Ludovico Cigoli e l’uccisione della luna
della Redazione di Antiqua
In un articolo di Adriano Prosperi dal titolo Quando fu uccisa la luna, apparso sul quotidiano La Repubblica del 13 agosto 2012 a p. 34-35, veniva recensito il bel libro Il telescopio di Galileo di Bucciantini-Camerota-Giudice (Einaudi 2012). A proposito della luna si dice che, a seguito degli studi galileiani e delle osservazioni astronomiche, si passa “… dalla falce lucida e splendente […] a quella roccia bucherellata che un geniale pittore toscano, il Cigoli, ebbe l’impudenza di mettere sotto i piedi della sua Madonna Assunta nella cappella Borghese di Santa Maria Maggiore, a Roma.” [Figura 1, nota 1].
Figura 1. Ludovico Cardi detto Cigoli, Assunta (Donna del sole), 1610-12, affresco, Roma, Santa Maria Maggiore.
Il “geniale pittore” è Ludovico Cardi, detto Cigoli (1559-1613), amico di Galileo poiché erano entrambi allievi del matematico Ostilio Ricci, finendo col coltivare l’uno il mestiere dell’altro, nel senso che Galileo si dilettava nel disegno e il Cigoli coltivava l’astronomia (nota 2), ma non solo.
Ludovico Cigoli è stato essenzialmente un pittore, tra i massimi attivi a Firenze dal 1590 al 1603, ma anche architetto e scultore.
La recensione di cui sopra è uscita mentre era in corso, tra il 12 maggio e il 16 settembre, una bella mostra dal titolo Bellezza e religiosità in Ludovico Cardi detto il Cigoli, presso il Museo Archeologico e d’arte della Maremma di Grosseto. Nell’occasione è stata presentata l’inedita pala d’altare del Cigoli raffigurante la Pietà, di recente donata al Comune di Grosseto dal collezionista Gianfranco Luzzetti [Figura 2].
Figura 2. Ludovico Cardi detto Cigoli, Pietà, olio su tela, fine XVI secolo, già collezione Luzzetti.
Di quest’opera il Cigoli eseguì altre versioni, la più celebre delle quali è conservata a Vienna presso il Kunsthistorisches Museum [Figura 3]. Il soggetto è ispirato a Michelangelo, ma la versione del Cigoli è da considerare quasi un’invenzione iconografica, così apprezzato dai contemporanei da esserne commissionate diverse copie anche ad altri autori (nota 3); tra questi Alessandro Bardelli (1563-1633) che ne fornisce una versione letterale [Figura 4].
Figura 3. Ludovico Cardi detto Cigoli, Pietà, 1599, olio su tela cm. 193,5×144,5, Vienna, Kunsthistorisches Museum, Gemaeldegalerie (inv. 204), Archivio Lessing (lessing-photo.com).
Figura 4. Alessandro Bardelli (1563-1633), Pietà, olio su tela cm. 114 x 155, Prato, Museo Civico.
In mostra a Grosseto era anche presente un arazzo firmato da Pietro Févère [Figura 5] che riproduce fedelmente la Pietà di Vienna. Esso è conservato in Palazzo Pitti a Firenze ed è stato studiato per il catalogo da Lucia Meoni, storica dell’arte ed esperta di arazzi, con all’attivo numerose pubblicazioni sugli arazzi medicei.
Può essere interessante, in conclusione, riferire di una stampa ad acquaforte raffigurante la nostra Pietà, eseguita da Jean Baptiste Joseph Wicar (Lille 1762-Roma 1834) e incisa da Jean Massard [Figura 6]. Il foglio appartiene a una raccolta di incisioni tratte da disegni di Wicar eseguiti dal vero su dipinti, sculture, basso rilievi e cammei conservati nelle gallerie fiorentine (nota 4).
Figura 5. Pietro Févère, Pietà (dal Cigoli), arazzo, Firenze, Palazzo Pitti.
Figura 6. Jean Massard, Descente de Croix, inv. Cigoli, dis. J.B.Wicard, 1819, acquaforte cm. 29 x 28 (lastra), 52 x 34 (foglio).
Nessun dubbio che l’inventore sia il Cigoli, ma è probabile che Wicar non abbia tratto il disegno da un dipinto ad olio, a quanto si sa mai transitato per le gallerie fiorentine, quanto proprio dall’arazzo che appartiene alla raccolta di palazzo Pitti.
NOTE
[1] Più esattamente, si tratta dell’affresco rappresentante la Donna del sole (Apocalisse, 12) in piedi sopra la luna, eseguito tra il settembre 1610 e la fine del 1612, per papa Paolo V Borghese (con la supervisione del cardinale Iacopo Serra) nella cappella, detta appunto Paolina.
[2] Vedi.
[3] Dal mercato antiquario si segnala un dipinto su tela di anonimo attribuito al Cigoli, (cm. 183×140) passato in asta da Christie’s nel 1981 (catalogato dalla Fondazione Zeri) e uno, sempre con un’attribuzione al Cigoli passato da Sotheby’s a New York nel 2001.
[4] Tableaux, staues, bas-reliefs, et camées de la Galérie de Florence e du Palais Pitti, dessinée par Wicar, peintre et gravés sous la direction de C.L. Masquelier; avec les expications par Mongez, membre de l’Istitut de Franze (ed. J.P.Aillaud e G.A. Crapelet, 1819); per completezza possiamo aggiungere che la Pietà di Vienna era già stata incisa da P. Thomassin nel 1617.
Prima pubblicazione: Antiqua.mi, novembre 2012
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