Dipinto raffigurante San Giacomo della Marca, una difficile attribuzione

della Redazione di Antiqua

Veniamo spesso messi davanti a casi tanto complessi da districare quanto affascinanti, come nel caso di un dipinto che mostra un frate francescano che si rivolge a un uomo di profilo, il quale si accarezza la barba, mentre un altro uomo, agghindato alla stessa maniera, guarda con fare pensoso nella direzione di chi osserva il dipinto; completano la scena un putto alato reggente un calice eucaristico nella mano destra e una stella in quella sinistra, e un bambino con un grosso libro tra le mani.
Il proprietario ci ha proposto un suggestivo titolo di sua invenzione: La Chiesa tramite gli ordini religiosi, istruisce e nutre, materialmente e spiritualmente, il popolo di Cristo e con un’attribuzione al pittore romano Marco Benefial (1684-1764) [Figura 1].

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Figura 1. Il dipinto in esame, olio su tela cm. 132 x 90, collezione privata.

Il dipinto ha un andamento vivace e la sua attenta osservazione rivela alcuni particolari curiosi. A parte l’espressione meditabonda dei due personaggi sulla sinistra – presumibilmente due donatori o i committenti dell’opera – il santo sembra afferrare con la mano sinistra una lunga ciocca di capelli del bambino che regge il libro, il quale, probabilmente destabilizzato dal gesto, da un lato gira lo sguardo verso la sua origine, dall’altro si aggrappa al colletto di pizzo della figura in primo piano.
La ricerca iconografica finalizzata a identificare il soggetto ed eventualmente l’autore ha prodotto un risultato sorprendente, un santino raffigurante lo stesso dipinto e recante le seguenti scritte a stampa: München St. Anna/Asam/St. Jacob von der Mark/Franziskaner [Figura 2, nota 1].

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Figura 2. Immagine devozionale che riproduce il dipinto (fonte: santiebeati.it).

Il personaggio raffigurato sulla destra si può quindi identificare come San Giacomo della Marca, al secolo Domenico Gangala, nato a Monteprandone (Ap) nel 1393 e morto a Napoli nel 1476, frate appartenente all’ordine dei frati minori osservanti, noti come francescani. Nelle immagini che lo raffigurano compare sia il calice, oppure un ostensorio, sia il libro che potrebbe rappresentare le Sacre Scritture o riferirsi alla sua attività secolare che lo portò ad essere giudice e notaio prima di entrare nell’ordine nel 1416 ed essere poi ordinato sacerdote nel 1424.
Forse ancora più interessante e rivelatoria è la prima parte della scritta dove si legge München St. Anna e Asam che ci introduce ai fratelli Cosmas Damian Asam (1683-1739) ed Egid Quirin Asam (1692-1750), considerati i massimi esponenti del Rococò nella Germania meridionale.
I due hanno quasi sempre lavorato insieme però, mentre Cosma Damian predilesse sempre l’attività di pittore, Egid Quirin si occupò prevalentemente della decorazione plastica, realizzando altari scenografici, gruppi scultorei e stucchi [Figure 3 e 4].

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Figura 3. Cosmas Damian Asam, autoritratto, Freising, Museo Diocesano (Diözesanmuseum).

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Figura 4. Cosmas Damian Asam, ritratto di Egod Querin Asam, ubicazione ignota.

A Monaco di Baviera vi sono tre chiese intitolate a Sant’Anna, la Collegiata di sant’Anna (Damenstiftskirche St. Anna) appartenente alla parrocchia di san Pietro, la chiesa di Sant’Anna nel quartiere di Lehel (Pfarrkirche St. Anna im Lehel) che fa parrocchia a sé e la chiesa conventuale di Sant’Anna nel Lehel (Klosterkirche St. Anna im Lehel), situata di fronte alla precedente e facente parte di un monastero dei frati francescani.
La prima è in stile barocco e risale al XVIII secolo e risulta essere stata affrescata internamente dai fratelli Asam, mentre la seconda è stata invece costruita tra il 1887 e il 1892 in uno stile che si ispira alle basiliche imperiali romaniche della Renania.
La terza, alla quale siamo stati indirizzati dopo varie ricerche, è quella che ci interessa. Venne costruita tra il 1727 e il 1733 ed è la prima chiesa in stile Rococò della Baviera; la decorazione a stucchi e affreschi si deve ai fratelli Asam che portarono a termine il lavoro nel 1737 (nota 2).
Abbiamo avuto un contatto diretto con chi si occupa dell’inventario degli oggetti d’arte nei monasteri francescani a Monaco e ci è stato riferito che nella chiesa conventuale di Sant’Anna esiste un dipinto di San Giacomo della Marca, ma è completamente diverso e non è stato eseguito dai fratelli Asam, anche se di alta qualità. Si tratta di un dipinto ovale, collocato sopra un altare laterale della chiesa, uno dei quattro medaglioni dedicati a santi francescani [Figura 5].

