Il Sileno pompeiano della Fonderia Chiurazzi
di Bruno Ronzetti
Nel 1895 il pittore Enrico Lionne (Napoli 1865-1921) esegue un ritratto dello scrittore e giornalista Arnaldo Vassallo (1852-1906), alle cui spalle notiamo una riproduzione di una celebre scultura raffigurante Sileno che si trova presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli [Figura 1].
Anche l’originale, che qui vediamo in una fotografia scattata dal fotografo Giorgio Sommer (1834-1914) [Figura 2], è in bronzo e proviene da uno scavo effettuato a Pompei nel 1864 “in a house of no importance”, come ci informa quasi in presa diretta Henry Thomas Dyer (1804-1888) a pagina 287 del suo Pompeii, its History, Buildings and Antiquities, pubblicato a Londra nel 1868.
Figura 1. Lionne Enrico, Ritratto di Arnaldo Vassallo, 1895, (Emporium, dicembre 1914, p. 239).
Figura 2. Sommer Giorgio, Sileno, fotografia (Museo di Napoli), n. 5427.
Quella ritratta in secondo piano da Lionne è con tutta probabilità una delle tante copie in bronzo tratte dall’antico eseguite nella Fonderia Chiurazzi a Napoli a fine Ottocento e che saltuariamente compaiono sul mercato antiquario.
Ne mostriamo un esemplare che si trova però in una collezione privata [Figura 3], in cui è evidente l’intenzione di trasformarlo in un candeliere, adattando una struttura metallica – recante dei bracci sui quali mettere le candele [Figura 3 bis] – alla base circolare sorretta da Sileno.
Figure 3 e 3 bis. Artefice ignoto, Sileno, bronzetto, h cm. 55, inizi XX secolo, Fonderia Chiurazzi, Napoli, inciso alla base (Napoli, collezione privata).
Nel caso specifico, riteniamo che la trasformazione sia stata così concepita fin dalla nascita di questo manufatto, databile agli inizi del Novecento, poiché Sileno e l’incastellatura aggiunta presentano la medesima patina.
Sia nell’originale pompeiano, sia nelle varie copie successive, Sileno regge un sostegno circolare, decorato con tre antefisse, dal quale esce un serpente. Parafrasando il già citato Henry Thomas Dyer, Sileno sembra barcollare (“seems to stagger”) sotto il peso che sta reggendo.
Ed è proprio Dyer, ancora nel suo Pompeii, a informarci che la funzione del Sileno in bronzo era quella di sostenere un vaso, quindi si tratta della montatura di un vaso che doveva essere ritenuto prezioso.
Nella sua versione originale pubblicata nel giugno 2016 l’articolo richiamava un articolo intitolato “Chiurazzi e Mollica”, pubblicato nel luglio 2012, che abbiamo deciso di non includere nell’archivio di Antiquanuovaserie per alcune inesattezze in esso contenute. Di quell’articolo abbiamo ripreso la distinzione tra Satiro, Fauno o Sileno, qui sotto riproposta.
Inoltre, abbiamo eliminato l’ultima parte, dedicata a Pietro Masulli, maestro di Chiurazzi, che abbiamo sviluppato in un articolo a lui dedicato.
Approfondimento
Un interessante repertorio di immagini e testi del XVIII e XIX secolo su Pompei è reperibile nel sito Pompei. La fortuna visiva [Vedi], mentre per gli oggetti conservati nel Museo Archeologico di Napoli (inclusi mosaici e dipinti murali) si veda il Catalogo [Vedi]
Satiro, Fauno o Sileno
Tra le tante definizioni che si possono dare a questa scultura, si preferisce quella di Sileno, divinità dei boschi tratta della mitologia greca, che in genere poggia sulle proprie gambe.
Il Satiro, sempre tratto dalla mitologia greca e legato al culto di Dioniso, è raffigurato, spesso, ma non sempre, con zampe caprine e corna. Secondo qualche interpretazione, Sileno altro non sarebbe che un satiro, talvolta nella versione “anziana”.
Il Fauno, invece, è un personaggio della mitologia romana, raffigurato quasi sempre con zampe caprine e corna, spesso fatto corrispondere al satiro greco (sebbene questi sia espressamente legato al culto di Dioniso come detto sopra).
Infine Bacco è il dio Romano del vino che non presenta alcuna sembianza animale e corrisponde a Dioniso durante la fase di ebrezza nel corso dei riti dionisiaci (baccanale, da cui il dio romano prende il nome).