Arabella Cifani-Franco Monetti, La Stamperia dell’ebanista. Storia di un mobile inedito di Pietro Piffetti, Allemandi, Torino 2017, 192 pagine formato cm. 31,5 x 22, euro 70,00.
L’operazione non può dirsi ben riuscita anche se il cassettone commissionato a Piffetti dal conte G. F. Ludovico Morozzo della Rocca attorno al 1751 è molto bello e interessante (*).
Avevo già fatto un conteggio “ragionieristico” a proposito di altri volumi recensiti nei quali si faceva notare una sproporzione tra prezzo e contenuti: 192 pagine di cui “utili” circa 120, includendo l’indice dei nomi ed eliminando non solo i soliti preamboli, ma soprattutto la traduzione inglese di cui non si comprende la necessità (perché far pagare ai lettori italiani il costo di una veste internazionale).
Di queste pagine utili, i due capitoli sul committente e su Giovanni Battista Trona, il sacerdote che il primo avrebbe inteso celebrare facendosi costruire il cassettone, possono interessare, anche molto, chi si occupa di storia locale, di agiografia, ecc., ma appaiono un riempitivo superfluo per chi desidera concentrare la propria attenzione sul mobile.
Di questo parlano tre capitoli, di cui due, quello introduttivo scritto dai curatori e la scheda dicono più o meno le stesse cose; il terzo, dedicato al restauro, è il più interessante, soprattutto per il metodo di riconoscimento delle specie lignee, anche se per specialisti.
Non sempre – e la cosa è purtroppo abbastanza fastidiosa – vengono documentati con immagini i mobili citati come riferimento. A proposito, alcune immagini del cassettone in questione (tutte di ottima qualità) occupano due pagine con il risultato che il mobile risulta tagliato a metà con effetti deleteri sulla lettura dell’insieme e di alcuni dettagli.
Insomma, chi è specificamente interessato al mobile piemontese e a Piffetti è costretto a comprarlo, ma il libro non vale la spesa.
Ciò che resta, alla fine, avrebbe potuto stare in un volume della bella collana Gli Uomini e le opere edita alcuni anni fa dallo stesso editore e proposta a prezzi contenuti [Leggi].
Non è solo, si badi bene, una questione economica: per un volume con quella pretenziosa veste editoriale e quel prezzo (70 euro!) si sarebbe dovuto curare l’editing con maggiore attenzione. Nel primo capitolo, ad esempio, molti riferimenti nel testo alle tavole a colori al centro del libro sono sbagliati (Andrea Bardelli).
(*)
La recensione era stata originariamente proposta a confronto con quelle del volume Un capolavoro di alta ebanisteria nelle Valli di Lanzo di Claudio Cagliero [Leggi].