Madonna con Bambino e san Giovannino: Ferrata o Foggini?

di Attilio Troncavini

Esiste una placchetta in bronzo raffigurante la Madonna col Bambino e san Giovannino [Figura 1] – nota in vari esemplari e di cui sono state identificate tre versioni (nota 1) – che compare sul mercato antiquario con attribuzione di volta in volta a Ercole Ferrata (1610-1686) oppure a Giovanni Battista Foggini (1652-1725).

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Figura 1. Giovanni Battista Foggini (qui attribuita), Madonna col Bambino e san Giovannino, d. cm. 12 ca., seconda metà del XVIII secolo, Koller, Zurigo, asta 31.3.2990 n. 657 (ivi attribuita a Ercole Ferrata).

Non si vuole qui discutere circa la precisa autografia di ogni singolo esemplare dal momento che le placchette venivano presumibilmente prodotte all’interno delle botteghe e che questa placchetta ha avuto molto successo e quindi vissuto una stagione molto lunga, quanto piuttosto stabilire a chi si possa farne risalire l’ideazione.
Nel 1975 Ranieri Varese, commentando l’esemplare che si conserva nei Musei Civici d’Arte Antica di Ferrara, cita un’opinione di Carlo Ludovico Ragghianti che parla di scuola romana “con una indicazione più precisa di altre, elusive e generiche, a scuola italiana” (Ragghianti 1948 n. 144) e propone il nome di Ercole Ferrata sulla base di consonanze con il tondo “Vergine il Figlio e cherubini” conservato a Palazzo Venezia a Roma (Varese 1975 p. 58 n. 50) [Figura 2].

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Figura 2. Ambito romano (già attr. a Ercole Ferrata), Madonna con Bambino e angeli, terracotta, d. cm. 28, Roma, Museo di Palazzo Venezia, sala 21 inv. PV 01651.

Queste considerazioni sono riprese da Francesco Rossi, il quale sottolinea come il motivo del Bambino dormiente fosse popolare in età barocca e cita i dipinti del Sassoferrato, riferendosi probabilmente a una delle tante versioni dello stesso soggetto (nota 2). Lo stesso autore prosegue ricordando due derivazioni, una in avorio e l’altra in pietre dure, apparse sul mercato londinese (nota 3), e inoltre che Klaus Lankheit segnala un modello per porcellana di Doccia di Giovan Battista Foggini (cit. Lankheit 1982, fig. 192).
Alla fine, anche Francesco Rossi propende per Ferrata, pur dichiarando che “… non vi sono elementi per accedere a un’attribuzione specifica”. Parla di un modello di riferimento di dimensioni maggiori, non necessariamente in bronzo, tutt’ora ignoto e spiega come le affinità con Ercole Ferrata “possono motivarsi sia all’interno della sua bottega, sia con riferimento all’Accademia di scultura da lui a lungo diretta in Roma (a cui attinse anche il fiorentino Foggini)” (Rossi 2011, p. 469, XIII.16 p327 tav. CXXV).
Abbiamo riassunto in dettaglio questa posizione nella convinzione che possa essere integrata e discussa, conducendo a ritenere che l’autore di questa placchetta sia proprio Giovanni Battista Foggini con la propria bottega,
Innanzi tutto, studi più recenti hanno messo in discussione l’attribuzione a Ercole Ferrata del tondo di Palazzo Venezia, orientandosi su artisti della generazione successiva. Si veda in proposito quanto sostiene nella catalogazione on line dell’opera Cristiano Giometti il quale indica Giuseppe Mazzuoli (1644-1725) o, in alternativa, Francesco Moderati (1680-1729c.) tra i possibili candidati (nota 4).
Per quanto riguarda i riferimenti in pittura, pur condividendo il richiamo al Sassoferrato, desideriamo segnalare un dipinto passato in asta a Vienna nel 2014 con un’attribuzione a Francesco Solimena nel quale, dietro la Madonna col Bambino dormiente e un angioletto al posto di san Giovannino, si scorge, sul lato destro la stessa base di colonna coperta da un tendaggio che si vede nella placchetta [Figura 3].

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Figura 3. Francesco Solimena, Madonna con Bambino e un angelo, Vienna, Dorotheum, asta 9 aprile 2014 n. 520.

