Arturo Biondelli, Marangoni nelle terre del Principato. Produzione lignea a Castiglione delle Stiviere nei secoli XVII e XVIII, Parrocchia Castiglione d. S. (Mn), 2015, 200 pagine formato 21 x 30, euro 25,00.
Sebbene questo libro veda la luce solo nel 2015, è stato concepito nell’ambito di una piccola serie per celebrare i 250 anni (1761-2011) della riedificazione del Duomo di Castiglione delle Stiviere, popoloso centro dell’Alto Mantovano. Il Principato del titolo è appunto quello dei Gonzaga di Castiglione che hanno governato con alterne vicende, sotto l’egida dei Gonzaga di Mantova, dalla metà circa del XV secolo al 1772.
Prima di questo, nel 2013, era stato pubblicato un volume di Massimo De Paoli intitolato La chiesa sul colle. Il Duomo di Castiglione delle Stiviere dall’antica Collegiata alla riedificazione neoclassica, dedicato agli aspetti architettonici.
Sul tema specifico dei “marangoni”, ossia degli artefici del legno, il testo di Biondelli si può invece considerare il seguito del libro sugli arredi lignei del vicino centro di Castel Goffredo, realizzato insieme a chi scrive e a suo tempo recensito su Antiqua: A. Bardelli-A. Biondelli, Tutti nobilmente lavorati, 2008 [Leggi].
Conosco quindi bene l’autore, infaticabile “perlustratore” di archivi e trascrittore di documenti, capace di fare viaggi di centinaia di chilometri solo per trovare conferme nel paragonare mobili di uno stesso artefice oppure verificare la veridicità di una fonte.
Sull’attendibilità dei contenuti, quindi non si discute, ma Marangoni rinuncia deliberatamente a una certa sistematicità a favore di una trattazione nella quale l’autore sbriglia la sua curiosità, sviscerando diversi argomenti in modo tematico a latere dell’argomento principale.
Troviamo quindi ampie digressioni, talvolta sotto forma di box, sulla misurazione del legname e sulla quantificazione dei costi, sugli altari cappuccini e altro.
Divagazioni a parte, il volume contiene una mole di informazioni per chi studia seriamente la storia degli arredi lignei e identifica decine di artefici del legno, alcuni tolti dall’anonimato, altri già noti agli studi ma che qui vedono considerevolmente arricchite le loro biografie e aggiornati i rispettivi cataloghi.
Sono state poi fatte alcune scoperte, come quattro busti reliquiari in legno intagliato dorato e dipinto, che si possono considerare le uniche opere certe e documentate dello scultore Giovanni Battista Pollana, originario di Roncone (Tn) e attivo nella seconda metà del Seicento.
Biondelli ha generosamente “ceduto” la notizia a Domizio Cattoi, conservatore del Museo Diocesano di Trento e grande esperto di scultura lignea, il quale ha contribuito al volume con un saggio dal titolo Revisione critica del catalogo di Giovanni Battista Pollana alla luce di una nuova scoperta. Alto “ospite” è Massimo De Paoli, il quale ha scritto un corposo saggio su I tabernacoli lignei di Castiglione delle Stiviere, corredato da splendidi disegni tecnici.
Anche prescindendo dagli autorevoli apporti esterni, quello che potrebbe apparire un volume di interesse prettamente locale, fornisce invece, spaziando tra argomenti diversi, un ampio spaccato dell’artigianato del legno e delle sue sue varie implicazioni artistiche e culturali, ma anche economiche e sociali, nei secoli XVII e XVIII.
Perdonandogli (anche se a denti stretti) la mancanza di didascalie sotto tutte le immagini e di un indice finale dei nomi, non possiamo che definirlo un testo esemplare nell’ambito della letteratura sugli arredi lignei.
A.B.
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