Eugenio e Luigi Avolio scultori e argentieri napoletani tra Otto e Novecento
della Redazione di Antiqua
Facendo una prima, sommaria ricerca in rete su Eugenio e Luigi Avolio si trovano, come spesso succede, numerose opere offerte in asta o sul mercato antiquario, ma le notizie su di loro si riducono spesso agli estremi cronologici di Eugenio (1876-1929) e al fatto che fossero attivi a Napoli.
Per incontrare una loro breve biografia dobbiamo riferirci al sito di Pushkin Antiques, un antiquario londinese, in cui leggiamo il testo che, qui di seguito, traduciamo:
“Eugenio Avolio (1876-1929) è stato un famoso scultore, argentiere e incisore. Visse e lavorò a Napoli tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Fu apprendista presso il famoso artista e scultore Vincenzo Gemito. Docente all’Accademia delle Arti di Napoli, ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali.
Sebbene abbia prodotto diverse sculture in bronzo – in particolare monumenti commemorativi della Prima Guerra Mondiale – lui – e successivamente Luigi Avolio (attivo tra il 1935 e il 1971) – si è specializzato in sculture in argento e pezzi monumentali ispirati all’arte barocca e classica italiana del XVII secolo. Eugenio e Luigi avevano un negozio al dettaglio in corso Umberto a Napoli.
Sfortunatamente, sebbene un sistema di punzonatura italiano sia stato introdotto nel 1872, l’uso del marchio di fabbrica era una pratica poco comune tra gli argentieri italiani fino al 1935 e infatti le opere di Avolio sono spesso prive di marchio”. Il sito di Pushkin riporta anche un’interessante considerazione, ossia che “Oggi le opere di Eugenio e Luigi Avolio sono ricercate da specialisti e collezionisti per la loro fine esecuzione e per l’alta qualità dell’argento che hanno utilizzato” (nota 1).
Possiamo considerare questa come la loro unica nota biografica. Eppure, i due vengono menzionati nella generalissima voce Napoli di Wikipedia, insieme a due altri (Carlo Giuliano ed Enrico Fiore, nota 2), tra coloro che si distinsero nell’arte dell’oreficeria. Qui apprendiamo che Luigi era il figlio e di lui si scrive “… che raggiunse l’apice in molte sculture in argento”.
Ma non solo. All’interno dell’ampia voce Oreficeria, redatta a più mani nel 1935 per l’Enciclopedia Treccani, giunti al Novecento, si legge che è proprio alla “… perizia di certi maestri napoletani come Avolio e Miranda …” e di tanti altri artigiani, tra cui viene citato il celebre (Alfredo) Ravasco (1873-1958), che si deve il ritorno “… a una migliore tradizione in ogni campo di questa nobilissima arte”.
Si parla evidentemente di Eugenio se accostato a Vincenzo Miranda, orafo e argentiere napoletano, attivo tra Otto e Novecento (nota 3).
Proviamo a ricostruire la loro vicenda artistica attraverso poche altre notizie reperite e ad alcune immagini di loro opere.
A quanto pare Eugenio Avolio è stato allievo del celebre scultore napoletano Vincenzo Gemito (1852-1929), ma nelle varie biografie di quest’ultimo non è stato possibile rilevare tracce di questo alunnato, così come non è stato ancora possibile raccogliere informazioni circa la sua attività di insegnante presso l’Accademia delle Arti di Napoli.
Nel 1916 partecipa alla Prima Esposizione Nazionale d’Arte a Napoli come riporta un articolo di Francesco Geraci pubblicato sul numero 256 della rivista Emporium (vol. XLIII, anno 1916, pp. 297-307) in cui si vede una sua coppa in bronzo [Figura 1, nota 4].
Figura 1. Eugenio Avolio, coppa in bronzo, Emporium 1916, p. 307 (foto di Losacco De Gioia).
Tra i monumenti commemorativi cui si faceva cenno sopra, segnaliamo quello ai caduti che si trova nella piazza della Santissima Trinità a Vitulano (Bn) [Figura 2]. Il monumento è firmato da Eugenio Avolio ed è stato presumibilmente eseguito attorno al 1918, mentre la configurazione attuale è molto più recente per onorare anche i caduti della Seconda Guerra mondiale.
Figura 2. Eugenio Avolio, monumento ai caduti, bronzo, Vitulano (Bn).
L’artista adotta la stessa impostazione in una interessante placca commemorativa in bronzo firmata e datata 1918 apparsa da Cambi nel gennaio 2022 e andata invenduta. Sull’iscrizione al centro si legge: “La IIIa armata quasi al completo, la I° e la II° divisione di cavalleria e specialmente i regg. Genova e Novara meritano la gratitudine della patria. Cadorna 1° novembre 1917” [Figura 3].
Figura 3. Eugenio Avolio, placca commemorativa della 1a Guerra Mondiale, bronzo, cm. 15 x 25, Cambi gennaio 2022 n. 279. Sul retro, incisa sul sostegno saldato, si legge una dedica.
Eugenio Avolio esegue anche piccole opere devozionali come dimostra la scultura in bronzo intitolata Mater Dei proposta da Blindarte nel dicembre 2018 [Figura 5].
Figura 4. Eugenio Avolio, Mater Dei, firmata E. Avolio sul fianco destro, bronzo, cm. 50,5 x 30 x 19,5, Blindarte 1.12.2018 n. 271.
Tuttavia, come già accennato sopra, i risultati migliori o comunque queli maggiormente apprezzati dai collezionisti, sono quelli ottenuti con figure mitologiche.
