Fonte da o per il Moderno
di Attilio Troncavini (*)
La ricerca delle fonti antiche che possono aver ispirato le placchette in bronzo del Rinascimento è un esercizio in cui gli studiosi del genere si cimentano costantemente.
In un volume di René Mènard dal titolo La Mytologie dans l’art ancien et moderne, pubblicato presso Delagrave a Parigi nel 1878, ho reperito l’immagine di un combattimento [Figura 1], la cui didascalia recita “Une bataille (d’apres une pierre gravée)”. L’immagine non è richiamata nel testo e appare quindi come semplice illustrazione laddove si tratta delle guerre che oppongono i primi Romani ai popoli vicini.
Figura 1. Una battaglia (da una pietra incisa), in Mènard René, La Mytologie dans l’art ancien et moderne, Librairie Ch. Delagrave, Paris 1878, p. 792 fig. 770 (Biblioteca Villa Cagnola, Gazzada, Va, O b 8).
Salta immediatamente all’occhio come la parte superiore corrisponda in tutto e per tutto a quella di una placchetta del Moderno conosciuta come Caccia al leone [Figura 2].
Figura 2. Moderno, Caccia al leone, fine XV secolo, Ravenna, Museo Nazionale (fonte: Wikicommons).
Dettaglio Figura 1
Dettaglio Figura 2
In prima battuta viene naturale pensare che il Moderno abbia tratto spunto da una pietra incisa di epoca romana.
Nel volume di cui sopra vengono riprodotte numerose opere di glittica ed è evidente che il concetto di pierre gravé si riferisce a una pietra dura intagliata, non a un’incisione nel senso di stampa.
Spesso viene specificato se si tratta di un cammeo, di una cornalina o di altro, aggiungendo che si tratta di una pietra antica, ad esempio: “d’apres une pierre gravée antique, cornaline”.
Nel nostro caso, l’omissione di “antique” potrebbe far pensare a una pietra incisa “moderna”.
Ma moderna quanto, del Rinascimento o Neoclassica?
Notiamo che quella della Caccia al leone non è l’unica placchetta coinvolta; ad essa si unisce quella nota come Coriolano combatte sotto le mura di Roma, ovvero come Battaglia di Canne [Figura 3].
Figura 3. Imitatore del Moderno, Battaglia di Canne ovvero Coriolano combatte sotto le mura di Roma, fine XV secolo (fonte: Wikicommons).
Nell’immagine da cui siamo partiti vediamo, in basso a destra, lo stesso cavaliere nudo e di spalle, atterrato col proprio cavallo.
Dettaglio Figura 1
Dettaglio Figura 3
Può essere interessante fare una breve digressione e spiegare il perché di questa doppia definizione per questo secondo rilievo.
Il riferimento a Coriolano deriva dal fatto che la placchetta fa parte di una serie che riunisce quattro scene della vita di Coriolano attestate su un calamaio in bronzo dorato oggi al Victoria and Albert Museum a Londra, recante l’iscrizione: C.MARTII.CORIOLANI.PIETAS.IN.MATREM.S.P.Q.R.OBSESSUM.AB.HOSTIBUS LIBERAVIT, attribuito al cosiddetto Maestro di Coriolano, che oggi si considera un “ingenuo artefice padovano influenzato dal Moderno” (Bertrand Jestaz in Bertrand-Franco, Le placchette e i piccoli bronzi. Le Sculture, catalogo del Museo Civico di Belluno, III, Cornuda, Tv, 1997, p. 46).
Il riferimento a Canne si collega alla duplice scritta che compare su numerosi esemplari della placchetta.
CONSALVI AGIDARI VICTORIA rimanda alla vittoria riportata dall’esercito spagnolo comandato da Consalvo de Cordoba y Aguilare sui francesi a Cerignola il 28 aprile 1503; così viene interpretata la scritta DE GALLI/ AD CANNAS, in esergo, poiché Canne si trovava presso l’attuale Cerignola.
Una versione di questa placchetta compare eseguita a sbalzo sulla copertina del De vita Apollonii Thyanaei di Filostrato, pubblicato a Venezia da Manuzio nel 1502 e appartenuto a Jean Grolier, tesoriere di Luigi XII. Alla domanda di cosa ci facesse l’esaltazione di una sconfitta francese su una rilegatura appartenuta a un dignitario della corte francese, risponde Paola Venturelli in un famoso e citatissimo articolo, spiegandolo in questo modo: la placchetta risulta abbinata sulla rilegatura Grolier a un’altra placchetta del Moderno, nota come Combattimento e diffusa in numerosi esemplari con la scritta DUBIA FORTUNA [Figura 4]; si tratterebbe quindi una sorta di memento sull’alternanza della fortuna, alludendo forse alla successiva vittoria riportata da Francesco I di Francia a Marignano nel 1515 (Venturelli Paola, Legature a placchetta per Jean Grolier, tesoriere generale di Luigi XII a Milano. Considerazioni sul maestro IO.F.F., s.d. saggio pubblicato sul sito della Biblioteca Braidense di Milano, versione web di Balsamo V. e Mura G. [Leggi].
Figura 4. Moderno, Combattimento, fine XV secolo, Venezia, Museo Correr.
Torniamo all’illustrazione pubblicata da Mènerd.
Manca l’identificazione della fonte per il guerriero in basso a sinistra, anch’esso ritratto a terra, nudo e di spalle; avremmo potuto “chiudere il cerchio” raffrontandolo con quello raffigurato nella stessa posizione nelle placchette del Combattimento, ma così non è.
Dettaglio Figura 1
Dettaglio Figura 4
In conclusione possiamo affermare che l’immagine da cui siamo partiti è quasi certamente la riproduzione di una pietra incisa ottocentesca o tuttalpiù tardo settecentesca, il cui autore si sia servito dei modelli del Moderno e del suo ambito per una trasposizione quasi letterale.
Difficile pensare il contrario, ossia che si tratti di una glittica antica dalla quale il Moderno avvia tratto ispirazione disseminandone vari elementi su più placchette.
* Questo articolo è stato pubblicato senza firma su Antiqua.mi nel febbraio 2019.