La Verità svelata dal Tempo di Francesco Carradori
di Redazione di Antiqua
La Collezione Cagnola di Gazzada (Va) possiede un’opera di grande imporatanza, una terracotta di Francesco Carradori (Pistoia 1747-1824) raffigurante La Verità svelata dal Tempo, firmata e datata 1767 [Figura 1].
Figura 1. Francesco Carradori (Pistoia 1747-1824), La verità svelata dal Tempo, 1767, terracotta, Collezione Cagnola inv. SC.34.
La data 1767 la identificano come un’opera giovanile, del tutto plausibilmente quando Carradori si trovava ancora a Pistoia dove “iniziò ancora in giovane età a scolpire soprattutto in creta” [Tolomei 1821, p.159].
Il gruppo mostra la Verità svelata dal Tempo, un soggetto che non trova riscontro nella statuaria classica, bensì inizia a diffondersi nella seconda metà del XVI secolo per diventare molto popolare nel XVII e XVIII secolo.
La breve scheda curata da Mario Calini per il catalogo delle Collezione individua “… una vena neobarocca derivante dall’apprezzamento dei grandi plastici fiorentini del primo Settecento” e un classicismo derivante dalla conoscenza delle sculture anticheda lui restaurate a Roma e Firenze” [Scalini 1999, p. 85].
Come unico riferimento viene fornito il gruppo in bronzo della Leda col cigno di Massimiliano Soldani Benzi [Figura 2] per la figura femminile sdraiata con le braccia sollevate, a cui si può aggiungere, sempre in bronzo e dello stesso Soldani Benzi, il gruppo di Venere e Adone [Figura 3].
Figura 2. Soldani Benzi M. Leda col cigno, bronzo h. cm. 62,5, 1725 circa, L.A., Getty Museum inv. n. 97.SB.61.2 (fonte Alamy)
Figura 3. Soldani Benzi M., Venere e Adone, bronzo, h. cm. 46,4, 1715-16, L.A., Getty Museum inv. n. 93.SB.4.
Soldani Benzi si cimenta nel soggetto della Verità svelata dal Tempo in un rilievo in bronzo che si conserva nella Collezione Litchenstain di Vaduz [Figura 4] in cui è evidente il confronto con la Verità di Lorenzo Bernini di Villa Borghese a Roma [Figura 5].
Figura 4. Soldani Benzi M., La Verità svelata dal Tempo, rilievo in bronzo, Vaduz, Collezione Litchenstain.
Figura 5. Bernini L., La Verità svelata dal Tempo, marmo, Roma, Villa Borghese, Sala del gladiatore.
Nella sua versione definitiva il Tempo non compare nella scultura berniniana, ma lo troviamo in un disegno preparatoro [Figura 6].
Figura 6. Bernini L., disegno preparatorio per la Verità, 1646, gessetto su carta, cm. 25,2 x 36,9, Lipsia, Museum der Bildenden Künste.
Pensiamo sia proprio Bernini il principale modello di Carradori, come dimostra il confronto tra il Tempo di Carradori e il Longino scolpito da Bernini per una delle nicchie dei piloni che reggono la cupola di San Pietro [Figura 7], ma non solo.
Devono averlo sicuramente ispirato anche alcune antiche sculture romane come il cosiddetto Pasquino [Figura 8], facendo pensare a una precoce esperienza romana, ossia anteriore ai suoi numerosi viaggi a Roma iniziano dopo il 1770 [Venturoli 1977].
Figura 7. Bernini L., Longino, marmo, Città del Vaticano, Basilica di San Pietro.
Figura 8. Busto maschile (“Pasquino”), marmo, III sec. a.C., Roma, Piazza Pasquino
Questo può essere avvenuto per il tramite del vescovo pistoiese Giuseppe Ippoliti (1718-1780), della cui famiglia Carradori era un protegé, per il quale realizza il monumento funebre nella chiesa della Madonna dell’Umiltà a Pistoia [Figura 9].
Quindi Carradori può essersi recato a Roma prima del 1767, data di esecuzione della terracotta Cagnola, oppure aver visto disegni o incisioni tratti da celebri opere dell’antichità e moderne.
Figura 9. Carradori F., Monumento funebre del Vescovo Giuseppe Ippoliti (1718-1780), Pistoia Chiesa della Madonna dell’Umiltà.
Si ringrazia Irene Di Paola cui si deve l’idea del presunto viaggio a Roma di Carradori ante 1767.
Bibliografia
Francesco Tolomei, Guida di Pistoia per gli amanti delle belle arti…, Pistoia 1821, p.159.
Vincenzo Golzio, Seicento e Settecento, UTET Torino 1950.
Paolo Venturoli, Carradori Francesco, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 20, Istituto Treccani, Roma 1977 [Leggi].
Mario Scalini, Francesco Carradori (scheda), in AAVV, La Collezione Vagnola. Le arti decorative, Nomos, Busto A. (Va) 1999 p. 85 n. 34.
Questa è l’occasione per segnalare l’uscita di un bel volume monografico su Carradori scritto da Roberta Roani (Roani R., Francesco Carradori, Polistampa, Firenze 2019), la quale dedica una scheda all’opera della Collezione Cagnola citando Bernini e Soldani Benzi, ma altresì richiamando i modi di Gaetano Masoni e facendo un confronto con una terracotta patinata finto bronzo raffigurante la Morte di sant’Alessio [Figura], che si conserva a Villa la Quiete presso Firenze.
Figura. Masoni G., Morte di Sant’Alessio, 1729, Terracotta patinata finto bronzo, Firenze, Villa La Quiete.
Maggio 2020
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