Giovanni Battista Besozzi intagliatore
di Andrea Bardelli
E’ solo a causa di un mancato incrocio, tanto sciagurato quanto fortuito, tra elenchi di artefici del legno “varesini” e “milanesi” nelle schedature di Antiqua, che non è stato possibile precisare meglio l’identità del Besozi di cui si parla sfuggitamente nell’articolo Bassi, Bossi e Bianchi intagliatori (maggio 2017) [Leggi] dedicato all’intagliatore Giovanni Battista Del Frate, insieme al quale “Besozi” compare nel 1682 tra gli intagliatori al servizio dai Borromeo all’Isola Bella (nota 1).
Effettivamente, nell’archivio di Antiqua risultava censito un intagliatore Giovanni Battista Besozzi, attivo alla fine del XVII secolo, ma le notizie che lo riguardano, anche alla luce di recenti approfondimenti, non consentono di metterne a fuoco con precisione la figura.
Rispetto a quanto già si sapeva, risultano di fondamentale importanza le ricerche svolte dallo studioso Luciano Besozzi, in parte raccolte nel volume Le chiese di Angera. La Parrocchia di Angera e la chiesa di S. Maria Assunta, edito nel 2009 a cura dell’Associazione Partegora di Angera.
L’opera che viene concordemente accreditata a Giovanni Battista Besozzi è il pulpito della chiesa di Santa Maria Assunta ad Angera [Figura 1], oggetto di un recente restauro. Sulla balconata sono raffigurati in bassorilievo tre episodi della vita di Maria: la Natività, la Dormizione e l’Assunzione [Figura 1 bis].
Figura 1. Giovanni Battista Besozzi (?), pulpito, Angera, chiesa di Santa Maria Assunta, prima del restauro (foto di Nello Grossi).
Figura 1bis. Particolare del pulpito di Figura 1 dopo il restauro (foto di Nello Grossi).
L’attribuzione del pulpito si ricava dalla Visita pastorale del 1786 nella quale è descritto; lo si dice opera di “un certo Besozzi d’Angera”. Nel 1903 il parroco Don Airoldi, in una relazione sulla sua chiesa, scrive che il pulpito è opera di un certo Giovanni Besozzi d’Angera fra il 1680 e il 1688, ma non dice dove ha trovato questa informazione (L. Besozzi, op. cit., p. 108-109; comunicazione del 18.3.2017).
La notizia relativa all’esecuzione del pulpito di Angera da parte del Besozzi nel 1688, poi ripresa da varie fonti, è riportata da Luigi Zipoli in Angera e la sua rocca (Reggiori, Laveno M., 1975), il quale aggiunge che le cronache del tempo gli attribuirono un valore di ben 750 lire.
Allo stesso Giovanni Battista Besozzi sarebbero da assegnare le quattro statue lignee raffiguranti i dottori della Chiesa: san Gregorio, sant’Ambrogio, san Gerolamo, sant’Agostino, collocate sul sedile del celebrante a destra nell’abside [Figure 2 e 2 bis]. Ad esse si aggiunge, sulla sommità, una statua lignea dell’Assunta per la quale la paternità del Besozzi è ancora più incerta [Figura 2 ter].
Figura 2. Giovanni Battista Besozzi (?), sedile del celebrante, Angera, chiesa di Santa Maria Assunta (foto di Nello Grossi).
Figura 2 bis. Particolare (foto di Nello Grossi).
Figura 2 ter. Particolare dell’Assunta (foto di Nello Grossi).
Infatti, se nel documento preparatorio della già citata Visita pastorale del 1786 si legge che le quattro statue sono opera del Besozzi, della statua dell’Assunta si legge “egualmente fatta come le altre” (L. Besozzi comunicazione del 16.6.2017).
Confrontando poi le sculture del sedile del celebrante con le formelle del pulpito riesce difficile pensare che siano state eseguite dalla stessa mano. Anche lo stile dei due manufatti appare diverso, molto più arcaico il sedile, ancora legato a un gusto barocco per non dire tardo manierista, decisamente più rococò il pulpito, tanto da mettere in dubbio per quest’ultimo la credibilità della data indicata da più fonti, ossia il 1688.
Su base prettamente stilistica, verrebbe da datare alla metà circa del XVII secolo la sedia del celebrante e alla metà circa del XVIII secolo il pulpito.
E’ in ogni caso destituita di fondamento la notizia che il Besozzi sia anche l’autore del coro ligneo della stessa chiesa di Angera (nota 2).
