Angelo Tartuferi, Deodato Orlandi. Dalla “maniera greca” al Trecento, 96 pagine formato 29,7 x 21, Polistampa, Firenze 2024, euro 28,00.

Deodato Orlandi Bentivegna risulta attivo tra XIII e XIV secolo, principalmente a Lucca, dove potrebbe essere nato attorno al 1550, e a Pisa.
Occuparsi di un pittore poco noto, ma altresì supportato da una documentazione abbastanza ricca che lo riguarda, è una tentazione irresistibile per qualunque storico dell’arte e Angelo Tartuferi svolge il suo compito in modo eccellente.
Tutt’altro che scontata è l’introduzione della storica dell’arte Maria Teresa Filieri che enumera tutti i principali pregi di questo volume: “la gradevole e ben calibrata impaginazione, la ricchezza e l’accurata selezione della documentazione iconografica e, non ultimo, quello che sarebbe riduttivo definire indice, poiché si tratta piuttosto di una esplicita e chiara presentazione di un percorso d’indagine, che si annuncia subito rigoroso nel seguire passo dopo passo e coerentemente il pittore nei contesti dove si muove, dove lavora e si aggiorna”.
Sintesi perfetta di un lavoro che si snoda partendo dai dati biografici per ripercorrere la carriera dell’artista dagli esordi lucchesi alla fugace esperienza romana nella sua fase più tarda.
Emerge il confronto con altri maestri, non solo Berlinghiero e Cimabue, ma anche numerosi pittori minori, spesso privi di una precisa identità.
Il catalogo “definitivo” delle opere di Deodato Orlandi viene così messo a punto, tra conferme, nuove attribuzioni e opere espunte, alle quali è dedicato l’ultimo interessante capitolo.

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