Il “modello per porcellana di Doccia di Giovan Battista Foggini” citato da Lankeit è in cera e sarebbe in realtà del figlio Vincenzo Foggini (1701?-1755), il quale, in data 22 giugno 1750 viene pagato per “medaglie… con Madonna, con Gesù e S. Giovanni” (nota 5).
Il modello in cera di Vincenzo è stato di recente pubblicato in una raccolta di disegni di Giovanni Battista Foggini a cura di Kira d’Alburquerque [Figura 4] a corredo di un disegno dello stesso Giovanni Battista [Figura 5], ritenuto l’idea originaria per un rilievo perduto di cui la cera del figlio costituisce una versione [d’Alburquerque 2016 pp. 40-41]. Dal modello originale di Giovanni Battista Foggini sarebbero state derivate altre opere, con riferimento alle quali Kira d’Alburquerque cita uno studio di Jennifer Montagu del 1994.

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Figura 4. Vincenzo Foggini, Madonna col Bambino e san Giovannino, cera, 1750 circa, Sesto Fiorentino (Fi), Museo di Doccia.

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Figura 5. Giovanni Battista Foggini, Madonna col Bambino, disegno, cm. 20,5 x 16,5, mercato antiquario.

A proposito di derivazioni, la placca in avorio citata da Rossi (vedi ancora nota 3) è ricomparsa in un’asta Sotheby’s a Londra nel 2015 [Figura 6], mentre un esemplare ovale, sempre in avorio, è stato venduto da Cambi nel corso dell’asta n. 255 (3 maggio 2016 n. 181).

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Figura 6. Madonna col Bambino e san Giovannino (da Giovanni Battista Foggini ), avorio, cm. 21,5 x 15, seconda metà del XVIII secolo Sotheby’s, Londra asta L15231 del 9.7.2015 n. 93 (già Sotheby’s, Londra 8.12.1988 n. 367).

Infine, presso una collezione privata milanese è presente un ovale in marmo del tutto inedito di cui siamo in grado di presentare un’immagine [Figura 7].

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Figura 7. Madonna col Bambino e san Giovannino, marmo, cm. 50 x 30 circa, Milano collezione privata (foto dell’autore, elaborazione grafica di Dario Cesaretto).

Poiché la Madonna e il Bambino non sono perfettamente centrati, lasciando vuoto a sinistra lo spazio occupato dal San Giovannino, pensiamo che si tratti di una tra le tante derivazioni e non piuttosto un’opera di ambito prossimo al prototipo che si ritiene perduto.

NOTE

[1] Le tre versioni sono state classificate da Francesco Rossi come segue:
1.Prototipo, circolare con bordo modanato, figure senza aureola;
2.Variante A, circolare con bordo modanato, aureole a rilievo;
3.Variante B, senza fondo; ritagliata e notevolmente ingrandita (Rossi 2011, p. 469).

[2] Vedi, ad esempio: Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato (1609-1685), Madonna con Bambino, Camera dei Deputati, deposito 1927, proprietà Museo Palazzo Barberini, Roma, inv. 8550 (donazione Torlonia 1892).

[3] Avorio, Sotheby’s, Londra 8.12.1988 n. 82; Pietre dure, Sotheby’s, Londra, 21.4.1988 n. 369.

[4] [Vedi].

[5] Riferito da Alessandro Biancalana (comunicazione personale del 29.10.2017) il quale precisa che “Nell’Inventario dei Modelli della Manifattura di Doccia a pagina 35 si dice: “N. 82. Cinque piccoli bassorilievi che sono … Il quinto la Madonna con il Bambino Gesù è S. Giovannino. Tutto del Foggini, con sue forme”. Non risultano esemplari della realizzazione in porcellana dell’opera.

Bibliografia citata
-Ragghianti C.L., Schede inventariali, Sovrintendenza alla Gallerie, Bologna 1949.
-Varese R., Placchette e bronzi nelle Civiche Collezioni (Ferrara), Centro Di, Firenze 1975.
-Lankheit K., Die Modellsammlung der Porzellanmanufaktur Doccia. Ein Dokument italienischer Barockplastik, Bruckmann, Monaco 1982 (testo italiano/tedesco).
-Montagu Jennifer, The Roman fortune of a relief by Foggini, Antologia delle Belle Arti, n. 48-51, 1994 pp86-91.
-Rossi F., La collezione Mario Scaglia. Placchette, Lubrina, Bergamo 2011.
-d’Alburquerque K., Giovanni Battista Foggini (1652-1725). Premier sculplteur à la cour de Cosme III de Médicis, un fond inedit de dessins, Maurizio Nobile, Bologna-Parigi 2016.


Ringrazio, oltre Alessandro Biancalana, Michele Scapinello per avermi fornito notizie sul tondo in terracotta di Palazzo Venezia.

Prima pubblicazione: Antiqua.mi, dicembre 2017

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