Enrico Colle, Il mobile in Italia dal Cinquecento all’Ottocento, Electa, Milano 2009, 360 pagine formato 26×33, euro 120,00.
Dal punto di vista di chi studia il mobile italiano e, soprattutto, da parte di chi ha già acquistato e letto i cinque volumi sul mobile in Italia in varie epoche, scritti dallo stesso Colle, non si può certo dire che di questo libro si sentisse la mancanza.
Rispetto al contenuto dei volumi che compongono l’intera collana, questo aggiunge poco o nulla, anzi, per ovvi motivi di spazio, è costretto a svolgere un’operazione di sintesi: per ciascun periodo (Manierismo e Barocco, Rococò, Neoclassicismo, Impero e Ottocento) vi è un testo introduttivo e una galleria d’immagini corredate da semplici didascalie. Ci siamo persino un po’ stufati di dire che Colle scrive bene e che i suoi libri hanno molti meriti poiché, essendo l’unico autore ad avere la fortuna di pubblicare testi sui mobili (due solo quest’anno), ci si aspetterebbe, francamente, qualche sforzo in più. Pensiamo poi che la stagione dei libri generalisti sulla materia sia finita da un pezzo e che si debba invece auspicare la pubblicazione di volumi che, pur salvaguardando estetica e scorrevolezza, siano dedicati all’approfondimento di singoli autori e di precisi ambiti e siano supportati da una documentazione irreprensibile.
La questione cambia radicalmente se la si osserva dal punto di vista dell’appassionato d’antiquariato che ha un approccio poco assiduo con la letteratura sul mobile antico. In altre parole, chi non ha acquistato i famosi cinque volumi e mai avrebbe avuto l’intenzione di farlo (anche per questioni di costo), non deve perdere l’opportunità di intraprendere quest’interessante viaggio tra la mobilia italiana di grande inventiva e qualità esecutiva. Questo volume sarebbe perfetto, ad esempio, per un lettore straniero perché lo metterebbe a confronto con opere d’insospettata eccellenza.
Settembre 2009
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