Si veda, ad esempio, il bellissimo gruppo in argento della Ninfa e il satiro [Figura 5], oppure lo stesso soggetto della Lotta tra un Centauro e un cervo, eseguito sia in bronzo, sia in argento [Figure 6 e 7].
Figura 4. Eugenio Avolio, Ninfa e satiro, 1912, datato e firmato a tergo E. Avolio, argento, cm. 36 x 40 x 18, Bolli e Romiti luglio 2022 n. 134.
Figura 6. Eugenio Avolio, Lotta fra un Centauro e un cervo, f.to E. Avolio, bronzo, cm. 37 x 30, Bolli e Romiti marzo 2023 n. 123.
Figura 7. Eugenio Avolio, Lotta fra un Centauro e un cervo, f.to E. Avolio, argento gr. 3766, cm. 37 x 35 x 13, Colasanti 14.12.2022 n. 89 (prov. Roma, collezione Petochi).
Il gruppo della Ninfa e satiro è interessante perché, essendo datato 1912, dimostra che Eugenio Avolio ha svolto fin da subito l’attività di argentiere che, come vedremo subito, caratterizza l’attività di Luigi.
Eugenio eseguiva anche veri e propri lavori di oreficeria, slegati dalla sua attività di scultore, come si evince da una zuppiera passata in asta da Dorotheum a Vienna nel 2019 [Figura 8]. In catalogo viene datata al 1930, ma evidentemente deve essere di epoca anteriore essendo Eugenio morto nel 1929.
Figura 8. Eugenio Avolio, zuppiera, f.to E. Avolio, argento gr. 6424, cm. 36 x 48 x 28, Dorotheum 12.12.2019 n. 299.
Una curiosità: secondo quanto si legge nella didascalia che accompagna in catalogo, il gruppo Lotta tra un Centauro e un cervo di Figura 7 si ispira alla poesia La morte del cervo di Gabriele D’Annunzio, tratta dalla raccolta Alcyone pubblicata nel 1903 (nota 5).
Veniamo ora a Luigi di cui, come accennato poc’anzi, si conoscono solo lavori di argenteria.
Secondo le note biografiche tratte dal sito di Pushkin Antiques, Eugenio e Luigi avevano un negozio a Napoli in corso Umberto. Qui, al numero civico 35, troviamo Luigi Avolio nel 1935, quando Eugenio era già morto e quando egli riceve il marchio in base alle nuove disposizioni di legge; la stessa fonte registra tra il 1935 e il 1971 la cessazione della sua attività (nota 6).
Era inevitabilmente che Luigi si rifacesse in parte allo stile del padre come si evidenzia da confronto tra un Nettuno di Eugenio [Figura 9] e uno di sua realizzazione [Figure 10 e 10bis].
Figura 9. Eugenio Avolio, Nettuno, 1924, f.to E. Avolio, bronzo dorato, altezza cm. 60, Bolli e Romiti marzo 2023 n. 122.
Figura 10. Luigi Avolio, Nettuno, f.to Avolio, argento, altezza cm. 21, Cambi 3.5.2016 n. 181.
Figura 10bis. Firma di Luigi Avolio, dettaglio della scultura di Figura 10.
Mostriamo un altro lavoro di Luigi Avolio che riprende, sotto forma di candelieri, il tema dei centauri [Figura 11], liberamente ispirati alle due sculture in marmo provenienti da Villa Adriana a Tivoli (RM), conservate a Roma nei Musei Capitolini.
Figura 11. Luigi Avolio, candelieri, argento gr. 10790, altezza cm. 60, Pandolfini 29.11.16 n. 157.
Concludiamo con una Nascita di Venere transitata di recente sul mercato antiquario [Figura 12].
Figura 12. Luigi Avolio, Nascita di Venere, argento, altezza cm. 55, mercato antiquario (antichità Giglio, Milano).
NOTE
[1] [Vedi ].
[2] Carlo Giuliano (1831-1895); Enrico Fiore (1948-2013), citati, evidentemente, come autorevoli rappresentati della categoria in epoche diverse.
[3] Anche su Vincenzo Miranda le notizie in rete sono scarse; abbiamo scovato un articolo del critico d’arte Alfredo Melani (1859-1928), dal titolo Gioielli di Vincenzo Miranda, pubblicato sul mensile Ars et Labor del febbraio 2011 (pp. 89-93), edito a Milano da Ricordi[Vedi].
[4] Cogliamo l’occasione per segnalare il sito Emporium. Parole e Figure, curato dalla Scuola Normale Superiore di Pisa all’indirizzo www.emporium.sns.it, che consente di accedere ai contenuti della rivista Emporium. In particolare, cliccando, questo link si giunge a un elenco di artisti tra cui Eugenio Avolio.
[5] La stessa didascalia fornisce anche un riferimento bibliografico a Dawn of a New York. La New York World’s Fair, 1939-1940, riferendosi con tutta probabilità a Dawn of a New Day: The New York World’s Fair, 1939-1940, pubblicata dalla New York University Press, 1980. Il libro parla di una mostra internazionale tenutasi nel Flushing Meadows-Corona Park ai Queens a New York in cui, verosimilmente, il pezzo è stato esposto. Dawn of a New York riecheggia lo slogan della mostra che era “Dawn of a new Day” (“verso il nuovo giorno”), trattandosi della prima mostra internazionale basata sull’idea di futuro.
[6] Si veda il sito silvercollection.it e, in particolare, l’elenco dei marchi e dei punzoni degli argentieri italiani del XX secolo dove Luigi Avolio è registrato al n. 45 [Vedi ].
Maggio 2023
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