Il piccolo violino Storioni 1793

della Redazione di Antiqua

Il 25 settembre si è svolta, presso il Teatrino di Palazzo Visconti della Fondazione Bracco a Milano, la presentazione di un progetto che ruota attorno a un piccolo violino costruito nel 1793 dal liutaio cremonese Lorenzo Storioni (1744-1816) e che si completerà nel marzo del 2019 con l’inserimento dello strumento, perfettamente restaurato, nel percorso espositivo del Museo del Violino di Cremona [Figura 1].

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Figura 1. Lorenzo Storioni, Piccolo violino, 1793, Cremona, Museo del Violino.

Di questo artefice non sappiamo molto, se non che era nato a Cremona e che appartiene alla generazione successiva a quella di Stradivari e di Guarneri del Gesù.
E’ possibile che dopo il 1802, egli si sia trasferito a Fiume poiché firma uno strumento cancellando sull’etichetta Cremona e scrivendo il nome della città istriana. Nel 1810, tuttavia, Storioni torna a Cremona dove muore.
Si ritiene che il piccolo violino sia stato costruito per un bambino e non è l’unico esemplare esistente; un violino gemello si trova a Vermillon (South Dakota).
Pressoché tutti gli strumenti musicali hanno subito nel corso degli anni interventi molto invasivi al fine di garantirne la funzionalità; parliamo di sverniciature, innesti, sostituzioni e altro.
Ciò che rende raro il piccolo Storioni 1793 è che si presenta in tutta la sua originalità per quanto riguarda i materiali, compresa la verniciatura.
Le sue condizioni di conservazione non son per altro ottimali e sarà quindi sottoposto a un restauro conservativo che è il punto focale del progetto. Sarà l’occasione per studiare tecniche di costruzione e ricette antiche e i risultati di queste ricerche si potranno applicare non solo in fase di restauro, ma anche ai fini della produzione di strumenti moderni.
Viene da chiedersi come mai nel settore del mobile antico, in sede di restauro, non vengano condotte analisi sistematiche delle tecniche e dei materiali impiegati (lacche, colle, olii) al fine di stabilire in che modo le botteghe costruivano i loro manufatti.
Forse perché il restauro di molti mobili è affidato capillarmente a tante piccole botteghe artigiane che non hanno la possibilità di avvalersi di analisi scientifiche, determinando così la perdita di un numero infinito di informazioni.
Va anche detto che nel settore del mobile, diversamente che nella liuteria dove la dimensione artigianale è ancora ben presente, le antiche tecniche di costruzione e di finitura sono state da tempo completamente soppiantate dai più moderni sistemi di produzione, rendendo l’eventuale ricerca una mera esercitazione teorica senza reali applicazioni in campo pratico.
A proposito di mobili, ci siamo chiesti più volte se vi fosse un rapporto tra liutai ed ebanisti, dal momento che vi sono numerosi indizi che a Cremona e dintorni vi fosse anche una fiorente produzione mobiliera. Abbiamo rivolto la domanda al prof. Fausto Cacciatori, il quale ci ha detto che quando gli chiedono come è nata la liuteria a Cremona, risponde sempre che essa si è basata proprio sulle competenze acquisite dall’arte lignaria dei Platina, del Sacca, ecc.

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Dettaglio del violino di Figura 1.

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Figura 2. Particolare della cimasa di un trumeau, Lombardia (Cremona?), metà circa del XVIII secolo.

Sullo stesso argomento:
Gli Antoniazzi. Rapporti tra liuteria ed ebanisteria a Cremona (3.7.2008) [Leggi ] e Stradivari inedito (15.1.2009)[Leggi].

Prima pubblicazione: Antiqua.mi, dicembre 2018

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