Lucien Zinutti, Il linguaggio del mobile antico, Devanzis 2011, 439 pagine formato 24,5 x 33,5, euro 180,00.
Abbiamo saputo che le nostre rubriche di recensioni godono di un certo seguito, che diversi visitatori del sito si affidano a esse per essere indirizzati negli acquisti e che autori, editori e uffici stampa giungono persino a temere il nostro giudizio, indispettendosi quando non è confacente alle loro attese. Caricati di questa responsabilità è prendendo molto sul serio il compito assegnatoci, ci apprestavamo a fare “a fettine” un volume di recente pubblicazione.
Le premesse per una critica impietosa si presentavano tutte: un autore (non ce ne voglia) poco noto, un editore altrettanto sconosciuto, un titolo ambizioso e un progetto ancora più ambizioso esemplificato dal sottotitolo: “Identificazione delle varie tipologie regionali nell’ebanisteria italiana ed europea del XVII e XVIII secolo”.
Ebbene, il libro ci ha sostanzialmente convinto fin dall’introduzione, in cui l’autore spiega il proprio pensiero e gli obbiettivi del lavoro, dimostrandosi sostanzialmente in linea con le nostre idee su come si possa fare divulgazione scientifica sul mobile antico.
Scopo principale del volume è di pervenire a una corretta identificazione della provenienza di ciascun mobile. Per fare questo, l’autore non gioca la carta della “fotografia ad effetto”, ma si serve di mobili che si possono incontrare comunemente sul mercato, rivolgendosi non al lettore distratto, ma all’esperto. In questo differenziandosi da altri autori: non mobili “fenomeno”, bensì mobili rappresentativi ed emblematici di ciascuna realtà geografica.
Un secondo aspetto che ci è piaciuto è il rimando all’ebanisteria europea non come orpello, ma per gli influssi che talune realtà hanno esercitato sul mobile italiano; non solo Francia e Inghilterra, ma anche e soprattutto le Fiandre e i paesi di lingua tedesca, con particolare riferimento all’ebanisteria triveneta alla quale il volume dedica uno spazio particolare.
Quindi, veramente il libro si propone come un manuale per conoscere il mobile regionale italiano e possiamo dire che riesce nell’intento.
Utilissima, all’inizio di ogni capitolo dedicato a uno specifico ambito regionale, la rassegna di particolari di mobili corrispondenti ad altrettanti stilemi caratteristici di quell’ambito.
Un esercizio questo nel quale si sono cimentati, spesso con risultati a dir poco artigianali, tutti quelli seriamente interessati a capire il mobile antico; chi ha passato ore ritagliando e incollando in bell’ordine sequenze di gambe di tavoli o di piedi di sedie non ha bisogno di altre spiegazioni.
Rispetto ad altri testi che pure sfruttavano immagini tratte dai cataloghi d’asta, qui le immagini dei mobili non hanno carattere meramente illustrativo, bensì sono scelte in funzione di un discorso che l’autore ha ben in mente e che sviluppa offrendoci una sua personale visione, frutto di un’esperienza consolidata.
Possiamo dire che alcune parti potevano essere svolte in modo diverso e che non condividiamo proprio tutte le conclusioni in termini identificativi di epoca e (soprattutto) di provenienza, ma il volume offre numerosi spunti inediti che sarà utile approfondire.
Abbiamo in ogni caso la certezza di trovarci di fronte una persona che conosce assai bene il mercato e gli argomenti che tratta, con cui sarebbe bello e utile potersi confrontare direttamente.
Peccato solo il prezzo, decisamente alto che, forse, con un’edizione più sobria si sarebbe potuto contenere.