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Figura 5. San Giacomo della Marca di ignoto pittore, olio su tela, 1730-1740 circa, Monaco, chiesa conventuale di Sant’Anna.

Ci è stato anche riferito che negli inventari non risulta alcuna traccia del dipinto di Figura 1 per cui, se mai fosse appartenuto ai beni della chiesa, come sembra testimoniare l’immaginetta di Figura 2, lo si deve considerare perduto. È altamente probabile che possa essere andato distrutto dai bombardamenti che hanno provocato ingentissimi danni alla chiesa durante un raid areo nell’aprile 1944.
Se escludiamo che si tratti del dipinto in esame, improvvisamente riemerso in una collezione privata in Italia, ci deve essere una spiegazione. Come ci ha riferito l’attuale proprietario, il dipinto gli è pervenuto dal padre che l’aveva acquistato presso una nobile famiglia romana ed è proprio a Roma che vanno cercate le sue origini.
Come è noto, infatti, i fratelli Asam soggiornano a Roma per due anni, dal 1712 al 1713 studiando all’Accademia di San Luca sotto la guida del pittore Giuseppe Ghezzi (1634-1721).
Ghezzi era nato nelle Marche, a Comunanza in provincia di Ascoli Piceno, a circa 40 chilometri da Monteprandone, paese natale di San Giacomo della Marca ed è quindi molto probabile una sua devozione al santo. Difficile stabilire dei confronti tra alcune delle numerose tele di santi dipinte da Giuseppe Ghezzi [Figure 6 e 7] il dipinto raffigurante San Giacomo della Marca di Figura 1, ma pensiamo che esso sia nato proprio nell’ambito del Ghezzi e che i fratelli Asam, nello specifico Cosmas Damian ne abbia fatto una copia, forse presagendo la committenza da parte dei francescani di Monaco che sarebbe giunta solo nel 1937 come sopra già precisato.

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Figura 6. Giuseppe Ghezzi, Santi Stefano e Lorenzo, Roma, Santa Cecilia in Trastevere.

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Figura 7. Giuseppe Ghezzi, San Benedetto, Roma, Santa Cecilia in Trastevere.

Il carattere spiritoso del nostro dipinto, lo potrebbe mettere in relazione con l’opera di Pier Leone Ghezzi (1674-1755), figlio di Giuseppe [Figura 8], il quale, a un certo punto della sua carriera, si dedicò con successo anche al genere della caricatura.

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Figura 8. Pier Leone Ghezzi (attr.), Scena campestre, Parma, Galleria Nazionale inv. GN 217.

Di Pier Leone Ghezzi mostriamo anche un autoritratto [Figura 9] che possiamo mettere a confronto con i ritratti dei fratelli Asam (vedi ancora Figure 3 e 4), a ulteriore conferma di quanto questi ultimi abbiano subito l’influenza dei Ghezzi, padre e figlio.

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Figura 9. Figura 8. Pier Leone Ghezzi (attr.), autoritratto, Firenze, Galleria degli Uffizi inv. 00098946.

In conclusione, pensiamo che il dipinto raffigurante San Giacomo della Marca, attualmente in collezione privata (vedi ancora Figura 1) sia da attribuire alla bottega romana dei Ghezzi, forse a Pier Leone Ghezzi e che Cosmas Damian Asam ne abbia fatto una copia durante la permanenza sua e del fratello a Roma nel 1712-13. Questa copia deve essere stata portata a Monaco presso la chiesa conventuale francescana di Sant’Anna in Lehel, riprodotta in un “santino” in epoca imprecisabile, presumibilmente a inizio Novecento e andata distrutta durante il bombardamento del 1944.

NOTE

[1] L’immagine del santino compare a corredo della voce san Giacomo della Marca redatta da Cristina Siccardi per il sito santiebeati.it [Leggi].

[2] Tutte le informazioni sui fratelli Asam e sulle tre chiese di Sant’Anna a Monaco di Baviere sono state reperire su Wikipedia, ad vocem.


Ringraziamo sentitamente Fra Jérôme Bücker della Fraternità Sociale di San Pietro (F.S.S.P.) di Monaco di Baviera e Fra
Gabriel Gnägy dell’Ordine dei Frati Minori farncescani di Monaco di Baviera.

Ottobre 2024
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