Il coro è senza dubbio invece opera del maestro Ambrogio Merzagora di Angera, autore anche del battistero con la collaborazione di Andrea Ferrario di Arona.
Nel 1642, il cardinale Monti nella sua visita Pastorale, autorizza la Fabbrica a fare costruire un coro per il Capitolo: i lavori devono essere andati per le lunghe, se solo nel 1701 nel registro della Fabbrica di S. Maria Assunta si legge “Resta terminata l’opera del Presbiterio ad altri ornamenti fatta dalle sedie in giù al coro di questa Prepositurale fatto dal Maestro Ambrogio Merzagora di Angera quanto sia per il soglio e per gli intagli da Andrea Ferrario di Arona, la quale opera assieme con la vernice e altre spese Lire 524”(Luciano Besozzi, op. cit., p. 93 e 107).
Altrettanto infondata è la notizia secondo la quale un certo Giovanni Battista Besozzi, non necessariamente lo stesso di cui si parla, avrebbe eseguito, agli inizi del XVII secolo, un Crocifisso ligneo policromo per la cappella del Battistero nella chiesa di sant’Alessandro nella vicina Besozzo (nota 3). In base alla monografia del 1996 sulla parrocchiale di Besozzo curata da Marco Tamborini, il Crocifisso sarebbe da attribuire a maestri verbanesi specializzati nell’intaglio ligneo, mentre si potrebbe pensare a maestranze locali e più precisamente a Giovan Battista Besozzi per l’esecuzione dell’ancona che lo contiene [Figura 3] “dotata di colonne tortili su cui si abbarbicano tralci di vite” (nota 4).
Figura 3. Maestranze verbanesi (Crocifisso) e maestranze locali, forse G. B. Besozzi (ancona), Besozzo, chiesa di sant’Alessandro (Tamborini, op.cit.).
Alle numerose incertezze sulle attribuzioni si associa la mancanza di notizie biografiche su Giovanni Battista Besozzi. Come sostiene Pacciarotti (op. cit.) potrebbe essere nativo di Besozzo (nota 5).
Sicuramente non era di Angera, come mi scrive Luciano Besozzi (anche autore di De Besutio. Le famiglie Besozzi, Associazione Partegora, Angera 2012) nella già citata comunicazione del 18 marzo scorso: “difficilmente questo Giovanni Battista [era] angerese: ho visto tutti i registri dei battesimi, matrimoni e morti e non ho trovato nessun Giovanni che possa essere accostato al nostro intagliatore”.
NOTE
[1] Giovanni Battista Besozzi è anche il nome del “maestro di casa” del cardinale Federico Borromeo, certamente un caso di omonimia pur non potendosi escludere un rapporto di parentela.
[2] Lo sostengono varie fonti, tra le quali: Fernando Cova, Dizionario (repertorio) dei pittori, scultori, architetti artigiani … bosini, varesotti , varesini nati nell’attuale provincia di Varese dal XII al XIX secolo, 2009 [vedi].
[3] Così il Cova, op. cit., riferendosi al Besozzi autore del pulpito di Angera: “Forse è lo stesso che, agli inizi del XVII secolo esegue a Besozzo un Crocifisso policromo per la cappella del Battistero”.
[4] Pacciarotti Giuseppe, Appunti sulle opere nella parrocchiale di Besozzo e sugli affreschi nell’oratorio di s. Nicone, in Marco Tamborini, a cura di, S. Alessandro di Besozzo storia e vicende artistiche, Nicolini, Gavirate, Va, 1996, p. 115-116). Nella stessa sede dice che Giovan Battista Besozzi era probabilmente nativo di Besozzo e lo si conferma “autore delle statue del coro e dei sedili con figure di santi intagliati, oltre che del pulpito ligneo (1688) nella parrocchiale di S. Maria Assunta ad Angera”.
[5] A Besozzo nel 1653 troviamo il falegname Besozzi Carlo, figlio di Giacomo Antonio, il quale compare come testimone nel processo per la morte del camparo Carlo Montalbetti sul lago di Gavirate (Va) mentre lavora alla casa di Teodoro Besozzi a Bardello (vedi).
Ringrazio Luciano Besozzi, storico di Angera, Nello Grossi dell’Associazione Partegora di Angera, autore di alcune fotografie, don Sergio Vegetti, parroco di Besozzo, la professoressa Patrizia Zambrano, nonché Ubaldo Maria Longoni che mi ha accompagnato durante le visite.
Prima pubblicazione: Antiqua.mi, settembre 2017
© Riproduzione riservata