe, forse dei cavalli marini, è dipinta di un rosso squillante [Figura 2].
Figura 2. Particolare della Figura 1.
Il piano sagomato è decorato da un bordo più esterno, impiallacciato in radica di pioppo filettato in acero, e da un nastro mistilineo in acero al centro, che a sua volta contiene una bella composizione intarsiata in acero e altri legni tinti, con un cesto contenente vari prodotti della terra (uva, spighe di grano, fiori, ecc.) su cui si sono posati uccelli di varie specie; l’intreccio del cesto è reso con un motivo “a graticcio” ripreso a rilievo sulla fascia intagliata [Figura 3].
Figura 3. Particolare della Figura 1.
Un mobile di grande impatto e di notevole qualità esecutiva.
Stilisticamente rispecchia i dettami di quello stile Luigi XIV francese che si sviluppa agli inizi del XVIII secolo. Tuttavia, l’ambito al quale ci saremmo comunque sentiti di ricondurlo è proprio quello bergamasco poiché l’ebanisteria bergamasca non esita a inserire nei mobili di tutte le epoche elementi caricaturali. Si veda, ad esempio, un inginocchiatoio bergamasco di epoca barocca [Figura 4] in cui, ai lati del cassetto in alto, sono stati collocati due mascheroni dall’espressione indicibile, dove in un mobile di provenienza toscana, avremmo trovato dei mascheroni improntati a un ben diverso classicismo manierista (nota 1).
Figura 4. Bottega bergamasca, inginocchiatoio, fine XVII secolo, mercato antiquario.
Riferendoci ai tavoli da muro, si conferma in ambito bergamasco anche l’adozione di sostegni zoomorfi come ci mostra la professoressa Clelia Alberici nel suo volume sul mobile lombardo del 1969 (Il mobile lombardo, Gorlich, Milano 1969), pubblicando una console con il piano sorretto da quattro draghi che attribuisce alla bottega dei Fantoni [Figura 5, nota 2].
Figura 5. Bottega Fantoni, tavolo da muro, inizi XVIII secolo (Alberici op. cit., p. 77 in basso).
Nello stesso volume l’Alberici pubblica anche un altro tavolo da muro nel quale i sostegni sono costituiti da due leoni [Figura 6], commentandolo così: “Questa grossolana derivazione dei modi Fantoniani acquista quasi un sapore di caricatura”.
Figura 6. Bottega bergamasca, tavolo da muro, XVII secolo, Bergamo, Accademia Carrara (Alberici op. cit., p. 81).
La nostra console si inserisce proprio in questo contesto culturale.
La stessa idea di non farla intagliata e dorata, come l’avrebbero fatta, ad esempio a Torino o a Genova, bensì in legno, utilizzando legni nostrani, risponde perfettamente ai dettami di un gusto che la Lombardia e il Veneto traggono dalla cultura austro-tedesca.
Ciò che apparentemente stona è la datazione: 1769. Siamo in piena epoca Luigi XV e il mobile è conforme, come già evidenziato, allo stile Luigi XIV compreso il raccordo tra le gambe e il tipo di decoro. Evidentemente una scelta compatibile con un ambito comunque lontano da Parigi, allora capitale del gusto.
Dopo aver proceduto per via induttiva, torniamo ai dati certi.
Una ricerca condotta su Giorgio Ganassi, che è certamente l’artefice del mobile (“fecit”), non ha purtroppo fornito alcun risultato, quindi la scoperta di questo mobile rappresenta un punto di partenza a cui si potranno collegare nuove ricerche.
Endenna, sebbene non preceduta da una preposizione di luogo (di o da), non è un’estensione del cognome bensì un luogo, più precisamente una frazione del comune di Zogno in provincia di Begamo. Non è stato trovato alcun nesso tra Endenna e il cognome Ganassi, diffuso soprattutto in Emilia Romagna da cui probabilmente ha origine, ma quest’ultimo è presente anche in Valbrembana di cui Zogno è il centro principale. Forse Giorgio Ganassi, firmando il mobile in quel modo, rivendita la sua provenienza da Endenna, comune autonomo rispetto a Zogno fino al 1928.
NOTE
[1] Si rimanda a quanto scritto anni fa a proposito di una serie di sedili bergamaschi [Leggi].
[2] I Fantoni erano una celebre famiglia di intagliatori attivi prevalentemente nella Bergamsca e nel Bresciano tra sei e Settecento. Godono di ampia bibliografia, ma i principali testi di riferimento restano: R. Bossaglia (a cura di), I Fantoni. Quattro secoli di bottega di scultura in Europa, Neri Pozza, Vicenza 1978; L.Rigon-T.Terzi, La bottega dei Fantoni, Ferrari Ed., Clusone (Bg) 1988.
Prima pubblicazione: Antiqua.mi, luglio 2010
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