Gruppo napoletano in terraglia raffigurante Ninfa e Satiro da Alexandre Cabanel
della Redazione di Antiqua
Nella sala d’aspetto di uno studio medico è stata visto un gruppo in terraglia smaltata di buona fattura, che ha attirato la nostra attenzione (nota 1); raffigura una Satiro che ghermisce una Ninfa [Figura 1].
Figura 1. Anonima manifattura, Satiro e Ninfa, h. cm. 30 circa, Napoli (?), inizi XX secolo, collezione privata.
Epoca e provenienza
L’autore è anonimo, ma sotto la base si può vedere un marchio incusso con la N coronata [Figura 1 bis] che nulla ha a che vedere con lo stesso marchio in uso dal 1788 al 1806 presso la Real Fabbrica Ferdinandea di Napoli (nota 2), ma lascia supporre che l’oggetto sia stato prodotto da un’ignota manifattura attiva a Napoli o nel suo entroterra tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.
Figura 1 bis. Marchio incusso, dettaglio della Figura 1.
Derivazione
Incuriosisce che il soggetto rappresentato sia la copia esatta di un dipinto eseguito nel 1860 dal pittore francese Alexandrea Cabanel [Figura 2, nota 3].
Figura 2. Alexandre Cabanel (1823-1889), Satiro e Ninfa, 1860, olio su tela cm. 240 x 140, Lille, Palais des Beaux-Arts.
Soggetto e confronti iconografici
Non sembra vi siano dubbi che i due personaggi rappresentati siano un Satiro, riconoscibile per le estremità inferiori caprine, e una Ninfa e non piuttosto una Baccante. Quest’ultima si riconoscerebbe dai suoi attributi tipici, ad esempio dalla corona di pampini e grappoli d’uva (nota 4), riscontrabile, per restare nell’ambito della scultura, in un gruppo marmoreo di Jean Jaques Pradier [Figura 3, nota 5].
Figura 3. Jean Jaques Pradier (1790-1852), Satiro e Baccante, marmo, 1834, Parigi, Louvre.
In questa scultura la ragazza sembra respingere il Satiro, ma la sua mano destra non lo allontana, al contrario gli accarezza la fronte.
Anche se meno evidente, lo stato di abbandono è rilevabile nella scultura Louis Robert Carrier Belleuse [Figura 4]; quella che sembra afferrare un corno del satiro può essere identificata ancora una volta in una Baccante poiché ai piedi del gruppo si possono vedere i suoi attributi più tipici, ossia il tamburello e il tirso (vedi ancora nota 1).
Figura 4. Louis Robert Carrier Belleuse (1848-1913), Satiro e Ninfa, Nizza, Museo di Belle Arti Jules Chéret.
Tornando al gruppo in terraglia di Figura 1, così come al dipinto di Cabanel da cui è tratto, ci chiediamo il significato della messa in scena: seduzione o violenza?
Precisiamo subito che lo scopo non è certo quello di giudicare la “moralità” dei soggetti femminili rappresentati, né il maschilismo degli autori, quanto di dare alla scena un corretto significato. E’ in ogni caso evidente la funzione voyeuristica di queste sculture, spesso destinate agli studi segreti dei collezionisti, quando non alle case di piacere.
Ciò premesso, come abbiamo riscontrato sopra, le Baccanti appaiono sostanzialmente consenzienti, nella terraglia il rapporto tra i due personaggi è più ambiguo, almeno in apparenza. Certamente il Satiro afferra saldamente la Ninfa per la vita e per un braccio, ma lei non sembra opporsi divincolandosi con la dovuta convinzione e anche l’espressione, se non proprio estasiata, rivela però una finta ritrosia, un certa svenevolezza [Figura 1 ter].
Figura 1 ter. Dettaglio della Figura 1.
Anche la Ninfa raffigurata da Augusto Rivalta – finalmente un artista italiano dopo tanti riferimenti francesi – sembra allontanare con forza il Satiro con entrambe le braccia tese, ma osservando meglio il bellissimo gruppo in terracotta patinata si ha l’impressione che sia in preda al delirio dei sensi [Figura 5].
Figura 5. Augusto Rivalta (1837-1925), Satiro e Ninfa, terracotta patinata, Maison Bibelot 28 marzo 2018 n. 295.
Diffusione del modello
Ci domandiamo, infine come sia pervenuta a Napoli l’immagine creata da Cabanel.
Non è necessario implicare il fatto che numerose opere di questo pittore siano state riprodotte in incisioni e come tali diffuse. Siamo in un’epoca, tra fine dell’Ottocento e il primo Novecento, in cui sono sfruttate sempre più largamente le enormi possibilità offerte dalla fotografia e proliferano inoltre le riviste di arte, moda e costume con articoli illustrati dedicati agli argomenti e agli eventi più disparati in Europa e nel mondo.
NOTE
[1] [Leggi].
[2] Sull’argomento e in particolare sull’”usurpazione” del celebre marchio si veda la seguente serie di articoli di Gianno Giancane: da Capodimonte a Napoli … Parte I (dicembre 2011) [Leggi], Capodimonte a Napoli … passando per la Germania Parte II (Febbraio 2012) [Leggi e Capodimonte a Napoli … passando per la Germania. Parte III (aprile 2012) [Leggi]. Vedi anche: Alessandro Biancalana, La marca della “N coronata” tra certezze, dubbi e falsità, Bollettino del Museo delle Ceramiche di Faenza, Annata CIV, n. 2/2018, pp. 62-67.
[3]
Su Alexandre Cabanel [Leggi]; il sito akg-images contiene numerose immagini a lui riferite [Vedi].
Con lo stesso soggetto si era cimentato anche Théodore Géricault (1791-1824) di cui è nota una serie di disegni [Figura].
Theodore Gericault, Satiro e Ninfa, pennello su carta, Rouen, Museo di Belle Arti.
[4] In proposito [Leggi].
[5] Le notizie sugli scultori citati da qui in poi sono reperibili su wikipedia alle rispettive voci.
Ottobre 2020
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