Giuseppe Beretti, Il mobile dei Lumi. Milano nell’età di Giuseppe Maggiolini. Volume I (1758-1778), Inlimine, Milano, 2010, 298 pagine formato cm.17 x 25, euro 120,00.
Ho letto il volume di Beretti da cima a fondo, ma vi sono due frasi dell’introduzione che, secondo me, ben rappresentano la sintesi dell’intero lavoro, più precisamente laddove, da un lato, si riconosce un tributo al metodo di A. Gonzales Palacios e, dall’altro, si dichiara che alcuni capitoli del volume hanno già visto la luce in altre occasioni.
In sostanza: nulla di nuovo, né sotto il profilo della forma, né dei contenuti.
Per quanto concerne quest’ultimo aspetto, mi interessa poco dare la caccia all’edito e all’inedito, anche perché questi contributi trovano spazio, in genere, in una letteratura non propriamente “di massa”, quindi ben vengano delle riedizioni in forma organica.
Mi interessa invece di più il metodo. Gonzales Palacios è un grande, ma forse la ricerca e la pubblicistica sulle arti minori dovrebbe svilupparsi in modo diverso, forse anche un po’ più spregiudicato, rispetto a quello delle arti maggiori. Se non ci sono le carte d’archivio, dobbiamo rassegnarci, ma non si può parlare da anni degli stessi esemplari firmati o documentati, per lo più di provenienze eccellenti, ignorando la gran massa di mobili presenti sul mercato e nelle case dei più.
Il limite maggiore del testo di Beretti è proprio questo: quando si allontana da ciò che è documentato – mi riferisco in particolare al capitolo in cui affronta il Barocchetto lombardo – i risultati sono piuttosto deludenti. Un libro comunque denso di notizie e di spunti che con mancherà di interessare chi, soprattutto se a digiuno dei precedenti lavori dell’autore, si occupa della specifica materia. Il prezzo non è dei più economici, trattandosi di un libro con foto quasi tutte in bianco e nero con una stampa non eccelsa (Andrea Bardelli).