AAVV, Il fascino dell’antico. Dall’Accademia ercolanense a Gio Ponti passando per Antonio Canova, Galleria Carlo Rizzarda, Quaderno n. 5, Feltre (Bl), 180 pagine 20×20, euro 15,00.
Recensiamo oggi il catalogo di una mostra dal titolo ambizioso Il fascino dell’antico. Dall’Accademia ercolanense a Gio Ponti passando per Antonio Canova, che si tiene dal 30 marzo-29 giugno 2014, quindi visitabile ancora per tutto il mese, presso la Galleria d’arte moderna “Carlo Rizzarda” di Feltre (Bl).
Il fascino dell’antico è una mostra colta, sicuramente da vedere, ma anche da “leggere”, quindi il catalogo si qualifica come strumento essenziale per poterla apprezzare appieno.
La mostra è stata costruita in modo intelligente, facendo ricorso a diversi oggetti reperiti in ambito locale, molti dei quali presso collezionisti privati. Quanto viene esposto – un riuscito connubio tra materiali a stampa, dipinti su carta e ceramiche (più altri oggetti di diverso genere) – fornisce numerosi spunti per la ricerca delle origini di tante produzioni nel campo delle arti decorative, al di la di quanto la mostra espressamente metta in evidenza con le ceramiche. Ci riferiamo, ad esempio, a diversi soggetti antichi ripresi a intarsio su mobili eseguiti sia all’inizio del Settecento (animali all’interno di scene venatorie), sia in epoca neoclassica (grifono alati, ecc.), dei quali il nostro sito si è occupato in diverse occasioni.
Venendo al catalogo, esso apre con alcuni saggi che spaziano dalla decorazione dei palazzi feltrini al rapporto di Gio Ponti con l’antico, avvalendosi anche dei contributi di due special guests come Enrico Colle e Valerio Terraroli. Ma anche quelli accorpati sotto la dicitura “Schede” sono veri e propri saggi che introducono, commentandole, le varie sezioni della mostra. Chi segue questa rubrica sa l’importanza che normalmente assegniamo agli apparati finali. La mancanza di un indice dei nomi e dei luoghi è ampiamente compensata da ottime sintesi biografiche degli artisti di cui si parla e da schede sulle manifatture ceramiche qui rappresentate. Fare in trenta righe una scheda credibile su Canova è un bell’esercizio di sintesi e di stile.
Le ragioni della mostra ci sono state spiegate in modo esauriente e alcune le possiamo così sintetizzare:
a) la presenza nell’edificio che ospita la Galleria di un intero ciclo pittorico ispirato alle antichità vesuviane,
b) la scoperta della presenza a Feltre, presso una collezione privata, di una raccolta di tempere settecentesche attribuite al pittore e disegnatore Michelangelo Maestri (secondo noi le vere star della mostra),
c) l’opportunità di imbastire un percorso di mostra coerente e accattivante con riferimenti letterari e storico artistici, agganciando la figura di richiamo di Antonio Canova, intessendo anche una collaborazione con la Gipsoteca e Museo Antonio Canova,
d) la presenza nelle collezioni del Museo Civico di Feltre di opere di Gio Ponti.
In ogni caso, quali siano le motivazioni, non possiamo che constatare volentieri la buona riuscita sia della mostra, che invitiamo senz’altro a visitare, sia del catalogo.
Lo si trova presso il Book Shop dei Musei Civici oppure può anche essere spedito in contrassegno postale richiedendolo all’Ufficio Musei (museo@comune.feltre.bl.it – tel. 0439/885242).
Addendum
Nel bel saggio di Annalaura Bond sui calchi in gesso di pietre, cammei e paste vitree di soggetto antiquario, viene citato un lavoro di Gabriella Tassinari pubblicato a Milano nel 2012 (G. Tassinari, Giovanni Pichler. Raccolta di impronte di intagli e di cammei nel Gabinetto Numismatico e Medagliere delle Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco di Milano). Si tratta di una curiosa coincidenza perché avremmo voluto comunque segnalare l’ultimo lavoro della stessa Tassinari, un monumentale articolo su un cammeo eseguito da Giovanni Pichler, pubblicato sul numero XXVII di Sibrium, rivista del Centro Studi Preistorici e Archeologici di Varese che nel 2013 ha compiuto 60 anni di attività (G. Tassinari, La figurazione glittica di Leda e il cigno e un cammeo di Giovanni Pichler, Sibrium, Collana di Studi e Documentazioni, Varese 2013, p. 456-531).