Gaetano Renoldi ebanista milanese a Genova
di Andrea Bardelli
Ogni tanto compare sul mercato antiquario il nome di Gaetano Renoldi al quale vengono attribuiti, talvolta a sproposito, come vedremo, alcuni mobili “di transizione geografica” tra Lombardia e Liguria (nota 1).
Il più corposo e recente contributo alla conoscenza del lavoro di Renoldi risale a un saggio di Ludovico Caumont Caimi contenuto nel catalogo della mostra su Paolo Francesco Spinola tenutasi a Genova a Palazzo Spinola nel 2010 (nota 2).
L’autore parte dai due pannelli che nel 1985 si trovavano a Parigi presso la Galleria Kugel (e già da lui pubblicati nel 1995), uno dei quali siglato GR 1798 e l’altro recante la scritta “opere di Gaetano Rinoldi ebanista milanese abitante in Genova Strada Novissima” [Figure 1 e 2].
Figure 1 e 2. Gaetano Renoldi, pannelli intarsiati, 1798, uno firmato per esteso, l’altro siglato GR e datato 1798, mercato antiquario.
Nello stesso contesto, Caumont Caimi presenta un cassettone inedito su cui compare l’iscrizione “GR” “1793”, sostenendo giustamente che il mobile non ha nulla a che vedere con la coeva produzione lombarda, al punto da far supporre che Renoldi eseguisse gli intarsi e collaborasse con qualche bottega genovese per la struttura del mobile, come denuncerebbe l’integrazione non sempre perfetta tra gli uni e l’altra [Figura 3 e 3 bis].
Figure 3. Gaetano Renoldi, cassettone, 1793, datato e siglato GR, collezione privata.
Figura 3 bis. Particolare del cassettone di Figura 3.
A proposito di questo cassettone Caumont Caimi cita come fonti iconografiche le Carceri incise da Giovanni Battista Piranesi (1720-1778) e le stampe di Francesco Londonio (1723.1783), con riferimento per quest’ultimo a un “caprone accovacciato” intarsiato sul fianco.
I paesaggi intarsiati sui pannelli sono invece ricavati da incisioni tratte dalle opere di Claude Joseph Vernet (1714-1789).
Ciò vale sia per i due pannelli citati sopra, sia per una coppia di pannelli inediti [Figure 4 e 5], a proposito dei quali Caumont Caimi parla delle tipiche cornici “… utilizzate a Genova in quest’epoca per contenere incisioni o acquasantiere e immagini religiose in argento”, forse eseguite dello stesso Renoldi o da qualche altra bottega.
Figure 4 e 5. Gaetano Renoldi, pannelli intarsiati, 1795-1805 circa, collezione privata.
Il riferimento alle incisioni di Vernet si deduce dai libri contabili della famiglia Spinola del 1805 in cui si legge di quattro pannelli con vedute di mare (definiti “quadri di mosaico di legno”) al momento non rintracciabili. Ciò consente di fissare per ora dal 1793 – data di esecuzione del cassettone di Figura 3 – e appunto il 1805 il periodo di attività di Gaetano Renoldi a Genova.
Infine, Caumont Caimi cita il tavolino già pubblicato da Enrico Colle nel 2005 che presenta per esteso la firma RENOLDI. Questo tavolo è passato in asta da Wannenes a Genova nel settembre del 2004 per poi approdare negli Stati Uniti presso la galleria L’antiquaire & the connoisseur inc. di New York [Figura 6].
Figura 6. Gaetano Renoldi, tavolino, firmato RENOLDI, mercato antiquario.
Tutto ciò premesso, contribuiamo all’ancora smilzo catalogo di Renoldi con una coppia di pannelli presentati dalla casa d’aste Boetto a Genova nel 2004 [Figure 7 e 8].
Figura 7 e 8. Gaetano Renoldi, pannelli intarsiati, Boetto settembre 2004 n. 196.
Ma soprattutto con uno splendido cassettone passato sempre da Boetto nel 2019 [Figura 9] che ha rilevanti punti di contatto con il tavolino di cui alle Figure 6 sia per il decoro del primo cassetto a sfingi affrontate, sia per la larga profilatura con foglie di vite. Si veda il confronto tra alcuni dettagli dei due mobili.
Figura 9. Gaetano Renoldi, cassettone, Boetto febbraio 2019 n. 402.
Particolare del tavolino di Figura 6.
Particolare del cassettone di Figura 9.
Particolare del tavolino di Figura 6.
Particolare del cassettone di Figura 9.
Si diceva all’inizio di come Gaetano Renoldi sia talora chiamato in causa come autore di mobili di non facile collocazione.
Mi riferivo a due episodi.
Il primo già segnalato nell’articolo Mobili neoclassici lombardi con decoro a medaglioni perline e vasetti (febbraio 2020), vedi ivi Figura 9 [Leggi], argomento ripreso con una definitiva attribuzione a bottega lombarda nell’articolo Mobili lombardi attribuiti ai Ravelli. Parte seconda (aprile 2021), vedi ivi Figura 4 [Leggi].
Il secondo coinvolge un mobile presentato a Genova in un’asta Wannenes nel 2015 e attribuito a Genova nella cui didascalia, oltre a rivangare i rapporti tra Maggiolini e la nobiltà ligure, si citano per confronto alcune delle opere di Renoldi di cui abbiamo qui riferito.
In base a studi più recenti, questo mobile rientrerebbe nell’ambito di una bottega lombarda ancora anonima, assai ricca di esemplari di notevole qualità, di cui ci siamo occupati in una recente occasione: Un corpus di mobili lombardi neoclassici di raffinata fattura (dicembre 2020) [Leggi].
NOTE
[1] Sulla questione del complesso rapporto tra ebanisteria lombarda e ligure si rimanda ai due articoli Cassettone neoclassico genovese … o milanese (giugno 2018) [Leggi] e Milano o Genova… o l’anello di congiunzione (luglio 2019) [Leggi] (dove si fa a Renoldi solo un breve cenno).
[2] L. Caumont Caimi, Gaetano Renoldi “ebanista milanese abitante in Genova Strada Novissima”, in Paolo Francesco Spinola un aristocratico tra Rivoluzione e Restaurazione, catalogo della mostra, Genova, Palazzo Spinola, 22 aprile – 18 luglio, p. 37 e ss.; in precedenza: L. Caumont Caimi, L’ebanisteria genovese del Settecento, PPS, Parma 1995, figg. 268 e 269; E. Colle, Il mobile neoclassico in Italia. Arredi e decorazioni d’interni dal 1775 al 1800, Electa, Milano 2005, p. 382 e 383 (dove viene citato A. Gonzales Palacios, Il mobile in Liguria, Sagep, Genova 1996, p. 289, fig. 345).
Giugno 2021
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